Cerveteri, Moscherini ?

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Perché? 

Si è consumato in un modo scontato il travaglio del centro-destra cerveterano che alla fine ha visto, imposta da Roma, la candidatura a sindaco di Moscherini, già Presidente dell’Autorità Portuale a Civitavecchia.
Banalmente si potrebbe dire che è il frutto di una delle malattie endemiche di questa città, insicura ed incapace di esprimere gente di valore ed all’altezza del compito. Meno banalmente, si potrebbe dire che il tutto va ricercato in una delle solite diatribe tra personaggi che si fanno la guerra con la classica presa di posizione: ”Io no? E allora neanche tu” mettendosi nelle mani di Roma, che salta così le decisioni dei circoli locali, alla faccia della democrazia.
A questo punto, però, c’è da chiedersi, se è stato veramente uno sforzo “sofferto” quello del partito di Roma o se piuttosto non sia stato il risultato di una “regia” in fondo non tanto “occulta” da parte di chi a Roma vuole Cerveteri protagonista e al centro di vecchi progetti che intrecciano una caterva di interessi noti per la loro trasversalità, non viziati da ideologia ma soltanto da tanta, utile spregiudicatezza. Ciò porterebbe a coltivare quel sogno proibito di cementificazione del litorale che parte da Fiumicino e arriva a Civitavecchia, interessando naturalmente i territori di Cerveteri e Ladispoli.

Si spiegherebbero così, e troverebbero un senso tutto quanto è successo di strano negli assestamenti interni di destra e sinistra che vedono un “Nuovo Inizio” a Ladispoli ed un “estraneo” a Cerveteri che piuttosto che “unire” “spacca”.
E come al solito Pascucci “ringrazia”.
 

Toni Moretti