Con il mese di gennaio inizia l’anno legale del nostro calendario. I romani dedicarono questo periodo al dio Giano (Ianus), da cui deriva il nome gennaio.
di Pamela Stracci ©
Giano era quella divinità del pantheon romano preposta agli inizi di un’attività umana o della natura. L’inizio era simboleggiato dall’atto di attraversare una porta, la ianua latina, lasciare il passato per entrare nel futuro. Giano bifronte, un busto con due volti che guardano in direzioni opposte, rappresenta proprio questo passaggio: l’inizio e la fine, il passato e il futuro, l’interno e l’esterno. Ricomincia il nuovo anno e proprio per questo è il primo mese del calendario, il principio, il primo numero da cui tutto ha inizio.
Tra le festività che ricadono in questo periodo c’è l’Epifania con la Befana, questa vecchietta che porta in dono dolcetti ai bambini buoni e che dell’anno precedente “tutte le feste porta via”! Ma questa vecchietta non è altro che una strega benevola della precedente tradizione, che rappresenta Madre Natura giunta alla fine dell’anno, alla fine di questo ciclo, la personificazione femminile dell’anno che prima di essere bruciata per risorgere offre regali e dolciumi che altro non sono che semi della rinascita. L’Epifania si conclude proprio la dodicesima notte dopo il Natale, la celebrazione del Sol Invictus vittorio sulle tenebre.
Il 17 gennaio invece è la festa di Sant’Antonio dove sui sagrati delle chiese si benedicono gli animali domestici: cani, gatti, cavalli, asini e non solo, sfilavano davanti alla chiesa per essere benedetti. Questa tradizione è sopravvissuta fino ad oggi.
il 25 gennaio si festeggia la conversione di San Paolo: per i contadini di un tempo era un giorno importante per le previsioni metereologiche. Una filastrocca antica suonava così: “Se il giorno di San Paolo è sereno, godrem l’annata e l’abbondanza in seno; ma se fa freddo guerra avremo ria e se nevica piova o carestia”.
Il 29 del mese, cadono i tre giorni della merla i più rigidi dell’anno.
Entra in questo periodo il segno astrologico dell’Aquario. La costellazione dell’Aquarius era nota sin dai tempi antichi: per gli egiziani era il dio del Nilo mentre per i greci e romani era il giovane e bello Ganimede figlio del re di Troia, Tros. Questo ragazzo era il più bello tra i mortali, tanto da scatenare la passione di Zeus che, volendolo tutto per sé lo fece rapire dall’aquila divina e lo portò sull’Olimpo. Successivamente Ganimede fu posto dal dio in cielo come costellazione per evitare le gelosie della moglie Era.
Un’ultima curiosità: l’albero di questo mese è il sorbo dalle piccole bacche color rosso che simboleggiano la rinascita ma anche della protezione come per i Celti.