INTERVISTA A LUIGI DE PASCALIS AUTORE DE LA CONGREGA SEGRETA

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Luigi De Pascalis

La storia di due monaci del Cinquecento alla ricerca de “La vera dottrina” di Cleso.

Luigi De Pascalis è l’autore de “La congrega segreta”, il terzo libro pubblicato con Newton Compton, il primo dopo il best seller “Il sigillo di Caravaggio” e moltissimi titoli pubblicati con altri editori. Ha vinto numerosi premi letterari tra cui il Premio Italia e il Premio Acqui per il miglior romanzo storico.
Qualche anno fa ha comprato una casa a Tarquinia che è chiamata Palazzo Castelleschi. Mosso dalla curiosità di sapere perché fosse chiamata con un nome altisonante ha portato alla luce le vicende storiche del cardinale Castelleschi. Dopo un lungo periodo di ricerche, viaggi e studi ne ha tratto ispirazione per scrivere la storia di due monaci del Cinquecento alla ricerca de “La vera dottrina” di Cleso, un libro con il potere di cambiare il mondo e bramato da assassini al soldo dei più potenti stati europei, pronti ad uccidere chiunque si metta sulla loro strada.

Si tratta di un thriller storico on the road, la cui presentazione si è svolta domenica 8 gennaio ad Allumiere grazie alla magistrale organizzazione della Fidapa Sezione Tolfa, con il patrocinio del Comune di Allumiere e di Tolfa e alla presenza delle autorità locali e una sala gremita.

De Pascalis: “Scrivere dà senso alle mie giornate. É un’attività faticosa e perciò la sera ad una certa ora stacco e mi metto a dipingere in cima alla torre che mi ha ispirato La congrega segreta.”

 

La ricerca del libro “La vera dottrina” di Celso fa mettere in viaggio i due monaci, che sperano di trovarlo perché contiene un’idea che potrebbe rivoluzionare il mondo. Oggi esiste un’idea tanto rivoluzionaria da poter cambiare il mondo? 
Credo che il destino sia l’incontro incrociato di più cretinerie. In parole povere il libro dice che La vera dottrina non avrebbe potuto da sola cambiare il mondo e non ci riuscì nemmeno l’imperatore Giuliano a riportare al paganesimo la civiltà. Oggi si potrebbe cambiare il mondo, ma ci vorrebbe molto tempo e meno cretinerie.

Celso demolisce la dottrina cristiana. Senza il cristianesimo come sarebbe il nostro mondo?
Me lo sono chiesto spesso e la risposta me la sono data facendo ricerche. Fatto ancora non abbastanza risaputo è che molto di ciò che è stato scoperto durante le Rivoluzioni Industriali, come ad esempio il motore a vapore, si conosceva già durante l’ellenismo e nel periodo precristiano. Il tutto fu cancellato dal bagaglio delle conoscenze umane perché non era scritto nel libro sacro. Dunque credo che saremmo mille anni avanti.

Quanto sono pericolose le ideologie?
Le ideologie possono essere buone o cattive. Secondo me sono un po’ come la pistola. Le ideologie sono neutre e dipendono da come le usi. Possiamo considerare l’idea marxista che in sé era buona e poi guardiamo com’è stata usata in Urss, oppure il Vangelo e come è stato usato. Qualunque pensiero astratto rischia di essere visto in modo fanatico. Il fanatismo è come l’avidità: quando hai fame ti sazi, quando sei avido o fanatico non ti sazi mai.

Il suo romanzo entra a gamba tesa nel conflitto secolare tra Chiesa e Stato, qual è la sua riflessione in merito?
Credo che il potere temporale sia basato sulla paura nella vita quotidiana, mentre il potere spirituale sulla paura della morte che è una paura ben più forte. Sarebbe bello vivere in un mondo laico dove ognuno può credere in ciò che vuole.

Nel libro si parla della tradizione dei manoscritti, oltre alla filologia quali sono i suoi ambiti di interesse e qual è stato il suo percorso di formazione?
Ho studiato Medicina per quattro anni. Considerandola un’imposizione di famiglia ho abbandonato questo percorso e ho deciso di studiare Scienze Politiche. Mi sono laureato con una tesi in sociologia dell’arte. Ho deciso di prendere un diploma al liceo artistico durante la licenza militare. In seguito durante i miei anni da sindacalista ho maturato interesse verso la storia della società e ho conseguito un diploma in Comunicazione d’azienda. Sono convinto che uno scrittore debba avere determinate conoscenze, altrimenti ciò che scrive è falso.

All’interno del libro ci sono due personaggi con due visioni della vita completamente diverse. Quanto è attuale questo fatto? E quanto è difficile far dialogare due poli opposti?
Il dialogo è sempre difficile. In questo caso il più giovane si ribella per tutto il libro. Invecchiando e maturando capisce invece che su alcuni temi deve riflettere di più e dal confronto riesce a trovare una sua strada, non quella che gli raccontava il vecchio, una strada mediata a cui giunge prendendo consapevolezza e rimuginando. C’è sempre qualcosa da imparare dal prossimo.

Il romanzo indaga il limite tra fede e ragione, qual è il suo pensiero in merito?
La ragione è al primo posto, ma senza un po’ di fantasia, o se vogliamo “fede”, è di un’aridità pazzesca.