Senza fissa dimora: le storie dei volontari

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Senza fissa dimora, un problema iniziato prima del 2000. Ne parliamo con l’Avvocato Stefano Zoani.

Un flusso di gente che migra in modo errante, senza una meta e senza un perché. Una folla di persone che non crede più a nulla. Forse si nascondono in modo anonimo, per cercare di non apparire e vagano, senza meta per le strade di tutto il mondo. Conosco l’Avv. Stefano Zoani, che da sempre si è interessato di dare una mano a chi era in difficoltà. Quindi intervistare Lui su questo argomento mi sembrava logico.

Come è iniziato il suo percorso?
E’ iniziato per caso. Una mia insegnante del liceo spiegava agli alunni come essere solidari con gli altri e come poter aiutare le persone in difficoltà. Raccontava che il fratello era il Presidente della Società della S. Vincenzo De’ Paoli a Roma, ed aiutava le persone che chiedevano aiuto. Ero rimasto affascinato dalle cose che spiegava e raccontava la sua Professoressa di italiano.

Stefano continua a raccontare: “All’epoca ero molto giovane e rimasi incuriosito da un mondo che non conoscevo e che per la prima volta ne sentivo parlare. Si ero incuriosito e stimolato dal gruppo di persone che prestavano servizio di volontariato gratuitamente, il loro aiuto era cosi prezioso”.

Andò ad incontrarlo presso gli uffici del Vicariato di Roma, così il mio amico Stefano, ha iniziato il suo percorso per aiutare i più deboli già dal 1964. Entrò come volontario dell’associazione San Vincenzo De Paoli, dove, nel tempo ha ricoperto varie cariche. Presidente del Centrale di Roma e del Consiglio Interregionale Lazio-Umbria. Attualmente è Presidente della Fondazione Opera del Divin Redentore. La fondazione si occupa dell’assistenza notturna dei senza fissa dimora e della rieducazione degli ex detenuti. Conosco bene questo argomento, perché collaboro con loro da molti anni, so quanto lavoro e dedizioni occorre per poter ottenere dei risultati e riuscire ad interagire con i senza fissa dimora con pazienza, garbo, gentilezza per non metterli in difficoltà.
L’Avv. Zoani è riuscito ad istituire la mensa gratuita, presso la Parrocchia del Santissimo Redentore di via Melania a Roma. L’Avvocato è sempre in prima linea, insieme ai suoi volontari, per poter trovare soluzioni per cercare abiti, coperte per cercare di alleviare le tante difficoltà che hanno e alle loro svariate richieste.

Riuscite a soddisfare le mille richieste di aiuto?
Purtroppo abbiamo molti limiti, ma siamo sempre pronti a trovare soluzioni nuove.

Ci spiega che con tenacia e determinazione sono riusciti a far aprire le case di accoglienza notturna, per poter far dormire i clochard e dare loro un minimo di dignità. (Casa Serena e Casa Santa Caterina Labourè). Ogni venerdì sera a Piazza San Pietro, l’Avvocato ed il suo gruppo di volontari, sono li in prima linea per distribuire cibo e altre cose di prima necessità alle persone di qualsiasi Religione e Nazionalità che ne fanno richiesta. Faccio parte di questo gruppo, so cosa significa vedere queste persone al freddo o al caldo che dormono e vivono per strada. Mi chiedo se i clochard si rendono conto quale sarà il loro futuro. E’ un popolo errante senza meta e senza un futuro che vaga rassegnato in cerca di qualcosa che li possa aiutare a vivere giorno per giorno, ma che non hanno ne prospettive, e nemmeno sogni nel cassetto.
Tante volte mi chiedo, perché ? Perché fuggono dal loro passato? Il presente che non gli piace? Oppure fuggono da tutto, chissà se si rendono conto, perché lo fanno. Aiutare queste persone, dalle esigenze diverse, non è semplice e la fondazione riesce ad aiutare molti di loro. Aiutare a risolvere le loro problematiche di vive in queste condizioni è anche difficile da poter aiutare. E’ gente che non si fida più di nessuno. Con tanta pazienza occorre conquistare la loro fiducia e non è facile, perché sono persone che scappano per delle ingiustizie subite, oppure per un dolore la loro testa è tra le nuvole, non si ricordano, oppure non vogliono ricordare.
Molti si confidano, il perché del loro gesto ed io cerco di fargli capire che sarebbe più opportuno chiarire e dialogare, piuttosto che dileguarsi nel nulla. Da volontaria mi aggiorno con vari corsi. Vorrei non vedere più persone per strada seduti per terra, in cerca di impietosire i passanti e Stefano è d’accordo con me. Anche lui vorrebbe per i clochard un mondo migliore, ma noi facciamo il ns meglio per poter dare qualcosa subito per poter dare almeno qualcosa per nutrirsi e vestirsi . Qualche giorno fa, avevo chiamato Stefano, perché c’era una donna buttata per terra tra la sporcizia e diceva di star male. Il mio amico mi ha detto “devi chiamare subito l’ambulanza e le forze dell’ordine, e così ho fatto. Quando è arrivata l’ambulanza ha rifiutato di andare con loro. Diceva di aver paura di loro. Comunque non stava bene, pensate è rimasta per due giorni li buttata sul marciapiede al sole e alle intemperie. Le persone che passavano gli portavano acqua e delle cose da mangiare, ma lei da sotto il sole non si muoveva. Sono una volontaria di varie associazioni e non l’avrei mai lasciata sola, ma questa piccola e fragile donna detestava le altre donne e mi vedeva non come un’intrusa. Oggi ho notato che non c’era più. Chissà dove sarà andata a finire.
Capisco che non tutte le persone possono avere un carattere forte e possono essere manipolate dai malviventi che sono abituati a delinquere, per loro gli anziani o le persone fragili, truffarle è un gioco da ragazzi. Non tutti i senza fissa dimora sono in grado di esprimere i propri disagi, ma se la gente iniziasse a parlare, per avere dei riscontri, non sarebbe male. Parlare, per dimenticare, parlare per poter crescere attraverso il dialogo e liberarsi del negativo. Liberarsi dai fantasmi del passato e crearsi un futuro migliore. Come volontari il ns gruppo cerchiamo di dare una mano, molte volte siamo riusciti ad ottenere ottimi risultati. Mi auguro che il ns contributo aiuti molte persone a vincere e ad ottenere una vita migliore.

Cosa dire dei senza fissa dimora o clochard? Se una scelta di vita ok, ma se accade di trovarsi per strada, per altri motivi è totalmente diverso. La vita che affrontano queste persone è pesante ed i disagi sono notevoli. Non sanno cosa fare o dove dormire. Lo sgomento che provano queste persone è senza limiti. Nella vita può accadere di tutto, perdere il lavoro, oppure ci sono figli che anche se lavorano non possono permettersi di pagarsi un affitto e abitano a casa dei genitori. Cosi se i genitori sono in affitto e muoiono, si ritrovano senza una casa. Le alternative o vivere in macchina (se ne possiedono una) , oppure per strada sotto le stelle. Tutto questo crea tanti problemi anche psicologici. Riuscire a trovare una soluzione per uscire fuori da una situazione così pesante, non è semplice. Se queste persone trovano lavoro è sotto pagato. Da quando si trovano per strada, per loro iniziano situazioni che sembrano senza via d’uscita. Però esiste Porta futuro in ogni regione d’Italia.

“Porta Futuro Lazio” è un centro di formazione a Roma. Sta a Via Cesare de Lollis 22 Roma 00195 Telefono 06 49707555. Li si può essere messi in una lista di collocamento. www.portafuturolazio.it Poi esistono tante altre alternative Caritas, etc.
Ringraziamo l’Avvocato Stefano Zoani di averci illustrato cosa fa la Fondazione Opera del Divin Redentore.
Anna Maria Ballarati