Nel cast accanto alle stelle del cinema internazionale ci sono anche Sergio Rubini e Jasmine Trinca.
di Barbara Civinini
Una sfida al destino che ricorda vagamente quella che Ingmar Bergman fece giocare al suo Antonius di ritorno dalla Terra Santa. Ma questa volta non si tratta di una partita scacchi con la morte, ma più semplicemente di un matrimonio per caso, quello di Störr, capitano di mare, dedito al proprio lavoro e rispettato da tutti, con la bella Lizzy.
Un giorno, mentre si trova in un bar con un amico, scommette con lui di sposare la prima donna che entrerà nella caffetteria. È così che Jacob conosce Lizzy, sua futura moglie. Una semplice scommessa, fatta quasi per gioco, cambierà per sempre la vita semplice e disciplinata del capitano Störr. Il matrimonio, però, si dimostrerà più complicato del previsto. La tranquillità del capitano Störr viene sconvolta dalla ricerca sempre più ossessiva di comprendere una donna sfuggevole, che non si fa dire da nessuno come vivere.
Il film è tratto dal romanzo omonimo dell’ungherese Milán Füst “La storia di mia moglie”, rimasto inosservato fino al 1958, quando approdò in Francia. Più tardi nel 1965 l’autore fu candidato al Nobel. Lo porta sul grande schermo la talentuosa regista conterranea Ildikó Enyedi – Orso d’Oro per “Corpo e anima” – che per la prima vota, dice, si cimenta con l’adattamento di un romanzo, ma con l’intenzione di servire i pensieri e la mente di uno scrittore che ammira profondamente fin dall’adolescenza. Non voglio che il mio ego ostacoli l’incontro del pubblico con questo racconto squisito e gentile, prosegue. Voglio trascinare lo spettatore nelle profondità del mondo di Jakob Störr, l’affascinante capitano di vascello naufragato sulla terraferma, spiega.
In sostanza una trama solo apparentemente classica dovrebbe servire a predisporre gli spettatori a fare un viaggio nell’animo dei protagonisti all’interno di questa storia di gelosia coniugale. La regista dichiara di volersi astenere dall’uso di gesti apertamente cinematografici tipici del film d’autore.
Il tocco personale, afferma, è nascosto nei dettagli. I due protagonisti sono interpretati da due attori molto richiesti, la diva francese Léa Seydoux e l’olandese Gijs Naber, perfetti per una storia d’amore e sui mille colori della vita, che vuole essere anche una parabola sulla fine del patriarcato. Anche se poi la regista si lascia andare a una confessione inquietante. Jakob Störr, questo gigante goffo dal cuore grande, sono io, dice. La coproduzione internazionale con Ungheria, Germania e Francia, firmata per l’Italia da Palosanto Films con Rai Cinema, è distribuita da Altre Storie, società di produzione e distribuzione cinematografica e audiovisiva, nata nel 2014 con l’obiettivo di dar voce ai nuovi talenti, capaci di realizzare opere di qualità dal respiro internazionale. Tutto questo perché, sostiene Altre Storie, esiste una certezza: “c’è sempre una Nouvelle Vague da scoprire”. Il film, che ha avuto anche il sostegno della DG Cinema del Ministero della Cultura e del Fondo per il Cinema e l’Audiovisivo della Regione Lazio, dura circa tre ore.