A UN ANNO E 4 MESI PER CALUNNIA, RINVIATO A GIUDIZIO INVECE DAVIDE VANNICOLA. PROVARONO A GETTARE OMBRE SULL’EX COMANDANTE DEI CARABINIERI ROBERTO IZZO
Erano stati prima indagati nell’ambito di una vicenda legata al caso Vannini, e a distanza di tempo il tribunale di Civitavecchia si è pronunciato infliggendo una condanna a un anno e quattro mesi all’ex maresciallo della Finanza Giovanni Bentivoglio e rinviando a giudizio invece Davide Vannicola, commerciante di Tolfa. Questa è la sentenza emessa dal gup in merito all’accusa di calunnia dove la persona offesa è l’ex comandante dei carabinieri di Ladispoli Roberto Izzo.
Tutto nacque dopo una serie di messaggi social dello stesso Bentivoglio nel cui gruppo di Telegram figurava pure Vannicola e altre persone. Messaggi che si riferivano ad un presunto fascicolo che riguardava Antonio Ciontoli, il capofamiglia condannato poi insieme alla moglie e ai figli per l’omicidio del giovane cerveterano Marco Vannini avvenuto nel 2015. Bentivoglio, è quanto ricostruito dai magistrati, avrebbe scritto via social che il fascicolo in cui era stato fermato Ciontoli “perché accusato di estorsione per aver mostrato a due prostitute il suo tesserino dei servizi segreti, dicendo loro che non avrebbe pagato per la prestazione sessuale consumata”, fosse stato dirottato da Izzo dalla Procura di Roma a quella di Civitavecchia. Il tutto perché il gruppo di Vannicola e Bentivoglio, in quel periodo, sosteneva che Izzo avesse coperto in qualche modo Ciontoli, di cui, sempre secondo la loro versione, sarebbe stato molto amico, proprio nel caso del delitto di Vannini. E la tesi di Vannicola, approdata anche su diversi canali televisivi, fu quella che a sparare non fosse stato Antonio Ciontoli ma il figlio Federico, e che l’ex carabiniere Izzo avrebbe in qualche modo coperto tutto. Per il gup però quella tesi era falsa perché Roberto Izzo non era al comando della stazione di Ladispoli, ma era in servizio in Friuli Venezia Giulia.