Chi legge i miei articoli sa che sono specializzata in Psicoterapia di Ipnosi Eriksoniana. Milton Erikson ha dichiarato che la mente di ogni persona va in una trance vigile naturale ogni 90 minuti circa. L’uso dell’Ipnosi in campo psicoterapeutico agevola la persona a trovare il proprio benessere ed equilibrio, in tempi relativamente brevi. Le tecniche ipnotiche, però, possono essere usate anche a scopi non proprio collegati al benessere. Un esempio di questo uso sono le ipnorapine: persone che vengono rapinate perché sono state avvicinate da una o due persone che hanno creato confusione e li hanno derubati. È capitato a più persone che conosco: un fruttivendolo, tempo fa, mi ha raccontato che nel suo negozio, in un momento in cui lui era solo e alla fine della giornata, è entrata una signora, presumibilmente una zingara “ma vestita bene” (cit.); la signora inizia a parlare di “non mi ricordo cosa” (cit.) e lui ha iniziato a mettere nei sacchetti molti dei suoi prodotti. Ad un certo punto, inaspettatamente, entra la moglie ed interrompe il tutto e la “cliente” fugge. Lui si è veramente reso conto di ciò che stava succedendo solo dopo alcuni giorni. Un altro uso non filantropico dell’ipnosi sono le ipnosi di massa per avere il controllo della popolazione o di parte di essa e per far in modo che le persone accettino e giustifichino quello che poche persone dicono. Ciò succede, per esempio, nel fenomeno delle sette religiose, nei regimi totalitari oppure, per chi è della mia generazione, nelle vittime di sequestro. Nei sequestri di persona, la vittima era privata della sua libertà, delle coordinate spazio-temporali, vedeva continuamente la sua sopravvivenza messa in forte pericolo. I sequestratori, in questo modo, la rendevano in un grave stato di dipendenza e riuscivano facilmente a convincere la vittima che i suoi famigliari l’avevano abbandonato; all’inizio la vittima si opponeva poi, col tempo, iniziava a crederci e, alle volte dava ragione, identificandosi, al sequestratore. Questo è un esempio semplice. Andiamo sui grandi numeri. Le sette. La persona che entra nelle sette spesso è in una situazione di fragilità; viene accolto con grande amore, viene fatto sentire amato oltre ogni limite (chi non lo vorrebbe?). La persona viene progressivamente isolata dal resto del mondo finché il suo mondo diventano le persone della setta. In questo modo la persona, progressivamente, si affida a queste persone e perde i contatti col mondo reale ed inizia ad accettare le regole della setta che vengono proposte progressivamente. Qui non si alzano le difese, le persone non vengono torturate, non subiscono maltrattamenti….“va tutto bene”. La persona è in progressiva deprivazione della proprio libertà e dei contatti esterni…“per il tuo bene”; spesso dona i propri averi alla comunità per ringraziamento…ora la persona ha già assorbito i concetti della setta che le persone della setta hanno iniziato a ripetere in modo costante, continuo, progressivo. La mente conscia e la mente inconscia hanno già iniziato ad allinearsi e i messaggi percepiti dalla mente inconscia arrivano alla mente conscia attraverso desideri, necessità, spiegazioni logiche e razionali. Così si può arrivare ai suicidi di massa. Così è successo nel periodo nazista. Così succede nella pubblicità. La pubblicità insinua delle nuove idee attraverso il progressivo e costante inserimento di immagini o messaggi che vanno dritti all’inconscio. Alla fine l’inconscio invia questi messaggi, sotto forma di bisogni, alla mente conscia che agisce con razionalità e convinzione…“…per te…”
Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta
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