Grilli e cavallette sono il cibo del futuro

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Dal 23 gennaio scatta l’autorizzazione dell’Unione europea per l’immissione sul mercato della farina di grillo.

Che c’è di strano nel servire a tavola grilli, insetti, larve e cavallette fritte con contorno di patate? La proposta disgustosa che vorrebbero venisse accolta come normalità. Non conoscendo il sapore qualcuno potrebbe trovare inesatto il termine disgustoso o addirittura apprezzare la pietanza. È solo un fatto culturale! È la risposta di chi sostiene che la popolazione aumenta e il cibo scarseggia. Quindi si allargano gli orizzonti verso cibo alternativo dai valori nutrizionali di tutto rispetto.

Ma è proprio così la storia?
Intanto il problema della popolazione si attenua con il tasso di mortalità in aumento rispetto alla media 2015-2019. Nei primi 6 mesi del 2022 si registrano 357 mila decessi, ossia 21 mila in meno rispetto al 2020 e 16 mila in meno dello scorso anno ma ancora il 6% in più rispetto alla media 2015-19. Secondo l’ISTAT la stima dei decessi per il mese di luglio mostra al contrario un’inversione di tendenza, si stimano infatti oltre 62 mila decessi, un numero superiore di circa il 20% rispetto a quello degli anni precedenti. L’incremento dei decessi del mese di luglio del 2022 potrebbe essere in buona parte dovuto all’eccezionale e persistente ondata di caldo che sta caratterizzando l’estate nel nostro Paese e in molti altri paesi dell’Europa dove si osserva, infatti, un fenomeno.

In merito alla scarsità di cibo invece la narrazione è che tra 27 anni il mondo resterà senza cibo, e che bisognerà, secondo gli esperti, abolire la carne dalla dieta per sfamare più popolazione. Se fosse vero poco male, nel nostro paese non mancano di certo le alternative vegetali per la gioia di chi da anni porta avanti una cultura della non violenza e la chiusura dei macelli. Certo, è improbabile che tutti siano d’accordo a smettere di mangiare carne, ma come nasce l’alternativa proteica?
Uno dei motivi potrebbe essere che è meno dispendioso l’allevamento di larve o grilli rispetto a quello di bovini, suini e ovini. Tradotto, maggiori profitti.

Le statistiche mostrano che abbiamo bisogno di produrre più cibo nei prossimi 40 anni di quanto sia stato prodotto negli ultimi 8.000 anni. La motivazione risiede nell’alto tasso di consumo e nello spreco quotidiano. Si potrebbe lavorare sull’eliminazione degli sprechi che non guasterebbe a prescindere.

Invece no, si da il via libera agli insetti commestibili a tavola. Già li chiamano “alimenti proteici assenti nei paesi occidentali” ma si lavora per lanciarne la moda cominciando ad elencare tutti i vantaggi tra cui in primis la soluzione al fabbisogno nutrizionale nel mondo, senza elencare i possibili rischi sulla salute dell’uomo. Di essi abbiamo parlato in passato, l’occasione è stata la notizia dell’uso in alcuni Paesi africani a discapito dei bambini malnutriti. Qui l’articolo “Insetti culturalmente accettabili”.

Se l’Ue autorizza il consumo di insetti non vuol dire che tutti saranno obbligati a mangiarli

In attesa che le larve nel piatto vengano considerate normalità il programma prevede il ricorso alle tarme della farina, che hanno avuto l’ok dall’Ue alla commercializzazione e l’utilizzo nel comparto della mangimistica. Insomma, si fa il giro largo ma si intende arrivare a meta. Dal 23 gennaio scatta l’autorizzazione dell’Unione europea per l’immissione sul mercato della farina di grillo. Già dal primo gennaio 2018 la commercializzazione di insetti a scopo alimentare era stata resa possibile dall’entrata in vigore del regolamento Ue sui novel food. Un’autorizzazione in tal senso era già stata concessa in Italia nel 2015 in occasione della Expo di Milano.

Cosa pensano gli Italiani? Un sondaggio di Coldiretti rivela che il rifiuto degli italiani all’ingestione di insetti sia sì maggioritario, ma molto meno di quanto si potrebbe immaginare: appena il 54% contro un 24% di indifferenti, un 16% di favorevoli e un 6% di “non so”.
Al momento non siamo obbligati a mangiarli, attenzione alle etichette però!