L’acqua di Ladispoli

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Ordinanza di non potabilità: a Ladispoli chi non è social sta bevendo l’acqua del rubinetto?


L’acqua è un Bene Comune.
Per gli economisti il common è una risorsa condivisa che dovrebbe essere gestita dalla comunità di riferimento, per i giuristi il bene comune è invece un diritto universale.
Per dirla con le parole di Stefano Rodotà, l’autorevole giurista che tra i primi ha avuto il merito di introdurre la questione dei beni comuni in Italia, «se la categoria dei beni comuni rimane nebulosa, e in essa si include tutto e il contrario di tutto, allora può ben accadere che si perda la capacità di individuare proprio le situazioni nelle quali la qualità  “comune” di un bene può sprigionare tutta la sua forza».

L’acqua, la più importante risorsa del nostro pianeta, è un bene comune che appartiene a tutti gli abitanti della terra ed è patrimonio dell’umanità. L’accesso all’acqua è un diritto fondamentale e inalienabile, che va garantito a tutti.
A Ladispoli negli ultimi 6 mesi questo diritto non è garantito ai cittadini o garantito a singhiozzo. L’imminente privatizzazione, la ‘non potabilità dell’acqua’ sovente resa nota attraverso ordinanze comunali, altre celata per lungaggini burocratiche, ma comunque una risorsa dalla dubbia salubrità. Ultima ordinanza di non potabilità l’8 dicembre scorso.
In occasione delle forti piogge abbattutosi su tutto il territorio nazionale nel Comune di Ladispoli il sindaco Alessandro Grando –  in via precauzionale – ha emanato l’ordinanza di non potabilità, e messo a disposizione dei cittadini autobotti di acqua potabile. Il motivo di tale situazione non è reso noto, come d’altronde il motivo non è stato condiviso le volte precedenti, l’ipotesi azzardata dall’amministrazione: è colpa del maltempo. Quale sia il collegamento tra le abbondanti piogge e l’acquedotto che rifornisce l’acqua alla città resta un mistero. Inaccettabile. Ancora una volta i cittadini sono in difficoltà, forse a rischio salute, certamente in attesa di risposte. Intanto la notizia è stata diffusa tramite la pagina Facebook del Comune, e questo fatto è anch’esso discutibile: chi non è social sta bevendo l’acqua del rubinetto? L’amministrazione si affida al passa parola per tutelare la salute dei cittadini? Domande dalla triste risposta come è stato triste constatare la titubanza della Asl Roma 4 nel fare chiarezza. Contattata alla ricerca di garanzie sull’operato svolto e/o da svolgere ha rigirato l’incombenza all’amministrazione comunale, famosa per essere poco comunicativa. Ha dichiarato di essere stata informata dell’ordinanza del sindaco Grando a cose fatte e di aver ricevuto la richiesta di effettuare le analisi. L’esito lunedì.

L’importanza della questione acqua in Italia ha raggiunto nel tempo una forte consapevolezza sociale e una capillare diffusione territoriale, aggregando culture ed esperienze differenti e facendo divenire la battaglia per l’acqua il paradigma di un altro modello di società. Queste diverse realtà sociali hanno deciso di ritrovarsi per rendere più incisive le reciproche lotte in difesa dell’acqua come bene comune e far diventare l’acqua una vertenza nazionale, comunemente condivisa e costruita in forma partecipata. É nato il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, la cui prima assemblea si è svolta a Roma nel 2006 e durante la quale più di seicento partecipanti, rappresentanti di reti associative e sindacali nazionali e di realtà territoriali di movimento si sono confrontati, hanno approfondito le analisi, hanno messo in comune saperi e pratiche di mobilitazione. Soprattutto hanno condiviso la necessità di cambiare radicalmente il quadro normativo esistente attraverso una proposta di legge d’iniziativa popolare i cui obiettivi sono: la tutela della risorsa e della sua qualità, la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato e la gestione dello stesso mediante strumenti di democrazia partecipativa.

A Ladispoli guasti o inconvenienti tecnici accadono spesso, possono accadere, e gli operatori del servizio idrico locale lavorano incessantemente per la soluzione ma i cittadini rivendicano notizie complete, aggiornamenti, chiarezza. É un diritto negato senza  apparente motivo. Risolta l’emergenza attuale resta da affrontare la difesa dell’acqua come bene comune e far diventare l’acqua una vertenza nazionale.
Seguiranno aggiornamenti