I consiglieri del gruppo del Paese che Vorrei e gruppo Misto abbandonano il Consiglio per denunciare la violazione sistematica dei diritti dei consiglieri e dei cittadini ma, prima di lasciare l’aula, motivano la propria condanna nei confronti della Giunta e della Maggioranza.
«Ci sono importanti interrogazioni sull’uso di denaro pubblico, sulla gestione di appalti, su comportamenti di membri della Giunta – temi che riguardano i cittadini tutti e il loro diritto di essere informati delle modalità con cui opera la Maggioranza – protocollate da più di 3 anni a cui non è mai stata data risposta. A questo si aggiungono i ritardi imperdonabili con i quali vengono portate in Consiglio le mozioni a firma delle forze d’opposizione. Ricordiamo che tutti i consiglieri dovrebbero godere dei diritti sanciti dalla Legge, dallo Statuto e dal Regolamento. Eppure, con questa Maggioranza a guida di un partito che si definisce democratico, questo non avviene.
Anzi, lo sfregio dei diritti va oltre l’assoluta mancanza di rispetto verso le norme che regolano i rapporti istituzionali e le istanze avanzate dai rappresentanti eletti.
I consiglieri denunciano anche il costante ostruzionismo operato nel percorso referendario culminato, in violazione del Regolamento, in un ritardo colpevole nella proclamazione della validità delle firme raccolte che ben evidenzia l’assenza di spirito democratico e di senso della collettività. Infatti, per la prima volta nella storia del nostro comune, grazie all’impegno dei tanti volontari e alla partecipazione cittadina, si potrà effettuare una consultazione referendaria incentrata sul destino dei nostri beni comuni. Una consultazione storica che avrebbe dovuto spingere chiunque si professi democratico a favorire la raccolta di firme ma anche e soprattutto il confronto tra i cittadini che saranno chiamati ad esprimersi sul futuro del proprio territorio.
È stato inoltre denunciato il nuovo tentativo di cementificazione del parco della Chiesa e del Convento dell’Immacolata a Santa Severa e la totale assenza del Comune e della Maggioranza nel supportare, o anche soltanto prestare ascolto, ai cittadini che si sono organizzati per difendere il diritto alla tutela dell’ambiente e della storia di quei luoghi.
Quindi un cenno a cosa si cela dietro il bilancio consultivo 2020, all’ordine del giorno nella seduta consiliare:
il bilancio presenta un avanzo di 300.000 euro, frutto non di un risanamento strutturale ma delle agevolazioni di cui i Comuni hanno potuto usufruire per affrontare le conseguenze della pandemia.
Con l’obiettivo di agevolare gli Enti locali nel far fronte al disagio crescente dei cittadini e mitigare la crisi economica e sociale, lo Stato ha consentito ai Comuni di sospendere i pagamenti dei mutui in essere.
Il nostro Comune, invece di impiegare i denari risparmiati grazie a questo intervento per aiutare i cittadini in difficoltà, semplicemente non li ha spesi e ora propaganda questo risultato come un successo.
Questo risultato è invece una vergogna, hanno spiegato i consiglieri, perché i nostri concittadini in grave difficoltà potevano e dovevano essere aiutati, non per bontà ma nel rispetto dei loro diritti.
Se si è costretti a vivere in un container, infatti, è perché viene negato il diritto un’abitazione dignitosa e se c’è una famiglia costretta ad affrontare senza il supporto della sua comunità la difficoltà di crescere un figlio con una disabilità importante è perché viene loro negata l’assistenza domiciliare a cui hanno diritto.
Avere un avanzo di 300.000 euro e non aver mosso un dito per aiutare i nostri concittadini a far riconoscere e rispettare i loro diritti fondamentali diventa insopportabile.
Rifiutandosi di legittimare questa sistematica violazione di ogni diritto e questa conclamata indifferenza per le difficoltà della vita dei nostri concittadini, i consiglieri hanno abbandonato il Consiglio».
Il Paese che Vorrei