Decreto Milleproroghe, un aiutino ai balneari

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L’emendamento di Fdl lascia tutto invariato fino al varo della riforma complessiva di settore. 

La nostra disciplina sulle concessioni balneari prevede il rinnovo delle stesse senza fare gare pubbliche. Viola così il diritto europeo, la cosidettà “direttiva Bolkestein” (direttiva dell’Unione Europea 2006/123/CE )la cui finalità è quella di favorire la libera circolazione dei servizi e della concorrenza. Si era fissata la data del 31 dicembre 2023 per terminare l’efficacia delle concessioni balneari, in base alla legge sulla concorrenza e data confermata dal Consiglio di Stato. Ora l’attuale proposta di Fdl cancella tale termine stabilendo che “continuano ad avere efficacia le concessioni fino all’approvazione della legge di riforma organica della relativa disciplina”. Ma visti gli interessi in gioco, c’è chi dubita che venga mai approvata, dubbi sorti e manifestati fin dalla nomina di Daniela Santanché a Ministro del Turismo.

Va detto che Fratelli d’Italia non ha mai nascosto la sua contrarietà verso la direttiva, la stessa Giorgia Moloni annunciò l’intenzione di tutelare il settore delle imprese balneari: “8000km di litorale e 300000 addetti del settore, un patrimonio che va tutelato”.

Gli operatori del settore si difendono come possono, considerano la direttiva Bolkestein un mezzo per “espropriare i legittimi concessionari al fine di svendere le spiagge ad investitori stranieri”, parliamo di imprese spesso a carattere familiare, dove l’attività rappresenta l’unica fonte di guadagno. Basta pensare agli storici stabilimenti balneari presenti tra Ladispoli e Cerveteri. Una manciata di famiglie, sempre le stesse, che di padre in figlio portano avanti la gestione dell’arenile. D’altro canto proprio l’uso esclusivo delle aree demaniali marittime, è l’aspetto in discussione. E il tempo stringe, è ora di decidere dato che questo è il momento del piano nazionale di ripresa e resilienza (pnrr) e per i titolari degli stabilimenti, occasione per ottenere fondi per le ristrutturazioni. Sono più di 30mila le imprese balneari, tra loro c’è chi sta programmando per i prossimi anni investimenti e vuole chiarezza.
Ad un passo dal veder togliere agli attuali concessionari la disponibilità dei beni demaniali a canoni ritenuti vergognosamente bassi, ecco che arrivano gli emendamenti e si riparte da zero. Come con il gioco dell’oca.