La paura è un’“emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata da un ricordo o prodotta dalla fantasia” (“Psicologia” U. Galimberti, ed. Garzanti) e si manifesta nell’uomo ad ogni età indipendentemente dalla cultura e in ogni animale.
La fobia viene definita come “un timore irrazionale e invincibile per oggetti o specifiche situazioni che, secondo il buon senso, non dovrebbero provocare timore” (idem). La paura e la fobia sono collegate tra di loro perché:
1- entrambe hanno una base neurofisiologica che prepara l’organismo alla risposta (fuga o attacco);
2- entrambe hanno origini nei nostri progenitori quando la loro sopravvivenza poteva essere messa seriamente in pericolo da animali feroci, insetti velenosi, attacchi di altri uomini in situazioni all’aperto, ecc.;
3- la paura è basilare allo sviluppo della seconda; ciò vuol dire che la paura per quell’oggetto o evento si può evolvere in fobia;
4- la paura e la fobia, sono una difesa verso un oggetto/evento che può rappresentare pericolo verso la sopravvivenza personale. La differenza fondamentale è che la paura finisce con l’allontanamento dell’oggetto provocatore mentre con la fobia il senso di allerta permane anche con la risoluzione dell’evento.
Quando ci capita di osservare una persona o un animale che ha paura, si notano sia segnali verbali (vocalizzazioni, urla di spavento, ecc.) e non verbali (mimica, postura, gestualità ecc.), in parte innati e in parte appresi, ed un insieme di fenomeni involontari neurovegetativi del sistema nervoso “simpatico” (sudorazione con aumento della secrezione di adrenalina, tensione muscolare, aumento del ritmo respiratorio e cardiocircolatorio, ecc.) il cui scopo è comunicare agli altri il pericolo e preparare l’organismo alle due reazioni fondamentali: l’attacco e la fuga.
È importante, a questo punto, differenziare la paura come emozione innata, con i suoi correlati neurofisiologici, dalle paure che sono, invece, reazioni di paura verso oggetti e/o situazioni/eventi caratteristiche di quella cultura e di quel tempo storico in cui la persona è inserita. Ciò vuol dire che gli uomini moderni hanno delle paure diverse dagli uomini primitivi e gli uomini europei hanno paure diverse dagli uomini che vivono in Africa.
Da che cosa sono determinate, quindi, le paure? Ci sono modi attraverso cui le paure si inseriscono nella nostra vita: il condizionamento e l’apprendimento. Il condizionamento è di due tipologie:
1 – il condizionamento classico, attraverso cui una persona può aver paura di un oggetto o evento per esperienza diretta (una persona è stata morsa da un cane);
2 – il condizionamento operante, quando (proseguendo l’esempio della paura del cane) l’esitazione di un bambino nell’avvicinarsi ad una cane viene rinforzata dalla madre che, per esempio, lo allontana (prendendolo in braccio, spostando la sua posizione, ecc).
Una particolare paura può anche manifestarsi solo con un apprendimento, cioè una persona può aver paura dei cani perché ha visto un attacco feroce di un cane.
Quando una persona con una fobia va dallo psicoterapeuta? Quando la fobia impedisce la vita quotidiana e lavorativa. Ad esempio, se una persona ha la fobia dei ragni, evita qualsiasi contatto con questi insetti e tutto finisce lì. Se, invece, una persona deve viaggiare con gli aerei per lavoro ma ha la fobia per il volo, la fobia diventa un grosso impedimento, è invalidante.