IL DOLORE DEL “FUOCO DI S.ANTONIO”

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L’HERPES ZOSTER E LA NEVRALGIA POSTERPETICA

<L’Herpes zoster è una dermo – neuro – ganglio – radicolo – mielite chiamata anche “fuoco di S.Antonio”. Si tratta di un’eruzione vescicolare unilaterale a distribuzione metamerica, preceduta e accompagnata da intenso dolore locale. Il dolore può precedere di 48 – 72 ore la comparsa delle lesioni. Trattasi di macule – papule -eritematose che rapidamente evolvono in vescicole. Le conseguenze più debilitanti sono la nevrite acuta e la nevralgia post-erpetica, entrambi molto comuni negli adulti, la seconda più frequente negli anziani. La sintomatologia persiste per 6 mesi dopo la guarigione della lesione cutanea, nella metà dei pazienti di età superiore ai 50 anni che hanno avuto l’Herpes zoster. Quando viene interessato il ramo oftalmio del nervo trigemino si ha lo Zoster oftalmico, patologia particolarmente dolorosa. Lo stesso dicasi quando viene interessata la branca sensitiva del nervo facciale (sindrome di Ramsey Hunt) caratterizzata da lesioni del canale auricolare (orecchio), paralisi facciale omolaterale e perdita del gusto a livello dei due terzi anteriori della lingua. Più rare le complicanze a carico del SNC (Sistema Nervoso Centrale). In pazienti immunodepressi (specie Hodgkin e non Hodkin) più elevati sono i rischi di una disseminazione cutanea e viscerale. La sindrome clinica è ben più severa. La diagnosi è eminentemente clinica, effettuata sull’aspetto dermatologico e sulla distribuzione delle lesioni (unilaterale, solo una parte del corpo)> (Clinica medica Omeopatica Aldo Ercoli 2007). In carriera, nella vita professionale di medico territoriale (“di frontiera”) avrò visto e curato non meno di 200 casi di Zoster. Come detto prima, con quelle peculiari caratteristiche, è quasi impossibile sbagliare diagnosi. Qual è l’eziologia? L’Herpes zoster deriva dalla riattivazione dell’infezione latente da virus Varicella – Zoster (VZ) che si trova nei gangli del S.N.C. e soprattutto del midollo spinale. Nella stragrande maggioranza dei casi (nella mia casistica sono oltre il 90%) la localizzazione è a livello toracico, con arrossamento (rash) cutaneo e nevralgia, generalmente confinato ad un lato del corpo, <a fascia (il termine “zoster”, in greco significa proprio “cintura”)> (Di Sintomi alla Terapia Medica. Gugliucci 2021) La localizzazione oftalmica e quella auricolare, fortunatamente molto più rare nella pratica clinica “di frontiera”, sono solitamente particolarmente dolorose e più spesso insorgono con l’aumentare dell’età.

Qual è la sua incidenza? Il rischio di riattivazione nel corso della vita è di circa 20-30%, con una certa prevalenza sia nei soggetti anziani che immunodepressi. Quello che ho osservato sul campo riguardo ai meccanismi alla base del “risveglio” del virus (la “varicella che dorme”), latente nei gangli nervosi, è la constatazione che in tutti i casi ci sia un deficit immunitario che ha varie cause: intensa depressione, neoplasie, malattie immunodepressive. Uno degli aspetti più severi dell’HZ è la nevralgia post – erpetica. Può durare molte settimana ma più spesso anche tutta la vita. <<In Italia si stimano 12 mila casi annui di nevralgia post-erpetica su 130 mila casi di HZ>> (Gugliucci 2021 op. cit). La terapia tradizionale, allopatica? Si va dalla nevralgia lieve (Fans) a quella moderata (Fans o corticosteroidi e oppioidi maggiori). Nei pazienti depressi è utile l’Amitriptilina (antidepressivo triciclico). La terapia antivirale base si avvale del Famciclovir (500 mg cpr 3 volte al giorno per 7 giorni) o del Valcilovir (1 cpr 3 volte al girono per sette giorni.

E’ importante la tempestività del trattamento antivirale: se effettuata entro pochi giorni dall’eruzione cutanea sia la remissione completa con guarigione che la conseguente nevralgia post erpetica sono altamente certi. Riguardo al trattamento omeopatico dell’HZ (ho insegnato omeopatia per più di 30 anni in diverse città italiane) è bene precisare che è molto difficile (ma non impossibile) avere guarigioni sbalorditive. Se non si punta sul “giusto simillimum” (Rhus Tox, Mezereum, Ranunculus bullosus, Arsenicum Album, Apis etc) è, ripeto, molto difficile riportare successi terapeutici.