TUTTI PAZZI PER LA PAS (SINDROME DI ALIENAZIONE PARENTALE)

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E il rapporto simbiotico, la sindrome paranoide, l’inidoneità genitoriale… che fine hanno fatto? 

di Vincenza Palmieri

Fin da quando ascoltai per la prima volta Gardner parlare di Sindrome di Alienazione Parentale, compresi quanto quello della PAS fosse un concetto pericoloso, una “nuova patologia” che si sarebbe prestata a fare da sponda a chi cercava una strada per poter allontanare i bambini dalle proprie famiglie. Ancora un’altra strada.

La PAS: un uncino infido ed efficace. Capace di arpionare Minori, Genitori, Famiglie intere, per scaraventarli con forza in quel vortice di diagnosi, allontanamenti, dolore e autentica tragedia costruito ad hoc dai signori della Filiera, dagli architetti della nuova Psichiatria.

Quando il 29 maggio 2020 il Ministro Speranza ha risposto ad una interrogazione parlamentare sulla PAS dichiarando di non riconoscerla «in ragione della sua evidente ascientificità» (con nota prot. 1.6.b.b/2019/1629) – dopo che già la Comunità Europea si era espressa – pensai che finalmente sarebbe stato possibile liberare il nostro Paese dalle conseguenze nefaste di questo dogma, restituendo anche i bambini ai genitori incolpevoli che li avevano visti strappar via con forza.

Gli effetti li trovammo con gioia in una sentenza della Cassazione che, al tempo, il 24 marzo 2022, fu definita storica. Un bambino che “per questioni legate alla PAS” era stato destinato ad una soluzione alternativa alla famiglia, rimaneva invece con la mamma, proprio perché l’alienazione genitoriale non poteva essere considerata condizione per l’allontanamento.

Sembrava che finalmente si riaffermasse un principio di civiltà e democrazia, sembrava aperta una strada importante. «Non una di meno!» abbiamo sostenuto, affinché nessuna madre o padre restasse escluso da questa sacrosanta rivoluzione culturale di giustizia. E quello che è successo, invece, è stato una drammatica sorpresa.

Negli anni ho dovuto combattere molte volte per riaffermare l’ascientificità dei principi base della PAS. Ma quella rivoluzione culturale che non avrebbe dovuto escluderne neanche una, alla fine si è rivelata valida per una soltanto.

Quella “storica sentenza” – che non era la prima, ma fu fortemente accompagnata da un grosso clamore mediatico – sembrava promettere il ritorno a casa di tutti i bambini strappati in ragione della PAS; di fatto, invece, la portata dell’evento è stata di tutt’altro genere.

Abbiamo assistito addirittura a una marcia indietro su Bibbiano. «Una montatura per colpire Foti», abbiamo letto. Come se la sofferenza di un Paese intero – «Bibbiano è tutta Italia» lo abbiamo gridato nelle piazza assieme a milioni di persone del Popolo dei Diritti Umani – improvvisamente fosse stata inventata di sana pianta per colpire un solo uomo. Come se Bibbiano non fosse la punta di un iceberg enorme e radicato, ma un escamotage per additare un singolo.

Ecco, allora, come la vittoria di ogni Bambino e ogni Famiglia è stata rivoltata fino a diventare l’ennesima arma in mano ai carnefici.

E chi ha le mani e i piedi dentro la Filiera che allontana i bambini oggi approfitta per “farsi un lifting”, per uscirne pulito, addirittura vincitore, in vista di settembre, del 25 settembre.

Il tema centrale sembra essere la PAS

E mentre ci si concentra su una sindrome priva di ogni fondamento scientifico, noi che lavoriamo per le Famiglie sappiamo bene che all’interno dei Tribunali, delle relazioni dei Servizi Territoriali e delle CTU scorre altro e ben altro che il rivolo acquoso della PAS.

Il rapporto simbiotico, la “madre paranoica”, la madre che entra in un centro antiviolenza con i propri figli e ne esce senza… tutto questo non è più degno di attenzione? La «famiglia invischiata», la generica e sempre funzionale inidoneità genitoriale… che fine hanno fatto? E tutti quei papà e quelle mamme che non vedono da anni i propri figli, brave persone che forse non li vedranno più, proprio grazie alla Filiera Psichiatrica?

Si promettono grandi battaglie contro la PAS – e questo va molto bene – ma guarda caso a settembre. Eppure, qualcuno pensa davvero che così si smetterà di sottrarre i bambini o che i bambini portati via torneranno a casa?

Finché ci saranno CTU con poteri illimitati, relazioni false mai contestate, diagnosi selvagge anche a bimbi di pochi anni, operatori che all’interno delle strutture scrivono relazioni ai giudici per tenere lontani i genitori invece che lavorare secondo legge sul recupero delle funzioni genitoriali, i legacci della Filiera a stringere i polsi a Famiglie e Bambini da resettare, nulla cambierà. Perché chi era uscito a calci dalla finestra, ora rischia di rientrare in pompa magna dal portone principale, in “buona compagnia”.

La mia preoccupazione grande, allora, è per quei papà e quelle mamme che da mesi non vedono i propri figli, laddove l’illegalità regna sovrana e dove bambini e famiglie vengono esibiti per questo o quell’interesse di parte.

Le bandiere, di questo o quel colore, sventolano finché c’è il vento. Poi, quando l’aria cambia, quando il vento smette di soffiare, ripiegano su loro stesse e spariscono, perdendo ogni consistenza.

Ma non lasceremo che le grandi vittorie del Popolo dei Diritti Umani vengano disperse dai nuovi Guru alle cui spalle prosperano i soliti vecchi Guru.

Noi continueremo a lavorare, nelle aule di Tribunale, nelle Famiglie, ma anche nelle piazze. Perché non lasceremo le nostre battaglie di sempre nelle mani di chi le ha strumentalizzate per interesse personale, non nelle mani di chi ci si riempie la bocca, mentre mangia sulla pelle dei Bambini.

Noi ci siamo, siamo qui. Uniti, solidi.

Senza interessi personali né “di quartiere”.

Senza bandiere, se non quella indistruttibile dei Diritti Umani.

Vincenza Palmieri