Tra pochi giorni inizierà il Festival di Sanremo, e c’è da scommettere che anche quest’anno sarà la fiera dell’ideologia gender e LGBTQ.
L’appello di Pro Vita & Famiglia
Perché lo penso?
Basta dare un’occhiata alle persone con cui Amadeus ha deciso di condividere la conduzione dell’evento: l’influencer Chiara Ferragni, paladina della comunità LGBTQ e abortista sfegatata; l’atleta Paola Egonu, che si definisce “pansessuale” fidanzandosi sia con uomini che con donne; l’attrice Chiara Francini, anche lei icona della comunità LGBTQ e conduttrice di uno show televisivo sul travestitismo.
Non voglio soffermarmi sul Festival in sé, che ognuno è libero o no di vedere e apprezzare. Il punto è che il Festival di Sanremo viene letteralmente usato per diffondere nelle case di milioni di italiani messaggi ideologici o addirittura blasfemi (penso al finto ‘battesimo’ inscenato l’anno scorso da Achille Lauro).
In particolare, Sanremo sta diventando la fiera dell’ideologia gender e LGBTQ.
Quest’anno ben due canzoni in concorso esaltano l’amore omosessuale, e questo influenzerà i moltissimi bambini e adolescenti che guarderanno la TV o seguiranno l’evento sui social network.
Questa operazione è finanziata anche col canone RAI che noi (io e te) siamo costretti a pagare ogni anno – e questo deve finire.