RESPIRO ED EMOZIONI IN MEDICINA CINESE

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respiro

PARLARE DI RESPIRO IN MEDICINA CINESESIGNIFICA CONCENTRARSI SUGLI ASPETTI ENERGETICI.

respiro
Laura Vanni
Operatore tuina, istruttore
di taijiquan e qi gong

Iniziamo col dire che l’atto respiratorio si associa in medicina cinese come nella medicina occidentale, al polmone. La respirazione che consente lo scambio di ossigeno e anidride carbonica ma anche la respirazione cellulare. Polmone e non polmoni perché in medicina cinese il polmone è un organo impari. E’ unico non doppio.
È l’unico organo a “nascere” nella sua funzionalità con il primo vagito… il cuore batte già, il rene drena, il fegato già è attivo… il polmone si attiva con il primo vagito, alla nascita.
Si dice che la vita inizia con un soffio (il vagito) e termina in un soffio (esalare l’ultimo respiro). In mezzo c’è un incessante lavoro, un’attività ritmica sostenuta dal polmone in ogni momento per tutta la durata della nostra vita.

Il riferimento al respiro, al soffio come origine della vita è costante nella nostra cultura e in tutte le tradizioni. È presente anche nelle sacre scritture… spesso si identifica il soffio con l’anima, la parte più sottile della nostra essenza, la parte spirituale. Così come il soffio (il respiro), l’anima è collegata al corpo ma lo trascende quasi… è distinta dalla parte fisica.Nella cultura cinese e in quella orientale in generale il respiro (soffio) si identifica con quella energia vitale definita appunto soffio vitale, qi…Termine di difficile traduzione. Tutto è qi come dicono i cinesi. La sua traduzione più nota è “energia”. Il qi tiene tutto in comunicazione. Questo (datato circa 4000 anni fa) si accorda con quello che dice la scienza quando dice che tutto è interconnesso.Tutto ciò si muove grazie al qi nel corpo.
L’organo che gestisce e distribuisce il qi nel corpo è il polmone, maestro del qi

Polmone come “maestro del qi”

Il concetto di qi è cruciale e il polmone è esattamente il “maestro del qi”
Svolge un ruolo fondamentale nella produzione, trasformazione e diffusione del qi attraverso proprio il respiro. Permette che il qi prodotto circoli in modo fluido e costante nel corpo nutrendo tutti gli organi e i tessuti. E’ stato paragonato in alcuni testi antichi ad un “grande mantice” per questa sua funzione. La medicina cinese dedica molta attenzione a quest’organo con il massaggio/agopuntura, con alimentazione ed erbe, con la ginnastica medica (secondo esercizio degli otto pezzi di broccato) … il fine è favorire le sue funzioni, eliminare i blocchi fisici ed emotivi.Ecco con blocchi emotivi arriviamo ad un punto importante.Sappiamo che la medicina cinese non scinde corpo e mente. Negli organi ci sono, quindi, anche gli aspetti emozionali.
Nel polmone c’è l’emozione del lutto, della tristezza, dell’abbandono, malinconia… queste emozioni possono avere interazione con l’energia del polmone, limitarla ed ostacolarla nelle sue funzioni di diffusione. E qui veniamo ad un tema importante, su cui mi vorrei soffermare un momento di più.

Respiro ed emozioni

Il respiro si associa alle emozioni, ne risente e a volte le favorisce o le limita. Nella visione cinese l’essere umano è un’unità. Mente e corpo sono uniti, dialogano costantemente e questo rende la sensazione di unità (sentirsi “uno”), di armonia. Molte pratiche cinesi, ma anche la meditazione per es. che ha tradizioni anche diverse, ha l’obiettivo di raggiungere questa unità. Percepirsi “uno”. In questo esercizio c’è un concetto di fondo: il respiro è un atto involontario e automatico (ce lo insegnano fin dalle elementari) ma è anche un atto che possiamo dotare di consapevolezza. La consapevolezza dona al respiro la capacità di connettere il corpo e la mente. Consente di sperimentare la propria interiorità, il proprio mondo spirituale. Ora vorrei che intendeste queste parole non nell’accezione mistica, religiosa né quanto meno newage. Il senso di spirituale che voglio rendere qui è quello proprio al taoismo. La dimensione spirituale è connessa quindi alla nostra “vera natura”, al nostro potenziale a cui possiamo attingere… anzi dobbiamo… ovvero siamo qui per questo. Per attingere al nostro vero potenziale e tornare a noi stessi. Per questo nelle migliaia di anni sono nate pratiche, sviluppati metodi… c’è stato e c’è ancora molto studio… pratiche per coltivare questo potenziale. Ognuno di noi ha la possibilità di radicarsi, stabilizzarsi, centrarsi.
Le emozioni, i pensieri ci allontanano da questo (vedi meeting centratura). Il respiro si è dimostrato fondamentale per questo percorso. Qui c’è il concetto di regolare il respiro, noto nelle pratiche meditative e nel qi gong, come regolazione principale prima ancora di pensare qualsiasi altra pratica come esercizi codificati.