NELLE PAROLE DEL PAPA UNA CHIESA PIÙ APERTA

0
1130
papa francesco

E COSÌ PAPA FRANCESCO HA FATTO ANCHE QUESTO, GRANDE ESULTANZA TRA I PROGRESSISTI E MALUMORE TRA I CONSERVATORI.

Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia”, con queste parole, pronunciate in un documentario sulla sua persona, presentato il 21 ottobre, Papa Francesco annuncia una nuova apertura nei confronti delle coppie omosessuali. L’affermazione ha suscitato fin da subito polemiche nel mondo cattolico, politico e non solo.

É la prima volta che un Papa si dichiara favorevole alle unioni civili tra le persone dello stesso sesso, ma questa apertura nella pratica quale cambiamento apporta? Per le coppie omosessuali, emarginate e tuttora a disagio perché considerate da molti un ‘fenomeno strano’, la battaglia per l’affermazione dei propri diritti è lontana dall’essersi conclusa. Tra chi rifiuta di capire, affermando che il papa intendeva la famiglia d’origine e che la sua affermazione non era di certo una benedizione per la formazione di una nuova, e chi insinua persino un’errata traduzione dello spagnolo, si tenta di comprendere le parole del Papa: “Quello che dobbiamo fare è una legge sulle unioni civili (convivencia civil nell’originale in spagnolo, ndr), le persone hanno il diritto di essere protette legalmente”.

Perplessità. “Non è possibile per un pensiero cristiano riconoscere le unioni civili” è stata la risposta dell’ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Gerhard Müller, mentre dal mondo politico si sbilancia il leader neofascista di Forza nuova, Roberto Fiore, secondo cui “il popolo cattolico non può accettare quanto detto da Bergoglio sulle unioni omosessuali”. Una domanda che in molti si pongono l’ha posta Carlo Bernini Carri su Avvenire: “poiché la famiglia è composta da genitori e da figli, questa affermazione potrebbe configurare anche il riconoscimento del diritto ad avere figli attraverso la tecnica dell’utero in affitto che, a mio giudizio, rappresenta una totale aberrazione, oltreché una forma moderna di schiavitù?”

Eppure non dovrebbero esserci dubbi sul vero pensiero del Papa, neanche ipotizzare presunti sconvolgimenti futuri, ricordando le parole pronunciate dal pontefice nel 2017: “Chiamiamo le cose con il loro nome. Il matrimonio è tra un uomo e una donna. Questo è il termine preciso. Chiamiamo l’unione tra persone dello stesso sesso unione civile”. Di conseguenza Bergoglio non mette in discussione l’idea tradizionale di famiglia, come scrive il giornalista Francesco Peloso su Internazionale, per quanto alcune frasi contenute nel documentario del regista russo-israeliano Evgenij Afineevskij potrebbero lasciarlo supporre (e si è aperta in proposito una diatriba circa il montaggio di vecchie interviste fatte al papa in modo da piegarne un po’ il senso). “Ma certo i suoi interventi ripetuti sul tema dell’omosessualità, le telefonate e i colloqui con omosessuali credenti, genitori di uno o più figli, l’indicazione chiara data alla chiesa di cercare sempre la strada del dialogo e dell’accoglienza, costituiscono pezzi di un percorso ormai riconoscibile”.

«Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia» (Amoris laetitia 251).
Quanto scritto dal Papa Francesco sul tema nell’Esortazione apostolica dopo il doppio Sinodo sulla famiglia, sembra non dare adito a confusione. Peccato che la confusione sia invece il sentimento prevalente dopo le nuove considerazioni che il Papa ha speso sull’argomento. “Le parole hanno un peso e un conto è parlare di copertura giuridica di una unione tra persone, un altro è parlare di famiglia. Difficile sconfessare qualcuno che già da ora affermasse che un nucleo composto da due padri e tre figliuoli deve essere annoverato tra le famiglie. Difficile non argomentare che, ammettendo questa definizione inclusiva di famiglia, si debba sdoganare anche la pratica delle maternità surrogate, giacché due padri per natura non possono tra loro generare alcunché. Il tema è: fermo inteso che un uomo è tale davanti a Dio e ai fratelli senza pre-giudizio per ogni particolare origine e tendenza, ha ancora senso definire con chiarezza (e le parole dovrebbero avere questa funzione!) che cosa sia una famiglia o vogliamo buttare alle ortiche un patrimonio di significato corroborato da leggi di natura, cultura e tradizione. Sarebbe bastato ripetere quel breve brano, durante queste riprese televisive, per dire della perenne e manifesta misericordia di Dio per cui non c’è giudeo né greco, né schiavo né libero ed evitando allo stesso tempo di alimentare confusione e smarrimento”. Le parole di Andrea Galafassi