Addio a saldi e acconti, le tasse in tempo reale con la riforma in arrivo cosa cambia.
Quel Movimento che un tempo scendeva in piazza per le persone ridotte sul lastrico da uno Stato iniquo, oggi si è spostato dalla parte dei poteri con una riforma, quella del Fisco, voluta sopratutto da loro. Ricordate quando Grillo voleva murare le porte degli uffici di Equitalia?
Chi guadagna di più deve dare di più. Il concetto ribadito dal ministro dell’Economia Gualtieri. Mancano pochi giorni alla conferma di una riforma necessaria quanto attesa da tutte le forze politiche, ognuno dal cassetto tira fuori la sua proposta. Tra le tante del M5S ipotizzate prima del corona virus, c’è l’idea di ridurre da cinque a tre gli scaglioni e le relative aliquote. I Dem invece preferiscono adottare il modello tedesco: questa soluzione prevede la cancellazione di aliquote e scaglioni e di provvedere a sostituirli con un algoritmo che possa attribuire a ciascun contribuente una propria aliquota di base, calcolata su quanto guadagna. Matteo Renzi è entrato nel dibattito: la proposta di Italia Viva è quella di ridurre a tre le aliquote, esentando dal pagamento delle tasse le famiglie di quattro persone con un reddito inferiore ai 24mila euro. Si parla anche di rimodulazione delle tasse, di qualcosa che favorisca una riduzione delle tasse ed un allegerimento del fisco: una tesi, comunque, che al momento non soddissfa appieno il centrodestra: la Flat Tax andrebbe ad abbattere e di parecchio la progressività che tanto piace a sinistra.
“Introduciamo il principio della tassazione del reddito familiare – spiega Siri -. La nostra proposta prevede un’aliquota unica al 15% per i single fino a 30mila euro, per le famiglie monoreddito fino a 60mila euro e per le famiglie bi-reddito fino a 70mila euro”.
Ernesto Maria Ruffini: «Per le persone fisiche titolari di partita Iva e per le società di persone si tratterebbe di passare a un sistema di cash flow tax, cioè di tassazione per cassa. Si introdurrebbe un sistema di liquidazione periodica mensile o trimestrale delle imposte sui redditi basato sugli incassi e le spese effettivi. Questo eliminerebbe l’attuale sistema degli acconti e dei saldi, che genera l’ansia di doversi procurare una provvista per pagare le imposte in anticipo rispetto a un anno che ancora non si sa come andrà e poi per il saldo, magari andando in credito con la conseguente attesa del rimborso».
Ampi scenari non resta che attendere il risultato finale in Paese dove in soli tre mesi tutto è cambiato. Intanto – Carlo Bonomi presidente di Confindustria – teme che siano a rischio qualcosa come 700mila imprese e che si potrebbero perdere qualcosa come un milione di posti di lavoro.
Fonte: corriere.it