CELLULARI, CANCRO E FINANZIAMENTO PRIVATO DEGLI STUDI

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CONFLITTI D’INTERESSI ALL’ORIGINE DI STUDI NEGAZIONISTI PER SMINUIRE IL RISCHIO SOCIO-SANITARIO DELLE IRRADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE.

di Maurizio Martucci

Accade tutto in piena corsa 5G. E alla vigilia della sentenza d’appello del Consiglio di Stato, condannati dal TAR Lazio tre ministeri per non informare (da 18 anni) i cittadini sui rischi dell’elettrosmog, mentre in TV passano gli spot sui pericoli dei cellulari, criticati dall’Alleanza Italiana Stop 5G per un’arbitraria interpretazione della decisione dei giudici: allo Stato si imponevano denunce sugli effetti dannosi e non certo elogi pubblicitari sulla Smartphone intelligenza.Audito in commissione parlamentare sul lato oscuro dell’Internet delle cose (“nessuna prova della correlazione tra cellulari e cancro”, affermò Alessandro Vittorio Polichetti dell’Istituto Superiore di Sanità), l’ISS ha appena pubblicato il Rapporto Istisan ‘Esposizione a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche’. Verdetto e clamore su TG, Web e stampa: “l’uso del cellulare non risulta associato all’incidenza di neoplasie nelle aree più esposte alle radiofrequenze durante le chiamate vocali”, nella mimetizzata e immancabile chiosa sulla validità dei risultati che, però, “restano incerti”, ovvero l’arcinoto mantra del c’è bisogno d’altro tempo, utile all’industria per avanzare wireless e 5G prima della (chissà quando) certa parola finale.“

La rivendicazione della tesi negazionista ha scosso il mondo della ricerca medico-scientifica indipendente che, forte degli aggiornamenti in letteratura biomedica e di ben 26.000 voci sugli effetti dannosi dell’elettrosmog, ora promette circostanziate repliche per sconfessare una tesi isolata nelle evidenze di una decina di meta-analisi in cui risulta invece provato e schiacciante l’effetto nocivo di radiofrequenze onde non ionizzanti”. Autrice del discusso rapporto è Susanna Lagorio, laurea in medicina, primo ricercatore del Centro nazionale di Epidemiologia, Reparto epidemiologia dei tumori dell’Istituto Superiore di Sanità. Sul suo curriculum si legge come abbia “progettato e diretto indagini epidemiologiche sul rischio cancerogeno associato a diverse esposizioni ambientali, con particolare interesse sugli effetti per la salute dei campi elettromagnetici (Interphone)”.
Di ombre in capo ai lavori di Susanna Lagorio ne ha ampiamente parlato Angelo Gino Levis (ex Mutagenesi Ambientale all’Università di Padova, ex gruppi IARC-OMS): nella relazione consegnata da Levis al magistrato del Tribunale di Monza che nel 2019 ha sentenziato in favore di un lavoratore con tumore danneggiato da elettrosmog, il nome di Susanna Lagorio compare a più riprese nella denuncia di zone grigie, finanziamenti non dichiarati e conflitti d’interessi all’origine di studi negazionisti che, già da molti anni, vorrebbero sminuire la percezione del rischio socio-sanitario delle irradiazioni elettromagnetiche. Riferendosi al controverso rapporto pubblicato dall’ISS, ha poi dichiarato Ferdinando Laghi (Vicepresidente dei medici per l’ambiente di ISDE Italia, presidente eletto di ISDE International):“Il contributo di questo rapporto è importante. In generale, però, si è osservato che i risultati cambiano molto se le meta-analisi vengono realizzate eliminando dal lavoro di valutazione gli studi in cui esiste anche un minimo conflitto d’interesse. Molte ricerche sono infatti commissionate o finanziate da portatori di interesse per cui è preferibile non includerle nelle meta-analisi”.

La posizione dell’ISS resta comunque isolata: una decina di meta-analisi certifica infatti i rischi oncogeni, gliomi cerebrali e neuromi acustici in soggetti esposti da o per ≥ 10 anni con rapporto causa-effetto e plausibilità biologica. L’ufficio nazionale di statistica inglese registra un’impennata di glioblastomi (lobo temporale e frontale 1995-2015), così come un incremento di glioblastomi (1990-2006) è nel registro del cancro finlandese, e dal parlamento danese i dati parlano di raddoppio di gliomi.Mentre l’Alleanza Contro il Cancro (fondata dal Ministero della Salute, ne fa parte pure l’ISS) studia il rapporto del glioblastoma in relazione ai cellulari, una meta-analisi di 13 studi riporta un incremento statisticamente significativo di tumori cerebrali, soprattutto in studi di alta qualità, rigore metodologico e in cieco (quindi privi di o con pochi bias, cioè errori), mentre un’altra revisione per un utilizzo uguale o superiore a 10 anni del cellulare mostra il raddoppio del rischio statisticamente significativo di contrarre un tumore cerebrale o del nervo acustico a livello ipislaterale (stesso lato della testa), proprio come in una meta-analisi su 11 studi nel periodo 2001-2018 secondo la quale c’è un aumento statisticamente significativo di tumori cerebrali. C’è poi una review di studi caso controllo a cui vengono applicate le metodologie dell’epidemiologo Bradford Hill: il dato statisticamente significativo è per i tumori intracranici in un periodo di latenza lungo e per ipsilateralità.
Ma allora, dov’è la verità? Chi dice cosa e perché? Nelle perizie depositate in tribunale a sostegno di malati oncologici da cellulare, l’ex Mutagenesi Ambientale dell’Università di Padova Angelo Gino Levis, già nei gruppi di lavoro IARC/OMS, scrive:“Negli studi sulle radiofrequenze c’è una costante e sostanziale prevalenza di risultati negativi finanziati da Privati e, per contro, di risultati positivi finanziati da enti pubblici. Secondo una nostra recente indagine sugli effetti biologici e sanitari delle radiofrequenze pubblicati su riviste ‘peer reviewed’, il 44% riportano risultati negativi e per il 93% sono finanziati da privati, mentre il 56% riportano risultati positivi e per il 95% sono finanziati da enti pubblici. La maggiore frequenza di risultati negativi finanziati da privati rispetto ai risultati positivi finanziati da enti pubblici è un dato costante e la probabilità che questo sia dovuto al caso è praticamente nulla in tutti i casi esaminati”.
Come non detto, l’anomalia italiana continua. Mentre il 5G avanza, le prove provate ci sono eccome, ma secondo qualcuno il dubbio dovrebbe restare. Chissà poi perché.