Continuano a chiedere l’abolizione del Reddito di Cittadinanza considerato uno sperpero di risorse pubbliche e uno strumento che allontana dal lavoro, eppure, secondo dati Istat, le somme erogate finora hanno permesso a 500.000 famiglie, circa un milione di persone, di non giungere alla povertà estrema. L’introduzione del reddito di emergenza in piena pandemia poi, ha salvato dalla disperazione vera anche i “nuovi” poveri.
Il riscontro della presenza di anomalie nell’assegnazione del sostegno, truffe in sostanza, può annullare la valenza di uno strumento nato per portare uguaglianza tra i cittadini? Si colpevolizza una misura di sostegno anziché lavorare sull’efficienza nell’erogazione del servizio, sulla trasparenza delle procedure di assegnazione.
Una delle finalità per cui è nato, non è stata raggiunta: incentivare l’aumento del salario e rendere la vita di molte categorie di lavoratori più dignitosa. Una provocazione non colta, almeno nel lavoro stagionale su cui si è dibattuto anche troppo negli ultimi mesi. Imprenditori che lamentano la mancanza di personale tra nero e condizioni lesive della dignità umana, intenzionati a passare l’estate abbondante, sulle spalle di studenti e precari. Due euro l’ora è stato il fondo. Una novità è l’aggiunta di un articolo ad hoc all’interno del decreto che disciplina il sussidio (Decreto-legge numero 4/2019): è previsto che, accanto all’attività dei Centri per l’impiego, anche i datori di lavoro privati possano proporre ai beneficiari RdC delle offerte di lavoro congrue. Tutto il DI al seguente link.
Parlando di contrasto alla povertà, il Rapporto annuale dell’Istat per l’anno 2020, dimostra il ruolo rilevante del RdC, ruolo da ricordare a quanti, con insistenza, continuano a chiederne l’abolizione.