Sistema di efficienza e principio di solidarietà

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Nella imminenza delle elezioni le quali si terranno il prossimo 25 settembre, aventi per oggetto il rinnovo del parlamento, non si può prescindere dal formulare talune riflessioni di carattere politico, preminentemente in relazione alle linee programmatiche elaborate ad opera di partiti e di movimenti in competizione: destra e centro destra, da un lato, sinistra e centro sinistra, dall’altro, senza emarginare la posizione politica dei cattolici

ANTONIO CALICCHIO

Destra e centro-destra proclamano di tendere verso efficienza e solidarietà, affrontando, ad es., la questione lavoro. Ma ciò è pure il proposito caratterizzante sinistre e politici cattolici; anzi, il legame efficienza-solidarietà (o carità sociale) risulta uno degli argomenti essenziali propugnati nella dottrina sociale della Chiesa. Confindustria, dal canto suo, non si esime dal far riferimento alla c.d. circolarità virtuosa la quale deve sostenere questi due elementi. Per quasi tutti, efficienza si identifica con la forma capitalistica di produzione di ricchezza.

Ma non tutti convengono su questo aspetto, nel senso che la differenza è data dal ruolo che si conferisce ad efficienza e a solidarietà: si può, infatti, promuovere solidarietà, per attuare efficienza oppure si può utilizzare efficienza, per realizzare solidarietà. Trattasi di due condizioni differenti – forse – opposte! Donde l’antinomia fra capitalismo il quale impiega solidarietà, per ottenere efficienza, e sinistre e Chiesa le quali usano efficienza, per creare solidarietà. A questo punto, però, non sarebbe corretto asserire che ambedue gli schieramenti mirino ad efficienza e a solidarietà.

Si può obiettare ed eccepire che, comunque, questi due elementi non si collocano necessariamente in un ordine gerarchico, anzi, possono porsi entrambi sul medesimo piano, disponendosi in circolo. A tanto non solamente là pensa Confindustria, dove discute di circolarità virtuosa, fra efficienza e solidarietà, ma pensano anche tutti quanti quei cattolici i quali si orientano verso destra e centro-destra.  Questa formula può dischiudere consenso pure nelle sinistre. Non si tralasci, poi, la circostanza che mercato e capitalismo sono stati quasi sempre regolamentati da norme giuridiche, morali, sociali, religiose, nel senso che non si dà capitalismo assoluto, tale da perseguire, al di là di ogni norma, efficienza ed incremento di utile. Pare, pertanto, che capitalismo sia irriducibile a sola efficienza.

 Ma anche detta conclusione non si rivela corretta posto che una azione non può limitare, mediante norme e vincoli, se stessa, contraddicendo la sua natura: qualunque azione vuole conquistare, sempre e di più, il suo intento, al di fuori di qualsiasi limite. E’ ciò che vuole anche quella condotta economica volta ad efficienza e ad aumento di profitto. Capitalismo, quindi, è definito non dalle regole cui è stato assoggettato, nel corso della storia, ma dal suo fine, rappresentato da volontà di profitto e di efficienza.

Solidarietà è estranea alla nozione di capitalismo. Secondo l’economia capitalistica, tuttavia, solidarietà costituisce vincolo ab extra, da cui essa tende ad affrancarsi, quantunque, in taluni momenti storici, sia stata adoperata, a servizio di efficienza: perché esista efficienza, ci si è serviti di solidarietà.

Votando destra e centro destra, i cittadini possono volere bensì molte cose, ma (lungi da me la idea di operare giudizi di valore, al riguardo) essi attribuiscono, così, preferenza ad un regime socio-economico, finalizzato ad efficienza il quale utilizza solidarietà, per realizzarla. Anche votando sinistre e cattolici, i cittadini possono volere bensì molte cose, ma (pure in siffatta ipotesi, lungi da me l’intenzione di affermare se sia un bene o un male) essi consolidano, così, un sistema socio-economico il quale ha come finalità solidarietà e si serve di efficienza, per raggiungerla.

Vero è che si può volere una società nella quale solidarietà ed efficienza si limitino reciprocamente, cosicché possa cessare l’intenzione di entrambe di ergersi ad obiettivo principale dell’agire sociale; ma parimenti indubitabile è che, in questo modo, capitalismo ed economia di mercato si estinguerebbero giacché avrebbero rinunziato al loro scopo, formato da efficienza, servita da solidarietà.