Quale quella più probabile in futuro?
La curva epidemiologica dei contagi continua a scendere e ciò dovrebbe tranquillizzarci anche se lo spauracchio di una “seconda ondata” coronavirale viene agitata come una maschera paurosa.
A mio parere (voglio sbilanciarmi un’altra volta dopo tante “castronerie” diffuse da altri a livello nazionale) ci potrebbero essere solo dei piccoli focolai.
Il Covid-19 sembra comportarsi come ciclo vitale alla stregua del suo parente SARS, anche se è meno mortale ma notevolmente più diffusivo tanto da scavalcare nazioni e continenti e guadagnarsi la medaglia di pandemia.
A mio parere se ne andrà così come è venuto dapprima quasi in sordina, muto e poco appariscente da noi sin dalla fine di novembre, quando i contagi erano pochi, per poi esplodere dalla fine di febbraio nei due mesi successivi con un andamento però sempre più discendente.
Un tragitto, una traiettoria da “curva a campione”, con il picco raggiunto tra fine febbraio e metà aprile.
Pensate, se continua così, come prevedo, la delusione nei centri di ricerca del vaccino. “No Martini? No party!”.
Vi sembrerà paradossale ma è proprio così.
Tutti a terrorizzarci nell’attesa del vaccino, tanti soldi spesi nella prospettiva di lauti guadagni in nome della salvezza dell’umanità.
Tutto inutile se il Covid-19 va a morire per fine ciclo come la SARS?
Come è andata? Avete presente un formicaio (da piccolo era la mia passione).
Il virus all’inizio si è presentato alla stregua di piccole briciole di pane poco avariato tosto, poi con l’intensificarsi del numero di formiche si è scatenato un inferno perché troppi sono stati i contagi.
Innumerevoli formiche si sono avventate su quel pane divenuto sempre più guasto.
Ora tutto si è attenuato, di pane ne è rimasto poco e le formiche che se ne cibano sono sempre meno e sempre più resistenti.
Si ammalano in modo meno grave. Ci sarà una seconda ondata ad ottobre?
No, non credo, ma solo piccoli focolai facilmente circoscrivibili e domabili da una squadra antincendio farmacologica in grado di spegnerli.
Non credo ora che il quadro mi è più chiaro che il Covid resterà tra noi come l’HIV.
Mi sbilancio ancora. Si comporterà come un virus influenzale con cui ha in comune sia la diffusiva contagiosità e la recrudescenza annuale invernale fino a tutto febbraio.
E come il virus influenzale ogni volta cambierà pelle, sarà diverso, certamente meno aggressivo anche se nel lungo periodo ci porterà sporadiche annate (spagnola del 1918, aviaria del 1955).
A che servirà il vaccino a cui stanno lavorando un centinaio di centri di ricerca nel mondo? Ad un “beneamato piffero”. Ciao, ciao guadagni! Non ho la palla di vetro posso anche io sbagliarmi, del resto sarei in buona compagnia al riguardo.
Permettetemi di dire la mia riguardo alle mascherine.
Quando c’è stato il boom epidemico con tanti decessi in poche settimane cruciali e anche, se sempre meno in quelle successive, l’uso della mascherina non solo nei luoghi chiusi ma anche all’aperto, era indispensabile.
Ora la situazione è cambiata. Indossarla all’aperto in assenza di assembramenti, specie nella nostra zona, non è più a mio giudizio né indispensabile né utile. Si è detto che è un ricettacolo di germi, di virus anche se ciò è vero per le maschere respiratorie N95 che compromettono gli scambi respiratori essendo ermeticamente chiuse.
Non è così per le comuni maschere chirurgiche, o quelle artigianali di panno lavabili e riutilizzabili che vanno sempre utilizzate non solo nei locali al chiuso ma anche quando ci sono affollamenti.
Se due persone si parlano a distanza ravvicinata, entrambe senza mascherina, ci vuole cautela, almeno per un altro po’, perché il rischio esiste.
Stiamo osservando che i nuovi contagiati si stanno ammalando, parlo del 20% dei contagi, di forme cliniche sempre meno gravi.
Riguardo ai test sierologici eseguiti ora “a tappeto” dai primi risultati sembra che le percentuali di chi ha gli anticorpi e ha quindi contratto anche in maniera lieve il virus, sia molto, molto bassa.
Il tasso di positività ora al tampone nasofaringeo è del 14-15% in Lombardia, del 4-5% in veneto (intermedio tra i due quello del Piemonte ed Emilia Romagna) e solo dell’1% nel sud Italia.
Che il Covid stia perdendo la sua capacità aggressiva a me sembra molto probabile ma ciò contrasta sempre con l’opinione personale che il virus è circolato da tempo tanto e a lungo.
Possibile che i test sierologici siano così numerosamente negativi? Gli anticorpi nei soggetti contagiati perdurano per almeno sei mesi e anche oltre.
Non credo ai falsi negativi perché l’indice di affidabilità dei sierologici è molto alto, pari al 95%.
Una convinzione ripeto del tutto personale è che moltissimi contagiati in modo lieve e asintomatico (o paucisitomatico) si siano sbarazzati del virus uccidendolo (lisi del germe) grazie al sistema immunitario innato legato ai nostri germi che ci hanno lasciato, in un lontano passato, gli animali invertebrati da cui discendiamo (teoria evolutiva darwiniana).
Certo attualmente tutto ciò non si può dimostrare in laboratorio, non ci sono immunoglobuline IgM, IgG dosabili come nel sistema immune acquisito.
La mia è solo un’ipotesi, peraltro su basi scientifiche che mi convince.