Genitore fantasma

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Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

Mi è capitato tempo fa di lavorare con una ragazza che mi ha detto “io ho due papà: mio papà genetico, che ha lasciato me e mia mamma quando ero piccolissima (so chi è), e mio papà acquisito, il compagno di mia mamma. Lui è quello che mi ha cresciuto. È a lui che sono molto legata”. Il genitore assente o genitore fantasma è un genitore vivente ma non presente nella vita del figlio. Il genitore (e qui si parla in egual modo di entrambe le figure genitoriali, madre e padre) può essere assente in varie forme:

1- il genitore (o i genitori) vive con il figlio ma dà solo un sostentamento materiale (economico, alimentare, ecc.) e non è “connesso” emotivamente con il figlio;

2- la coppia genitoriale è separata e uno dei genitori “sparisce” effettivamente dalla vita del figlio;

3- la coppia genitoriale è separata e il genitore che vive con il figlio “oscura” (anche denigrandolo pesantemente) l’altro genitore impedendo un sano rapporto col figlio stesso (qua si parla di manipolazione);

4- la coppia genitoriale è separata e il genitore non collocatario è presente nella vita del figlio in modo estremamente superficiale.

Al di là delle motivazioni che portano un genitore a diventare fantasma, è essenziale mettersi dalla parte del figlio e riflettere sulle possibili e probabili conseguenze nella sua vita. Il genitore ha il ruolo fondamentale di definire il vissuto del figlio e, soprattutto, di essere un filtro tra il figlio e il mondo. Il ruolo del genitore è assimilabile ad uno specchio: l’immagine che il figlio si forma, durante la sua crescita, è anche derivata da ciò che il genitore gli rimanda.

Lo specchio può rimandare un’immagine sufficientemente adeguata oppure un’immagine deformata; il figlio assorbirà questa immagine come sua, come vera. Immaginiamo, sempre usando la stessa metafora, che dallo specchio non emerga nessuna immagine: come si può sentire il figlio? Secondo vari autori, tra le due è “meglio” un’immagine anche se deformata, perché può essere contestata, odiata, rifiutata, derisa piuttosto che un’assenza di immagine. Molto spesso il figlio del genitore assente prova un grande senso di abbandono, una grande rabbia, si sente spesso sbagliato e, soprattutto, non riuscirà a vivere la sana ribellione adolescenziale.

Può sviluppare 1- disturbi della condotta (sia come espressione del dolore e della rabbia sia, come tentativo di attirare l’attenzione), 2- diffidenza (il senso profondo di abbandono tende a portare un’estrema paura di lasciarsi andare per non essere deluso, abbandonato e, quindi, per non soffrire), 3- attività sessuale precoce, 4- relazioni tossiche (sia amicali che amorose) apparentemente nutrienti e costruttive ma fondamentalmente distruttive e da cui è difficile uscirne. Un genitore fantasma, può recuperare il rapporto con il figlio?

Nel rapporto tra il figlio e il proprio genitore fantasma ciò che viene a mancare è la “connessione emotiva”; per recuperarla è necessario che il genitore si dedichi in modo esclusivo al proprio figlio anche in brevi (ma costanti) spazi di vita, in cui lui (il genitore) è lì per e con il figlio. Il figlio ha bisogno di sentirsi importante. È fondamentale, però, che il genitore vada incontro al figlio e non si aspetti il contrario. Il “ritorno del genitore fantasma” è un percorso che presenta molti ostacoli e che potrebbe portare a molti rifiuti: il genitore si rapporta con un figlio che è stato deluso da lui, che ha sofferto per lui e, per questo, molto difeso. Anche se il tentativo non porta ad una riconciliazione, è importante che ci sia stato. È questo che lascia la traccia.

Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

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Cell. 338/344040505