L’AFFOLLAMENTO INEVITABILE NEI TRENI E NEI SUPERMERCATI

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TAGLIANDO I TRENI (BEN 12) E RIDUCENDO GLI ORARI NEI SUPERMERCATI IL PROBLEMA DEI RISCHI DA CONTAGIO NON SONO STATI RISOLTI.E INTANTO LA VIA AURELIA AL MATTINO È DESERTA.IN MOLTI RIMPIANGONO PERSINO LE FILE DEI ROMANIIN ATTESA DI RAGGIUNGERE I LIDI.
Sui treni e nelle stazioni come nei supermercati. Gente ammassata, nel caso dei convogli soprattutto, più in ordine ma pur sempre numerosa nei parcheggi e all’interno dei market. La riduzione dei treni e quella dell’orario dei centri di generi alimentari ha comunque portato a nuovi disagi e non ha abbassato la possibilità di contagi. La situazione però preoccupante è sulla fl5.
In sostanza: tutti nelle carrozze come sardine. Era così prima e lo è anche oggi ai tempi della pandemia.I poveri pendolari hanno protestato (non poco e specialmente sui social) perché essendoci meno corse, dopo la decisione di Trenitalia e Regione stabilita dopo un calo dei passeggeri, gli utenti della Roma-Civitavecchia si accalcano in quelle (poche) disponibili.
Impossibile così rispettare il decreto del Governo. Con cancellazioni e ritardi la situazione è infernale e si crea ancora più affollamento tra i cittadini delle stazioni di Cerveteri, Ladispoli, Palidoro e Fregene pazientemente in attesa con le loro maschere protettive. Un paradosso che, oltre ad aumentare i rischi di contagio, ha fatto imbestialire infermieri, forze dell’ordine, operatrici call center, insomma quelle categorie costrette a non poter stare a casa.
La scorsa settimana un convoglio è stato preso d’assalto persino dai turisti di una nave in arrivo dalla Spagna (il treno partito da Civitavecchia alle 6 e diretto nella Capitale). “Effettivamente eravamo molto preoccupati – ammette Andrea Ricci, presidente del comitato pendolari Litoranea Nord – e di fatto si è verificato uno scenario non consono alle direttive governative. Tuttavia, discutendo in queste ore con Regione e Trenitalia nell’Osservatorio dei Trasporti, siamo riusciti a strappare una corsa, quella che parte da Civitavecchia alle 4 del mattino”.
Così dopo le accese polemiche ecco di nuovo magicamente sulla linea il Civitavecchia-Roma Termini delle 5.32 e quello delle 6.36 e poi i due che partono dalla Capitale nella direzione opposta alle 8.12 e alle 13.42. Meglio di niente. Neanche per sogno. Appena passati 4 giorni subito il colpo di forbice più grosso: 12 corse cancellate (Civitavecchia-Roma Termini 9:32; Roma Termini-Civitavecchia 9:42, Pisa-Roma Termini 11:48, Roma Termini-Pisa 12:12, Roma Termini-Civitavecchia 11:12, Roma Termini-Civitavecchia 12:42, Civitavecchia-Roma Termini 12:55, Civitavecchia-Roma Termini 14:56, Pisa-Roma Termini 17:47, Civitavecchia-Roma Termini 17:58, Roma Termini -Pisa Centrale 18:12, Roma Termini-Civitavecchia 20:42).
E a Palidoro intanto c’è chi chiede il ripristino della normalità. “Con l’introduzione dell’orario festivo – dice Paolo Sbraccia, presidente dell’associazione Piccolo Borgo Palidoro – non tutti i treni si fermano nella nostra stazione. Ciò può rappresentare un disagio per i lavoratori”.
Muta forma il pendolarismo. Meno ovviamente i cittadini sulla via Aurelia in direzione della Capitale. Fa un certo effetto la statale deserta al mattino nel tratto di Ladispoli. Già in tanti rimpiangono persino le code lunghe dei romani in arrivo nel week end che facevano spazientire i residenti. “Ci disperavamo in alcune ore della giornata per l’effetto imbuto sull’Aurelia. Ora invece è un sogno, un segno della normalità perduta”, si sfoga Alessia, residente al Boietto.