Il dolore toracico è una dei sintomi che più spaventa i pazienti. Il primo pensiero, in assenza di traumi alla gabbia toracica va all’infarto miocardico o, nelle migliori delle ipotesi, all’angina pectoris.
In realtà numerose sono le cause di dolore toracicoe ciascuna ha ben precise caratteristiche. Per quanto riguarda quelle cardiache oltre alla coronaropatia (angina stabile, insta abile, infarto) vi è la stenosi della valvola aortica, la cardiomiopatia ipertrofica, la pericardite, la miocardite.
Oltre al cuore anche patologie vascolari sono da prendere in considerazione: dissecazione aortica, embolia polmonare, ipertensione polmonare. Ed i polmoni? Il parenchima polmonare ad eccezione di polmoniti che interessano la pleura o di tumori che, oltre che la pleura, comprimono il branco medio del polmone destro, difficilmente da dolori al petto. La pleurite, anche la banale tracheobronchite, invece si. Cosi come il pneumotorace e la mediastinite.
Pensiamo poi a quante patologie gastrointestinali sono causa di questo sintomo: reflusso gastroesofageo, calcolosi epatica (colica biliare con dolore epigastrico a livello dell’ultima parte dello sterno), ulcera gastroduodenale, pancreatite acuta. Nella mia esperienza professionale cardiologica ho riscontrato, in più di 45 anni di attività che una delle cause più frequenti di dolore toracico non dipende dal cuore ma da patologie muscoloscheletriche. Molto spesso sono discopatie (ernie) del tratto cervico – dorsale della colonna vertebrale più raramente la costocondrite (sindrome di Thieze), crampi muscolari intercostali periartrite scapolo – omerale. Il dolore parte dal dorso e si irradia anteriormente seguendo il decorso del nervo. Ne le cause finiscono qui. La più frequente in assoluto è su base emotiva dovuta a disturbi emozionali neurodistonici di ansia somatizzata al torace. Altre cause ancora? L’herpes zoster e le patologie mammarie. Capirete bene che se non si conoscono le diverse patologie è difficile fare una diagnosi.
L’anamnesi familiare, l’interrogatorio anamnestico (il dolore è di nuova insorgenza, acuto o continuo? Oppure ricorrente, episodico? E’ invece persistente?), la visita cardiologica, la diagnosi differenziale sono tutte procedure essenziali. Affidarsi solo agli esami strumentali (ecg, ecocardiogramma, rx torace etc) è fuorviante.
Queste indagini ed altre ancora vanno eseguite sempre dopo un’attenta visita completa del torace. Se non si interroga il paziente, se non si approfondiscono bene i suoi sintomi non si va nella giusta direzione. Un dolore con senso di pressione retrosternale che perduri una quindicina di minuti specie dopo emozioni, aver preso freddo, dopo i pasti, attività fisica, deve far pensare all’angina pectoris. Se perdura più a lungo, in genere mezzora e anche più, verosimilmente fa pensare all’infarto (di solito il dolore è però più inteso oltre che più prolungato, non è alleviato dal “carvasin” o dal riposo).
Nella dissecazione aortica vi è un dolore molto violento, tipo “lacerante” al centro del torace, che ha la caratteristica di irradiarsi con i cambiamenti del corpo. Spesso di irradia al dorso. <Nell’embolia polmonare il dolore può essere sia retrosternale che laterale, di natura pleurica, associata a emottisi (tosse con emissione di sangue), tachicardia e ipossiemia> (Hurst).Nella pericardite acuta vi è un dolore costante, dietro lo stesso, molto spesso con una componente pleuritica, è peggiorato dalla tosse, dalla posizione supina (il paziente sta meglio piegato in avanti), dalla inspirazione profonda. Non di rado nella pericardite acuta si ascoltano sfregamenti pericardici. Altra causa potenzialmente grave da prendere in considerazione è la pleurite, dovuta all’infiammazione del foglietto pleurico, meno comunemente a tumori oppure al pneumotorace(aria nella pleura). Vi è un dolore acuto, improvviso, paragonabili ad una pugnalata, aggravata anche in questo caso delle tasse e dagli atti respiratorie profonde.In conclusioni ribadisco l’importanza dell’anamnesi. La diagnosi di un dolore toracico ha delle caratteristiche dolorifiche che variano a seconda dalla patologia in causa.
E’ importante saper interrogare a fondo il paziente. Capire come insorge il dolore, che cosa lo aggrava o invece lo allevia, quanto perdura, che caratteristiche ha, se insorge di notte con la tosse in un soggetto con riflusso gastroesofageo. E’ poi basilare cercare di comprendere (questa la vera arte medica) il suo stato d’animo, il suo comportamento psichico. Entrare nella mente del paziente per fare propria la sua sofferenza. Certo ci vuole tempo, paziente, esperienza. Conoscenza non solo cardiologica ma anche internista. Gli accertamenti diagnostici vengono dopo … e solo se sono necessari.