CERVETERI, FAMIGLIE ALLA FAME: LO STATO NON C’È

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I FRIGORIFERI SONO VUOTI, MA BUONI SPESA E PACCHI ALIMENTARI NON A TUTTI ARRIVANO. IN MOLTI LAMENTANO LA POCA TRASPARENZA.

di Barbara Pignataro

Nel Comune di Cerveteri più di qualcuno è rimasto indietro. Solo. Sono state molte le famiglie che hanno fatto richiesta dei buoni spesa (1800 circa) e sembra che i soldi non bastino per tutti. Il sistema on line è andato in tilt per le tante domande inviate, molte delle quali devono essere inoltrate nuovamente. I primi a farne richiesta hanno ricevuto i buoni spesa, per gli altri sarà necessario ripetere l’iter burocratico. Intanto i giorni passano e l’urgenza aumenta per chi ha chiuso bottega e terminato i risparmi, dopo un mese di inattività.

Alcune famiglie che hanno fatto richiesta non hanno ricevuto nessuna risposta, sono rimaste in attesa durante il weekend di festa appena trascorso. Per loro la Pasqua è stata magra, sopratutto per i bambini, in attesa delle uova di cioccolata.

Parliamo della frazione di Valcanneto dove le famiglie in difficoltà che hanno potuto consumare un pasto dignitoso, in occasione della ricorrenza, lo devono esclusivamente alla generosità di amici, vicini e parenti. Dimenticate dall’amministrazione comunale queste famiglie sono state sostenute dal signor Luciano Ridolfi che ha fatto tutto quello che ha potuto per non lasciarle sole. Grazie ai social la catena della solidarietà non si è interrotta e le famiglie sono state raggiunte e aiutate.

Al Sindaco è stato chiesto di accelerare e risolvere quanto prima, sopratutto per le famiglie con bambini. Seppur difficile distinguere chi realmente ha necessità e chi potrebbe cavarsela da solo, è necessario uno sforzo in più, per arrivare a chi realmente ha bisogno. Un appello in tal senso arriva da un cittadino della frazione di Valcanneto che, nonostante non lavori da un mese, e senza risparmi da parte, chiede aiuto per i concittadini prima che per se stesso, per le donne sole con figli a carico che in questi giorni tramite i social hanno confidato la loro drammatica situazione.

Il cuore dei commercianti e degli agricoltori di Cerveteri è stato grande e continuerà ad esserlo ma ci si chiede chi abbia raggiunto, se gli stessi che hanno ricevuto i buoni spesa oppure anche a tutta quella parte di popolazione che fino a ieri aveva un reddito e che ora è senza. Parliamo della nuova povertà difficile da inquadrare, non presente nelle liste dei servizi sociali come chi povero lo era già prima del Corona virus: precari, lavoratori a nero, badanti e donne delle pulizie che lavoravano per pochi euro l’ora e ogni giorno facevano la spesa. Sono tanti e invisibili al sistema. Un sistema ingiusto perché basato sul principio di chi arriva prima si veste e non sempre chi arriva prima è il più bisognoso.

L’appello di un cittadino di Valcanneto ne è la prova.

Caro Sindaco di Cerveteri sono 6 giorni che ho fatto richiesta dei buoni spesa, la richiesta è stata subito accettata. Dopo 3 giorni che non vedevo nessuno mi sono permesso di chiamare il comune mi è stato detto che ci sono state troppe richieste, e va bene aspettiamo. Ieri ho richiamato e mi hanno detto di rifare la domanda online. Io Pasqua e Pasquetta la faccio con il frigorifero vuoto perché non lavorando da un mese non ho guadagnato niente ed ho finito i miei risparmi”.

Non è solo, in tanti hanno risposto al messaggio lanciato sui social, affermando di trovarsi nella stessa situazione. Secondo le testimonianze, non avrebbe ricevuto nulla neanche chi invece ha fatto richiesta tramite il telefono e si è visto arrivare un messaggio che invitava a rifarla online.

La pagina Fb dell’amministrazione comunale è stata bombardata di richieste di aiuto in questi due giorni di festa, ci auguriamo vengano ascoltate. La burocrazia rappresenta un ulteriore ostacolo in questo momento, ci chiediamo se sia possibile semplificare il passaggio almeno ora. Sarebbe stato più semplice, come avvenuto in altri Paesi, accreditare direttamente sul conto corrente di ogni cittadino il contributo disponibile, senza imbarazzanti appelli per i cittadini, telefonate e sistemi informatici in tilt. Una risposta all’emergenza veloce e rispettosa della dignità dei cittadini.

Non è il caso dell’Italia. L’incresciosa situazione non dipende dal singolo sindaco, al quale però si chiede trasparenza e ingegno nella gestione dei fondi stanziati dal Governo, delle risorse comunali e delle donazioni arrivate da parte dei privati, che fin dai primi giorni di quarantena hanno manifestato solidarietà alla città.