GIORGIO PARISI: “GUERRA? EVITARE SCONTRO DIRETTO”

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IL NOBEL PER LA FISICA COMMENTA IL CONFLITTO IN ATTO TRA RUSSIA ED UCRAINA. I GIOVANI? “DEVONO CAPIRE LE PROPRIE CAPACITÀ.

Di Graziarosa Villani

“Per la scoperta del legame tra il disordine e le fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala anatomica a quella planetaria”. Questa la motivazione con la quale Giorgio Parisi ha ricevuto il Nobel per la Fisica 2021 assieme a Syukuro Manabe della Princeton University e Klaus Hasselmann del Max Planck Institute for Meteorology di Amburgo. Parisi (nato a Roma nel 1948) è professore ordinario di Fisica Teorica all’Università La Sapienza di Roma, ricercatore associato all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

È stato Presidente dell’Accademia dei Lincei (2018- 2021) e oggi ne è il vicepresidente. Ha dato contributi determinanti in diverse aree: fisica delle particelle, meccanica statistica, fluidodinamica, materia condensata, supercomputer. Ha, inoltre, scritto articoli su reti neurali, movimento di gruppi di animali. Parisi è il sesto italiano a ottenere il Nobel per della Fisica, dopo Guglielmo Marconi (1908), Enrico Fermi (1938), Emilio Segre (1959), Carlo Rubbia (1984) e Riccardo Giacconi (2002). L’11 marzo scorso ha tenuto all’Accademia dei Lincei una conferenza sul tema “La complessità dal punto di vista di un fisico” nel corso della quale ha ripercorso le tappe dei suoi studi. Uno dei suoi primi scritti – ha raccontato lui stesso – sulla teoria che gli è poi valsa il Nobel secondo un revisore di una rivista scientifica “non valeva la carta su cui era stata scritta”.

Lo abbiamo incontrato faccia a faccia per una intervista.
La guerra. Analizziamo la guerra secondo il suo sistema di studio. Il sistema complesso che era l’assetto politico internazionale in pratica si sta frantumando, secondo lei come come si può trovare l’equilibrio in questa situazione?
Se sapessi rispondere a questa domanda mi darebbero il Nobel per la Pace. Non è evidente cosa si possa fare. Certamente la cosa fondamentale è evitare escalation perché poi non si torna indietro.

Più si aumenta il livello di scontro più diventa difficile fare la pace dopo. Il suo suggerimento?
Difficile dirlo. Abbiamo visto che durante la guerra fredda c’è stato tutto un sistema di controllo per evitare possibili escalation del conflitto. Anche adesso è chiarissimo che non si deve essere un confronto diretto tra forza Armate della NATO e forze armate russe perché lo scontro rischia di non fermarsi. Quindi bisogna assolutamente evitare qualunque forma di escalation e cercare di tenere aperti tutti i canali diplomatici possibili, cosa che non è facile.

I giovani. Ne parliamo come disperati. Che ricetta ha lei per i giovani? Se tornasse giovane cosa farebbe?
Non lo so. Forse avrei fatto biologia. Non ho idea. In generale io penso che i giovani debbano in qualche modo capire quello che fanno meglio e cercare di realizzarlo. Quindi valorizzare le proprie capacità. Sì valorizzare le proprie capacità. Questa è la cosa più importante. Ovviamente devono essere in grado di capire bene le proprie capacità cosa che non è facile perché uno può autoilludersi o può essere, al contrario, troppo pessimista, già capire le proprie capacità è importante. Io non ho nessun consiglio su come capirle.