ROMA, LE MARIONETTE DI CARLO E AGNESE

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Gianicolo

La storia del palchetto dei burattini e del burattinaio al Gianicolo.

                              “ATTENZIONE INCOMINCIA LA COMMEDIA…

Suona il campanello.

Richiama il pubblico a riunirsi sotto lo storico teatrino delle famose marionette del Gianicolo; alla sua sinistra ce ne sono molte nuove in vendita, con i loro colori fiammanti, sembra che anche loro, compagne e colleghe fedeli di una vita, assistano allo spettacolo. Sulla facciata frontale del palchetto è indicata un’eventuale volontaria donazione, un minimo di 1 euro.

Nel 1947 arriva a Roma un giovanissimo napoletano, Carlo Piantadosi, figlio di un burattinaio, spinto, nell’immediato Dopoguerra dalla miseria e dalla fame. Non ancora in grado di parlare un italiano standard, ma solo il suo dialetto, incontra il maestro burattinaio Francesco Cardoni, anche lui proveniente dalla terra partenopea; si sposa con la moglie nel 1919, anche loro arrivano a Roma con ben poco nelle tasche. La coppia non ottiene il permesso per esercitare la propria arte, il proprio lavoro, costretti quindi a dare spettacolo di nascosto, tra una ronda e l’altra delle autorità. Hanno un teatrino molto leggero, che si monta e smonta in un attimo. Per avere idee sempre nuove suicontenuti da mettere in scena, Francesco osserva e studia con attenzione gli stessi amici, con cui si incontra alla fine di ogni giornata nell’osteria sotto casa.

Il maestro burattinaio Cardoni fa una proposta di lavoro al giovane Piantadosi, che immediatamente accetta: diventare il suo aiutante, imparando, oltre all’italiano, anche il dialetto romano e il mestiere, presso le zone San Giovanni, Pincio, Villa Borghese e Gianicolo. Vivranno insieme in un appartamentino nella periferia di Roma, dal momento in cui Cardoni perde la sua compagna, da quel momento maestro e allievo vivono quasi in simbiosi: si svegliano insieme, vanno a lavorare insieme, montano il palchetto, le scenografie e sistemano, rigorosamente a testa in giù perché sia più facile e veloce impugnarle, tutte le marionette, insieme consumano il loro veloce pranzo e tornano a casa, tutto svolto come se fosse un rituale. Insieme scolpiscono e dipingono i volti dei loro personaggi, una tradizione, più che un’abitudine, che Carlo manterrà in vita anche quando si metterà in proprio.

Gianicolo                                                                                                                                                           Poco più di una decade dopo, ormai padrone di quest’arte, Piantadosi apre un proprio palchetto nella piazza principale del colle Gianicolo, conosciuto da tutti con il nome di il Teatrino del Gianicolo, che, dal 1959 in poi, diverrà parte integrante di quel suggestivo e storico panorama.

Si sposa con la dolce Agnese, che sarà suo braccio destro e sostenitrice per lunghissimo tempo insieme alla figlia, nel bene e nel male, anche e soprattutto quando questo simbolo romano affronta un momento molto difficile: l’arrivo di un ingombrante tentativo di sfratto, respinto, prendendo le difese, del burattinaio e dei suoi burattini, dai Beni Culturali: quel palchetto è la testimonianza ancora vivente di una forma di intrattenimento legato alla Commedia dell’Arte.Per i suoi meriti artistici il Presidente Ciampi gli conferisce il titolo di cavaliere della Repubblica.

Attenzione incomincia la commedia …”, così Carlo e Agnese Piantadosi aprono il sipario, presentando poi il titolo della commedia, la maschera di Pulcinella, per prima, e in seguito tutte le altre. L’insolente e spassosa maschera, con una voce tutta particolare grazie a un fischietto inventato dal burattinaio in gioventù, inizia la rappresentazione ballando la lambada con la sua dolce Gabriella.                                                                              Sabato e Domenica, tutti gli altri giorni festivi compresi, lo spettacolo non si ferma mai, dal mattino, fino al tardo pomeriggio.

La tradizione è continuata perfino dopo la sua morte, avvenuta nel giugno del 2012, grazie alla moglie e alla figlia. A conclusione di ogni spettacolo, trasmettevano la registrazione della sua voce che saluta l’amato pubblico: “ Son contento e son felice, ma questo pubblico che dice? Mi vorrà perdonare? Se mi perdona un segno mi deve dare e solo con le mani me lo può dimostrare”. A febbraio di quest’anno anche Agnese è venuta a mancare, al momento il Gianicolo è spento, il “Teatrino di Pulcinella” tornerà a far sorridere le future generazioni con la figlia, questo è quanto sperano i romani.

Ma ecco! Suona di nuovo il campanello: inizia un nuovo spettacolo.

Flavia De Michetti