L’emergenza sanitaria manda in fumo lo stile di vita plastic free.
Come limitare l’impatto della plastica nella nostra quotidianità al tempo del Coronavirus, quando le linee guide emanate incentivano la diffusione dell’usa e getta? Mascherine, guanti, disinfettanti, piatti, posate e bicchieri: i materiali ottenuti dal petrolio tornano d’attualità.
Dopo l’ardua campagna di sensibilizzazione intrapresa negli ultimi anni, per esortare l’abbandono del comodo ma inquinante monouso in plastica, in nome della sicurezza e dell’igiene si torna a consigliarne l’utilizzo nel settore della ristorazione e non solo. Un preoccupante passo indietro nella tutela dell’ambiente.
In commercio esistono stoviglie usa e getta sostenibili ma il costo proibitivo dei materiali ecologici, in sostituzione della plastica, potrebbe far desistere le aziende, in grave crisi economica, su tale scelta e, ricorrere ai più economici articoli inquinanti. Quanto dovremmo pagare un semplice caffè, per esempio? Contenitore e paletta potrebbero costare quanto la bevanda, se non di più.
Non solo crisi economica e ragioni di igiene, ci sono anche ragioni di mercato. «Wuhan è uno dei più grandi produttori al mondo di polpa di cellulosa. Le importazioni di questo materiale che serve per realizzare piatti biodegradabili sono bloccate da mesi». A riferirlo il responsabile affari legali di Bibo Italia, tra i principali produttori di plastica monouso (piatti, posate e bicchieri) della Penisola.
Si rischia di rendere sempre più drammatico l’inquinamento di cui è già vittima il nostro Pianeta. Sarà introdotta, come promesso, la tassa sulla plastica?
Per non parlare di mascherine e guanti, dispersi nell’ambiente. Se da una parte l’uso di mascherine chirurgiche usa e getta si è reso necessario per la gestione del rischio di contagio, dall’altra è un grande problema in termini di rifiuti. In molti sono ricorsi alle mascherine in stoffa fai da te, ma l’obbligo della protezione individuale in ogni luogo chiuso, aperto al pubblico, ha portato all’aumento di mascherine in circolazione. La scelta dell’usa e getta sembra essere la più sicura per la salute, già messa a dura prova dall’indossare tale strumento. In plastica sottile come le buste, i guanti al supermercato sono obbligatori, si esorta dunque la corretta raccolta differenziata in quanto possono essere sia veicolo di batteri, sia altamente inquinanti se dispersi nell’ambiente.
Preferire fuori casa l’uso della borraccia e bere l’acqua del rubinetto anziché ricorrere all’acquisto della bottiglia di acqua in PET è un’azione virtuosa da privilegiare tutto l’anno, anche in questo periodo di emergenza sanitaria. Quella che stiamo vivendo potrebbe essere l’occasione ideale per fare dei cambiamenti tanto semplici quanto importanti per la salute dell’ambiente.
di Barbara Pignataro