Da Castelli a San Pietro: un Presepe per (ri)nascere
Il Presepe in ceramica di Castelli (TE) – Il Presepe monumentale dell’Istituto d’Arte per la Ceramica “Francescantonio Grue” arriva indenne sul sacrato della cristianità, nonostante due terremoti (2009 e 2016) e una bufera di neve (2017) che hanno ferito profondamente uno dei borghi più belli e importanti della ceramica nel mondo, per ricordarci lo spirito di resilienza dell’intera umanità che è stata colpita duramente nel corpo, ma non nell’anima.
Così viene presentato dagli autori:”Opera corale in ceramica, realizzata a scuola dal 1965 al 1975 da studenti e professori-scultori quali Gianfranco Trucchia e Roberto Bentini, si sviluppò sotto la sapiente regia del Direttore Scolastico, ceramista di fama internazionale, Serafino Mattucci che scelse personalmente i colori tratti dalla tradizionale pentacromia castellana su cui stese la sua cristallina segreta e individuò, per la composizione architettonica delle figure, l’anello cilindrico, forma archetipa modulare degli antichi vasai”.
![presepe](https://i0.wp.com/www.orticaweb.it/wp-content/uploads/2020/12/DSCN3513.jpg?resize=300%2C58&ssl=1)
Il presepe completo (a piazza San Pietro sono state esposte solo alcune statue) conta 54 pezzi, custoditi nel Liceo Artistico per il Design”Francescantonio Grue” di Castelli (Teramo, Abruzzo ) e fu esposta nel 1970 ai Mercati Traianei di Roma, mentre nel 1976 raggiunse Betlemme, Gerusalemme e Tel Aviv.
“Inoltre – ci racconta come un manuale artistico – la plasticità sviluppatasi in tutte le epoche dalle antiche civiltà mesopotamiche ai giorni nostri. L’opera titanica fu concepita in continuo divenire e doveva mettere in relazione la scuola con la società, per questo ogni anno furono proposti nuovi temi tratti dall’attualità come la pena di morte, il Concilio Vaticano II e il primo sbarco dell’uomo sulla Luna.
![presepe](https://i0.wp.com/www.orticaweb.it/wp-content/uploads/2020/12/DSCN3514-1.jpg?resize=300%2C225&ssl=1)
Questo grande complesso ceramico-scultoreo è anche un invito alla spiritualità e alla speranza, in quanto come l’opus ceramico stesso, segue un percorso trascendentale, che trova la sua centralità nella Natività di Cristo che è l’inizio di una vita nuova attraverso la potenza dello Spirito”. Nonostante tutto, non piace.