Conte: Il Paese che vogliamo

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Bentornati turisti, tranne a Lampedusa, isola  sacrificata per l’affare migranti. 

Oggi l’Italia apre le porte all’Europa sperando nel turismo che si riversa normalmente in questa stagione. I turisti che arriveranno non avranno l’obbligo della quarantena preventiva bensì saranno liberi di circolare e supportare il comparto ricettivo. Una ripartenza – dice il premier – doverosa per una nuova Italia che ha l’opportunità di mettere a posto tutte le criticità del passato e fare meglio. Sembra il Paese delle favole, descritto da lui. Cadono i confini tra regione e regione dove ci si potrà spostare senza autocertificazione. A distanza di un mese, era il 4 maggio quando timidamente si apriva il settore manifatturiero, è tornata la socializzazione, la paura riposta in un cassetto ci cerca di raccogliere i cocci di settimane di inattività. Non abbandonare il rispetto delle precauzioni – mascherine e distanziamento – sarebbe imprudente – ribadisce Conte. Mentre c’è chi dice che il virus non esiste più, il premier esorta ancora al distanziamento pur affermando che abbiamo diritto al sorriso. Ricorda i sostegni stanziati dal Governo ma nelle tasche degli italiani ancora di contanti se ne sono visti pochi. Basta pensare alle manifestazione dei professionisti delle scuole paritarie, dei commercialisti, degli imprenditori, del mondo dello spettacolo completamente dimenticati.  Misure di rilancio sono state annunciate e messe a disposizione, ma nella pratica non applicabili dai molti. Un esempio la possibilità di occupare il suolo pubblico del 30% per i ristoratori. A Roma centro i ristoratori davanti alle porte del locale hanno parcheggi (strisce blu) e marciapiedi stretti o inesistenti. La maggioranza di loro sono dunque impossibilitati a sopperire alla diminuzione dei tavoli all’interno per i vincoli inseriti per usufruire del beneficio. A parole gli aiuti sono molti ma nella pratica come sempre in Italia non siamo tutti uguali, c’è la serie A e la B, ci sono poi gli invisibili in ogni settore. Chi può e chi no, chi  prende i buoni spesa perché qualcuno gli indica in anticipo come compilare la richiesta e chi viene respinto seppur indigente. Chi arriva prima prende i 600 euro e per gli altri pace. Questa è la buona Italia di Conte che si vanta dei lavori svolti “Faremo di tutto” promette il premier, il come lo abbiamo già visto. La diretta si chiude con le tante cose da fare, insomma nessuna novità.