La crociata contro la movida e l’esercito dei delatori

0
816
delatori

Siamo in pieno festival delle notizie surreali che sembrerebbero tratte da Lercio e invece sono realtà: “Ostia: abbiamo fermato persone con paletta e secchiello”, “Due fidanzati si abbracciano: multa di 400 euro”.

La palma dell’assurdo in tema di deriva dispotica paranoica la vince la crociata contro la movida ossia contro il fisiologico e salutare desiderio di libertà dei giovani dopo due mesi di arresti domiciliari, nel frattempo che centinaia di criminali e capi mafia venivano serenamente scarcerati.

E così succede che un Prefetto della Repubblica italianaVito Danilo Gagliardi, prefetto di Cremona – spieghi il suo metodo per scoraggiare i presunti movideros citando (per sbaglio?) uno slogan dello spietato dittatore *Mao Tse-Tung, poi ripreso dal gruppo terroristico delle Brigate Rosse: “Colpire tanti per educarli tutti”.

E capita che un ministro, per giunta di sinistra (Francesco Boccia, Ministro per gli Affari regionali e Autonomie) si permetta di trattare gli italiani alla stregua dei somari: “Sinora abbiamo usato il metodo del buon padre di famiglia, un po’di bastone e un po’ di carota”, arrogante metafora di becero stampo patriarcale utilizzata nel ’43 da Winston Churchill per spiegare la strategia per spingere alla resa “l’asino italiano” e poi ripresa nel ’45 da Benito Mussolini in una serie di articoli sul Corriere della Sera.

Ma l’ultima trovata maniaco-delirante è l’idea di assumere 60 mila disoccupati per controllare che la gente mantenga le distanze. In sostanza si è pensato di istituzionalizzare la figura dello spione da balcone che nella neolingua del politicamente corretto è stato ribattezzato “assistente civico”, con il compito di facilitare i sindaci nel raggiungimento del nuova dogma della fede: il “distanziamento sociale”, un concetto che fa orrore già solo a nominarlo. Un’armata di volontari sfaccendati frustrati, dilettanti allo sbaraglio, che non vede l’ora di riciclarsi come esercito della delazione, dovrebbe essere arruolato, esattamente come accade per il Credito Sociale già vigente in Cina; il vero fiore all’occhiello di ogni sordida dittatura che si rispetti. E chi controllerebbe la fedina penale di 60mila persone e soprattutto eventuali abusi di potere? Dalle camicie nere a quelle verdi, per finire alle pettorine blu, il passo è breve. Proibito però chiamarle “ronde”: d’altra parte è la sfumatura di colore a fare la differenza.

Nella biforcuta lingua del Pensiero unico, i suddetti volontari, peraltro a forte rischio di “vaffa” e di legnate (come ha ironizzato l’ex questore, poi prefetto Achille Serra), saranno “distributori di buona educazione” e “Ci ricorderanno, con gentilezza, nei luoghi di assembramento che occorre ancora qualche sacrificio”. E se qualcosa non funziona “dovranno prevenire e semmai segnalare alla Protezione civile comunale le inosservanze”. Tradotto in italiano verace spieranno e segnaleranno. Saranno uno strumento, “gentile” per attuare la repressione del concetto stesso di inviolabilità della libertà individuale, con buona pace di Aldo Moro e di Palmiro Togliatti e di tutti i Padri Costituenti.

La loro presenza sarà il deterrente alla gioia e all’aggregazione sociale – bollata come assembramento dai dittatori di ogni tempo. 60 mila persone in più che pretenderanno di indicarvi dove e come sedervi, se siete troppo vicini, che vi faranno prendere distanza da amici e parenti, vi vieteranno di abbracciare la vostra ragazza. Una sorta di Polizia Religiosa in stile Arabia Saudita, ma senza compiti di servizio pubblico. Un “Comitato della promozione della virtù e prevenzione del vizio”. O di Polizia per la moralità, secondo la versione persiana.

L’esercito di delatori – che non può non rievocare la fitta trama di spie organizzata, ai tempi della Rivoluzione francese da Maximilien de Robespierre, per scovare i presunti nemici delle pubbliche virtù – è quanto mai necessario per tenere vivo ed alimentare il clima di Grande Terrore, in assenza non solo di evidenze scientifiche ma di umana razionalità (prof. Alberto Zangrillo: “non c’è un malato nella mia terapia intensiva. Non ha senso parlare di contagi e di numero di morti”; prof. Giuseppe Remuzzi: “Stiamo facendo degli studi e non troviamo più gli ammalati”). Fosse mai che la gente si rilassi, i turisti tornino in Italia e gli albergatori non mettano più in vendita le loro strutture per darle in pasto ai danarosi cinesi e ai pescecani della criminalità.

Editor
Miriam Alborghetti

*Mao Tse-Tung: «Colpirne uno per educarne cento». Il motto divenne celebre quando le Brigate Rosse, il 3 marzo 1972 fotografarono l’ingegnere Idalgo Macchiarini, dirigente della Sit-Siemens, con un cartello al collo che diceva “Mordi e fuggi. Niente resterà impunito. Colpiscine uno per educarne cento. Tutto il potere al popolo armato!”.