Messa in sicurezza del fosso Ponton del Castrato, siamo ancora in alto mare

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Comitato “2 ottobre”: «Perché nessuna delle azioni intraprese dall’amministrazione è andata a buon fine?»

Il 13 luglio alle ore 17,30 si è svolto presso l’aula consiliare l’incontro tra il Sindaco, l’architetto Mencarelli, gli ingegneri Simonelli e Coletti con i cittadini di Alibrandi sull’annosa questione del progetto di messa in sicurezza del fosso Ponton del Castrato e sul destino dei 3 milioni di euro finalizzati al progetto dalla Regione Lazio.
Dopo quattro anni di Amministrazione Tidei e ben due progetti bocciati dall’Autorità di bacino, ci si aspettava che oggi fosse finalmente presentato un progetto definitivo che, nell’anno residuale dell’attuale amministrazione, fosse per lo meno avviato. Quello che i preoccupati ed indignati cittadini di Alibrandi si sono visti presentare è un ennesimo nulla di fatto, corredato da un patetico scarica barile dell’Amministrazione comunale sui tecnici Simonelli e Stamegna, estensori del progetto esecutivo, e sull’Autorità di bacino.
Sarebbe finalmente emerso che l’Autorità di bacino avrebbe bocciato i due progetti precedenti per gli errori sul calcolo delle portate del fosso: la vasca di 2 ettari non sarebbe sufficiente ad abbattere il rischio di un fenomeno di piena duecentennale, per la quale gli invasi necessari dovrebbero invece coprire un’area di 6 ettari, il che richiederebbe un gran numero di espropri ed un finanziamento complessivo di ca. 12 milioni di euro.
L’ennesimo progetto stralcio presentato dall’Amministrazione (il terzo) deve comunque essere coerente con la grande opera complessiva la quale, attualmente, non esiste nemmeno sulla carta in quanto devono essere ancora reperiti i ca. 200 mila euro per finanziarne la progettazione. In Pratica su Ponton del Castrato il progetto di messa in sicurezza sta all’anno zero.
Eppure sono quattro anni che se ne parla; come mai si è perso tutto questo tempo? Perché nessuna delle azioni intraprese dall’amministrazione è andata a buon fine?
Da quanto è stato spiegato con qualche imbarazzo ed esitazione, gli ingegneri Simonelli e Stamegna hanno cercato di farsi approvare un progetto che mitigasse il rischio (senza eliminarlo) e che potesse essere finanziato con i soli tre milioni di euro disponibili, consentendo all’Amministrazione di procedere ai lavori su terreni Arsial senza incorrere in espropri.
Si è probabilmente giocato un po’ troppo sulle reali portate e sulla reale misura di abbattimento del  rischio per poter ottenere il placet dell’Autorità di bacino la quale, lungi da avere un atteggiamento persecutorio, ha semplicemente rilevato le incongruenze di calcolo.
Il Sindaco, cadendo dal pero (non sapeva nemmeno dell’esistenza di una piscina privata che ostruisce la parte tombata del fosso) si è detto costernato e sorpreso dall’incompetenza dei tecnici vincitori di bando, promettendo di “defenestrare” il povero ing. Stamegna, assente per gravi motivi di salute, e incaricando l’ing.
Coletti e Simonelli “a furor di popolo”. Si è ben guardato il Sindaco di tirare le orecchie a “suo” tecnico Mencarelli, capace di portare ad ogni riunione una versione differente (una vasca, due vasche, zero vasche …) sia del progetto che del suo iter, indisponendo i cittadini allarmati di fronte a questo eterno “gioco delle tre carte” sulla pelle delle persone. Mencarelli ha continuato ad insistere sulla linea (fino ad oggi perdente) di poter eludere l’opinione dell’autorità di Bacino da parte della stessa Regione Lazio, in virtù di una serie di altri pareri favorevoli.
L’ing. Coletti ha invece dichiarato che qualsiasi progetto stralcio come quello da lui presentato, che si limita alla pulizia degli argini e allo sgombero di ostruzioni nella zona di esondazione naturale su area agricola a monte dell’autostrada (in pratica un intervento di manutenzione ordinaria), deve essere compreso nel progetto complessivo di abbattimento del rischio di piena due centennale. Ad oggi sembra proprio che da questa strada non si sfugga.
Un intervento egualmente necessario è l’allargamento del ponte della ferrovia. Il delegato Amanati ha dichiarato di aver avuto assicurazione da RFI che i sottopassi pedonali di Ponton del Castrato e del fosso delle Vignacce saranno rimossi ma, anche qui, a parte l’assicurazione verbale, nessuna documentazione è stata esibita o condivisa.
In conclusione, i cittadini intervenuti si sono dichiarati non solo insoddisfatti ma anche piuttosto disillusi sulla possibilità di vedere realizzata la grande opera promessa. Indagheranno autonomamente presso gli enti preposti su quanto è stato affermato dai tecnici, senza escludere la possibilità di qualche azione collettiva per inadempienza.
Comitato “2 ottobre”