CERVETERI: LA RACCOMANDAZIONE PER AVERE L’ACQUA IN CASA

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LE TRAVAGLIATE VICENDE DEI “CERVETRANI”PER OTTENERE IL DIRITTO DI LAVARSI IN CASA.

di Angelo Alfani

Dalla terra si genera l’acqua, dall’acqua l’anima…
È fiume, è mare, è lago, stagno, ghiaccio e ogni altra cosa…
è dolce, salata, salmastra,
è luogo presso cui ci si ferma e su cui si viaggiaè piacere e paura, nemica ed amica
è confine ed infinito è cambiamento e immutabilità ricordo ed oblio
(Eraclito)
Bisogna rifarsi al libro di Francesco Rosati per riscontrare un dettagliato resoconto sugli acquedotti antichi di Agylla. Racconta che nel 1878 venne alla luce l’etrusco acquedotto nella valle del Manganello, proprio sotto il costone su cui sorge la piana della Bandita. Un serbatoio relativamente ben conservato, con una scritta incisa sulla parete sinistra, munito di eccellenti opere idrauliche in cui “mettevano capo due cunicoli, scavati con mirabile arte nel sasso, li quali movendo, a quanto apparisce, da direzioni differenti, davano corso a due rigagnoli d’acqua, l’uno più copioso dell’altro”. Quella stessa acqua, dopo scrupoloso esame chimico-batteriologico, fu, nell’anno 1881, condotta in mezzo all’abitato di Cerveteri.

L’Otto di Maggio vennero inaugurate le fontane dal “Sindaco Filippo Calabresi benemerito del paese. A memoria di un tal fatto, veramente solenne, perché fu l’opera più benefica e salutare del luogo, venne eretta nell’atrio del palazzo Municipale una lapide in marmo con inscritto: Il Municipio cervetrano, ritrovate le antiche acque e gli acquedotti dell’antica Cere, fece la fontana”. Nel 1885, sul lato opposto della forra, vennero scoperte altre antiche sorgenti che vennero riportate nella conduttura già esistente. Così conclude il Rosati: “Ed ora il novello paese è fornito in gran copia di quell’acqua, che nel silenzio dell’opera sua, è quasi diremmo, inconsapevole che la già fiorente città al cui uso era destinata da ben oltre duemila anni a questa parte più non esistesse, aveva continuato a scorrere senza interruzione per mezzo dei suoi cunicoli perdendosi inutilmente tra gli strati terrosi del suolo”.

Sessantadue anni dopo, il 10 gennaio del 1947 il Commissariamento per l’igiene e la sanità, con comunicazione della Prefettura di Roma inviata ai Sindaci e per conoscenza agli Ufficiali Sanitari richiede dettagliata situazione su: “approvvigionamento idrico e fognature- vigilanza sanitaria”. È il dottor Elvio Buglioni, Ufficiale sanitario, che il 17 luglio si fa carico di rispondere.“L’approvvigionamento idrico per il paese di Cerveteri è fatto a mezzo di un vecchio acquedotto risalente al 1881e che alimenta 8 fontanelle pubbliche, non essendo possibile per la scarsità dell’acqua e la sua insufficiente pressione, fornire anche le abitazioni private di questo necessario elemento. Le condizioni di captazione e delle tubature sono scadentissime. Pertanto più che ripararlo sarebbe opportuno sollecitare la definitiva approvazione del un nuovo acquedotto del “Vaccinello”. È necessario insistere perché la popolazione non si lava e non si disseta con relazioni scritte e assicurazioni verbali.
Per quanto riguarda le fognature sono in discrete condizioni: scaricano acque reflue e di rifiuto al fosso del Manganello che sbocca al mare… ”Il 21 Luglio del 1947 venne presentata al Sindaco di Cerveteri una richiesta da parte del concittadino Tacchetti Alfredo. “Il sottoscritto Tacchetti Alfredo fu Paolo, barbiere, rivolge rispettosa domanda affinché gli venga concesso l’attacco dell’acqua occorrente per il suo negozio sito in Piazza Risorgimento. Con rispettosa osservanza e ringraziamenti.
”Alla quale la Giunta Comunale rispose: “Pur con rammarico tale domanda non è stata accolta stante la mancanza assoluta di acqua. Detta domanda potrà essere rinnovata non appena sarà avvenuta la costruzione del nuovo acquedotto la cui pratica è bene avviata presso le competenti superiori Autorità.”

La situazione non si modificò e ne fa testo la lettera indirizzata sempre al Sindaco, il 27 Novembre del 1947:“Il sottoscritto Ilari Pietro fu Vincenzo fa domanda alla S.V. affinché vengagli concessa l’acqua potabile, nel nuovo negozio la cui ubicazione è in Piazza dei Tarquini. Poiché trattasi di una trattoria fa viva preghiera affinché venisse accolta. Distinti saluti”. Risponde il Sindaco:“Spiacemi dovervi comunicare che la Giunta comunale nella riunione del 3 corrente, non ha potuto prendere in esame la vostra domanda per la concessione di una presa di acqua potabile, data la deficienza dell’acqua per l’approvvigionamento della popolazione”
Alla fine d’agosto pervenne al Sindaco, su carta intestata Assemblea Costituente, la seguente lettera:“Caro Amico, l’On. De Gasperi, ha cui ho potuto segnalare personalmente la necessità di far assegnare senza ulteriore ritardo i fondi occorrenti per la costruzione del nuovo acquedotto “Vaccinello” in codesto Comune, si è compiaciuto di interessarne a sua volta personalmente il Ministro dei Lavori Pubblici, e si ripromette di darmi all’uopo, appena possibile, notizie. Da mia parte, non mancherò, naturalmente, di comunicarLe tali notizie, augurandomele pienamente favorevoli. Le rinnovo intanto viva cordialità”
Gli effetti di tale “raccomandazione” giunsero con un certo ritardo al punto che i cervetrani poterono lavarsi in casa intorno alla metà del cinquanta, dopo che la SICEA terminò “l’acquedotto per Cerveteri-Cere Marina- Ladispoli”.