Temono la crisi o le elezioni?

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Domani si vota la fiducia a Draghi

Le comunicazioni del presidente del Consiglio ed il successivo dibattitto sulla fiducia con il voto partiranno da Palazzo Madama. E’ questo il frutto dell’accordo tra i presidenti del Senato Elisabetta Casellati e della camera Roberto Fico. All’interno del M5s la resa dei conti è infinita, coi vertici del gruppo alla Camera in rivolta e il rischio scissione alle porte.
Conte: “Ora la decisione spetta a Draghi”. Al termine della riunione parlamentare, per il leader, il premier dovrà valutare le condizioni e decidere il perimetro del dialogo: c’è tempo fino a mercoledì, quando si voterà la fiducia al governo. “L’atteggiamento di responsabilità – dice Conte – ci impone di chiedere al presidente Draghi che le priorità da noi indicate vengano poste nell’agenda di governo”. Intanto, però, il presidente del M5s teme l’accerchiamento: chi gli sta vicino legge le mosse degli altri partiti, sia di centrosinistra sia di centrodestra, come un disegno per relegarlo ai margini.

Il pallottoliere ha contato una ventina di interventi di chi vuol confermare l’appoggio a Draghi. Se ne è fatto portavoce un esponente di spicco del M5s, il capogruppo a Montecitorio Davide Crippa: “Non si capisce perché non dovremmo votare la fiducia”. La posizione dei contiani l’ha invece riassunta la deputata Vittoria Baldino: le dimissioni di Draghi sono state un reazione “scomposta”, che va letta come “un invito alla porta”.
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