PREMIATO DALL’ASSOCIAZIONE “INARTE” IL PITTORE CHE RIPRODUCE L’INAFFERRABILE.
A tu per tu con Pietro Sarandrea, il poliedrico artista nasce a Roma nel quartiere San Pietro, ma dal 1984, vive e dipinge nella cittadina di Bracciano, a pochi Km da noi.
Dal conflitto tra la dimensione spirituale e la terrena, all’origine delle sue creazioni perfettamente geometriche, sino alla pittura d’azione.
Professione pittore, come vivi il conflitto tra l’opera d’arte e l’arte commerciale?
All’inizio non riuscivo a scindere i due discorsi, la creazione parte dalle esigenze interiori lontana dall’esigenza di consumo. Dopo una crescita personale, parliamo degli anni ‘90 l’ho superato. Ringrazio i conflitti che sono nati nel tempo per il contributo apportato alla scoperta di me stesso. Tirare fuori tutta l’angoscia che si ha dentro fortifica.
Dunque per te dipingere è terapeutico?
Adesso anche di più, raggiunta la consapevolezza grazie allo yoga, alle tecniche di meditazione, compreso il digiuno, che vuol dire morire e rinascere, ho applicato le tecniche acquisite alla creatività. Durante la bella stagione vado all’alba al lago, nella natura raccolgo l’energia dell’acqua, dell’aria, della terra e tornato nella mansarda di casa, dove regna più la ragione, creo. Ho attrezzato anche una cantina per l’espressione artistica, dove tengo pronte delle tele tonde o a sezione aurea o pentagonali.
Metaforicamente la cantina rappresenta la parte più profonda di te, dunque hai allestito due luoghi ben distinti e, a seconda del mezzo con il quale vuoi esprimere il concetto del momento, vai.
Esatto, a volte sono più rigoroso, altre più istintivo. Man mano che si scende nell’ombra si incontra l’avversario interiore, da sconfiggere. Uno sforzo energetico importante applicato sulla tela prende una forma con la condizione psicologica del momento. Stessa cosa per il colore, che è frequenza, vibrazione.
Sei un artista selettivo, dove nascono le tue intuizioni?
Organizzo spesso delle conferenze dove spiego un quadro a sezione aurea per poi arrivare a far comprendere l’atto puro. Quindi dare anche un valore, per esempio, alle tele tagliate di Fontana, che trascende da questo spazio ad un altro. Dietro ci sono tecniche, conoscenza e studio profondi non solo estro, casualità. Sono per pochi, è vero, ma allo stesso tempo mi piace far comprendere come giungo all’atto finale. Riguardo la mia sensibilità, fin da bambino sono stato considerato diverso, e questo stato d’animo mi ha reso fragile fin quando ne ho compreso il potenziale.
Geometria e Caravaggio, come nasce l’omaggio al Merisi?
Ho reinterpretato 3 opere del Caravaggio: Davide che uccide Golia, la Medusa, San Matteo e l’Angelo. Sono uscito dall’astrattismo puro aprendo un nuovo capitolo, non è a caso, simbolismo e geometrie sempre presenti così come la mia costante ricerca interiore. Nella reinterpretazione delle tre opere, un’autobiografia.