STAGIONE BALNEARE: AL MARE SI, MA A DISTANZA

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PREVISTI CONTROLLI CON I DRONI. TRA EROSIONE, CANONI DEMANIALI E MANUTENZIONE STRAORDINARIA LA NUOVA ESTATE PIÙ CHE UN SOGNO RISCHIA DI DIVENTARE UN INCUBO PER I GESTORI DEGLI STABILIMENTI.

Con Pasqua e Pasquetta alle spalle si dovrebbe iniziare a delineare la stagione estiva. Ma come sarà davvero il futuro al mare? Al momento viene davvero difficile pensare a quelle immagini di calca sulla spiaggia o di una tintarella a tu per tu con il vicino di ombrellone. E cosa ne sarà del grattacheccaro? O di un giro al largo con il pedalò tutti insieme in famiglia?

Quello che si profila all’orizzonte è qualcosa di mai concepito prima di oggi anche sul nostro litorale nord. Diversi metri di distanza tra un ombrellone e l’altro, c’è chi parla di 3 addirittura. Poi barriere di plexiglass in grado di proteggere i vacanzieri dal virus anche se questa possibilità viene marchiata come “fake news” dalla categoria.

Gli esperti – su indicazioni delle autorità sanitarie – starebbero pensando anche a qualcosa di più e cioè ad accessi scaglionati sull’arenile oltre che all’immancabile igienizzazione dei locali come i bagni, le docce in comune o anche il bar. Il gelato o una fresca bibita cambierebbero sapore. Il cliente troppo vicino verrà visto con sospetto. Del resto è stato il sottosegretario al Mibact con delega al Turismo, Lorenza Bonaccorsi, ad affermare nei giorni scorsi che al mare si andrà (anche se non si sa se a maggio, giugno o luglio) solo che adottando una “una serie di normative prese con il comitato tecnico scientifico” – ha annunciato Bonaccorsi – che contemplano “l’ipotesi di un distanziamento”.

Gli operatori del settore, i poveri balneari già alla prese con l’erosione ed altri problemi irrisolti, potrebbero essere costretti a far indossare le mascherine e i guanti a tutti i clienti dello stabilimento (chi andrà sulla spiaggia libera dovrà fare altrettanto). Anche qui c’è chi parla di falsa notizia e a pensarci bene come si potrebbe prendere il sole con la mascherina? Resterebbe un segno indelebile a dir poco anti-estetico.

Discussione anche su accessi in base all’età delle persone. E senza prenotazione il mare potrebbe essere un miraggio. Non mancheranno di certo i controlli in caso di trend dei contagi ancora alto nei prossimi mesi. Vigili urbani e marinai della Guardia costiera saranno impegnati in estate sulle spiagge a far rispettare la distanza di sicurezza e a verificare che lettini e sdraio siano continuamente sanificate. E che avvengano turnazioni per chi entra nelle cabine per cambiarsi. Forse chissà, i bagnanti dovranno anche abituarsi ai droni che sorvoleranno la costa per individuare chi non adotterà azioni di anti-assembramento. Per le consumazioni da bar e ristorante, c’è già chi si sta organizzando con il servizio all’ombrellone e prenotazioni online. Anche per un semplice caffè.

Insomma, andremo al mare di nuovo, ma chissà quando e in che modalità sperando naturalmente si torni alla normalità quanto prima e andare in spiaggia significhi soltanto andare in spiaggia come sempre senza tutti questi patemi. Nel frattempo la categoria si ritrova già con le ossa rotte. La settimana di Pasqua sarebbe stato il primo biglietto da visita della stagione estiva utile per rimettere in moto questa economia.

Bruciate però anche le tappe del 25 Aprile e del Primo Maggio. Si parla di gravi perdite. Una crisi economica alimentata dell’incertezza del futuro. “Di media ogni stabilimento – ammette Ugo Boratto, presidente di Assobalneari Ladispoli-Marina San Nicola – potrebbe perdere 300mila euro. La stima complessiva del calo potrebbe superare tranquillamente 6 o 7 milioni di euro. Le strutture che al loro interno hanno un ristorante sono già in difficoltà”. Almeno – come sostiene Boratto – è stato dato il via affinchè possano iniziare dei lavori sugli arenili ma con poche persone impegnate a lavorare evitando così l’assembramento”. Oltre il danno la beffa: in ogni struttura potrebbero esserci meno ombrelloni e quindi meno introiti. A fargli da eco anche Celso Valerio Caferri, presidente dell’associazione dei balneari di Campo di Mare, frazione di Cerveteri: “Lo stabilimento tradizionale non sa nemmeno cosa dire ai clienti. Questo sarebbe infatti il periodo delle prenotazioni. È un disastro in tutta Italia”. Arrivano altre prese di posizione. “Siamo fuori dalla normalità – ha aggiunto Sabrina Vannoli, titolare dello stabilimento Ezio la torretta – Non possiamo iniziare a sistemare, non possiamo aprire. Dobbiamo solo aspettare e capire cosa potremo fare e se lo potremo fare. Siamo in una situazione incerta”. Dubbi e interrogativi a cui purtroppo ad oggi non è stata data alcuna risposta. Risposte e chiarimenti che il sindacato dei balneari della Regione Lazio spera arrivino già in settimana. Spese giornalieri, canoni demaniali, affitti, manutenzione ordinaria e straordinaria in più la pulizia delle spiagge messe a dura prova dalle mareggiate invernali. Riaprire l’attività per un balneare più che un sogno sembra davvero un incubo.