OPERE GRECHE IN ETRURIA

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OPERE GRECHE IN ETRURIA
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I Vasi Parlanti: opere greche in Etruria

di Ennio Tirabassi

Cari lettori, non a caso la mia rubrica si chiama I vasi parlanti, il mio primo racconto fu quello su Re Mida, raffigurato sul primo vaso (greco) rinvenuto in Etruria che ho restaurato, dove compresi che oltre ad essere un contenitore, il vaso raccontava una storia.
Storie tramandate oralmente che gli artisti dell’epoca hanno dipinto: figure mitologiche, di eroi e di vita quotidiana.

Opere greche in Etruria

Nel mio lavoro di restauratore per la Sovraintendenza ho avuto il grande privilegio e il piacere di sanare e riportare alla primitiva bellezza opere di autori greci.
A questo proposito voglio spiegare che Eufronio, Oltos, Brygos e tanti ancora, erano ceramisti e ceramografi. I vasi considerati pregiati e ritrovati in Etruria erano opera di questi artisti. I clandestini sapevano bene quale fosse il valore, tanto da farne un florido commercio. I greci conoscevano tecniche pittoriche raffinate e particolari, a breve le racconteremo in queste pagine. Conoscevano i canoni e la prospettiva, criteri poi rivisitati da Vitrurio e Leonardo nel Rinascimento. Dipingevano le divinità, Atena e Eracle i più raffigurati insieme a Dionisio.

Non è che gli etruschi non dipingessero (vedi Vulca), si rifacevano alla scuola di pensiero greca ma con un tocco naif, oserei dire. Mi spiego meglio, mentre i greci rappresentano la perfezione, intesa come rispetto delle regole, gli etruschi invece dipingono liberamente.