Una tartaruga “aliena” nella Palude di Torre Flavia

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Questo esemplare nidifica principalmente in Senegal a quasi 4mila chilometri di distanza. La scoperta pubblicata su una rivista scientifica. 

Una tartaruga africana nella Palude Ladispoli? Sembrava uno scherzo del primo aprile ma non lo era affatto. E a rivelare questa importante scoperta è stata la rivista scientifica Herpetology Notes” pubblicando le immagini dell’ospite insolito all’interno del sito: la Pelomedusa o più comunemente chiamata tartaruga elmetto. Il piccolo rettile originario dell’africa occidentale non era mai stato avvistato prima in acque europee. Figuriamoci a Ladispoli. «Nel 2019 avevamo trovato un piccolo esemplare di appena due centimetri – ricorda Corrado Battisti, gestore della Palude per conto di Città Metropolitana – affidandolo a studiosi esperti. Non pensavamo di certo che fosse una tartaruga diffusa soprattutto in una zona precisa dell’Africa, in particolar modo il Senegal. Così siamo rimasti sorpresi a distanza di due anni e nello stesso tempo contenti che ricercatori scientifici europei abbiano acceso i fari sul nostro prezioso monumento naturale».

È una specie palustre, quindi il suo habitat è l’acqua dolce. Il suo carapace presenta striature verdi e marroni e ha un collo lungo. «Il fenomeno ora dovrà essere osservato attentamente – specifica il responsabile della Palude – perché non sappiamo quanti piccoli siano nati e soprattutto se possano attaccare gli altri simili. Sappiamo che è un predatore quindi speriamo non si verifichino problemi».

Ma come ci è finita una tartaruga elmetto a Ladispoli da una località di un altro continente distante 4mila chilometri. Ma come ci è finito qui? Sfogliando la rivista (consultabile anche on line) la tartaruga potrebbe essere importata da qualche famiglia africana e poi fuggita via. Resta anche aperta la pista che qualcuno volontariamente l’abbia gettata nella Palude.