QUANDO LA PERDITA DI PESO NON SI SPIEGA

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A cura del Dottor Professor Aldo Ercoli

Dottor Professor  Aldo Ercoli
Dottor Professor
Aldo Ercoli

La perdita inspiegabile di peso è un segnale clinico che può essere dovuto a svaria­te cause. Sembra un tema facile (specie quando si esegue una dieta rigida) ma vi as­sicuro che, in molti casi, è un argomento di un certo impegno. Oltre alla già citata restrizione dietetica, allo stato ansioso depressivo, al ma­lassorbimento intestinale vi sono molte altre pa­tologie a cui pensare. Non è nelle mie intenzioni quello di spaventare nessuno. Vorrei solo fare il medico.

Vi confesso che ho un certo timore (ma “forse sarà una mia malattia”) dei sanitari cosiddetti “faciloni”: va tutto bene, non si preoc­cupi!! La stragrande maggioranza dei pazienti vuole sentirsi dire queste frasi. Personalmente, pur con approccio sereno, sono in guardia. Au­gurarsi il meglio ma pensare, eventualmente al peggio questo è il mio credo. Non si tratta di allarmismo ma di scrupolo e conoscenza pro­fessionale. “Dottore io dimagrisco e non so il perché, eppure mangio bene e di tutto”.

Quello che va sottolineato è che “la perdita di peso è spesso il sintomo iniziale di molte ma­lattie gravi e croniche. Si può verificare in una vasta gamma di condizioni comprese le malattie endocrine o metaboliche, le intos­sicazioni da farmaci, i processi neoplastici ed i disturbi psichiatrici” (H.B.Karsh. Diagnosi medica per problemi-Pensiero Scientifico Edi­tore Roma 1995).

L’approccio anamnestico? L’interrogatorio clini­co? Forse oggi è un po’ trascurato. La perdita di peso è reale oppure no? La dieta e le abitu­dini del paziente sono cambiate nel tempo? E da quando? Vi è stato un aumento oppure di­minuzione dell’appetito? La funzione gastroin­testinale, ossia l’alvo, è sempre lo stesso? Vi è stata, negli ultimi mesi, una o più serie di con­dizioni stressanti? Già da queste semplicissime domande mi posso orientare.

Un’inspiegabile perdita di peso in una persona anziana (o di mezza età), depressione e solitudine a parte, deve farmi sospettare una neoplasia, un tumo­re nascosto che accelera i processi metabolici. Alla stessa stregua la febbre (infezioni, neopla­sie, disturbi metabolici etc) comportano man­canza di appetito ed aumento del catabolismo proteico. Anche le malattie croniche intestinali e lo scompenso cardiaco possono accelerare il catabolismo proteico, comportando una man­canza di appetito e perdita di peso.

Che dire poi di chi fa una eccessiva attività fisica? Tutte le eziologie riportate sono collegate ad un acce­leramento metabolico. Vi sono poi le condizioni associate a diminuita assunzione di cibo quali l’ansietà (magari associata alla depressione) e all’anoressia nervosa (il vomito spontaneo o autoindotto, la diarrea dovuta ai lassativi, i bassi valori di pressione arteriosa, la bradicardia … accanto ai disturbi psicotici di perdita e rifiuto di cibo sono i segni-sintomi clinici che più fre­quentemente ho osservato). Può esserci una deficienza nutrizionale nei paesi più progrediti?

Una cinquantina di anni fa era molto rara (negli ultimi decenni molto meno) perché dobbiamo prendere in considerazione la tanta gente che vive ai sogli della povertà, le persone che vi­vono da sole, i tossicodipendenti e gli alcolisti. Anche patologie del cavo orale e del faringe possono portare ad una perdita di peso; da quelle dolorose (connettivi, candidosi, gengiviti, intossicazioni di metalli pesanti) a quelle neu­rologiche (ictus, distrofia muscolare, sclerosi laterale amiotrofica detta SLA, lesioni del tronco cerebrale etc).

Le più facili da individuare sono imputabili a mancanza di denti o dentiere im­perfette. Ei farmaci? Non sono pochi quelli che possono provocare inappetenza, nausea e vo­mito perché danneggiano la mucosa gastroin­testinale. E come non pensare a quei farmaci anessorizzanti (tipo anfetamina) impiegati (a sproposito) per perdere peso? E’ chiaro che all’anamnesi deve seguire un esame obiettivo (visita medica). Le analisi vanno prescritte in un secondo tempo (e possibilmente mirate) quando non è possibile scoprire nessuna causa ovvia della perdita di peso.

Inizio degli esami routinari: glicemia, azotemia, creatinine mia, emocromo completo formula, sideremia, ves, es urine, la funzionalità tiroidea (ft3, ft4, tsh), Rx torace 2 pr, elettroliti ematici, esame chimico fi­sico e parassitologico delle feci, sangue occulto nelle feci (ripetuto 3 volte). Solo in un secondo tempo, qualora questi accertamenti risultasse­ro negativi sarà bene ricorrere ai test sierologici specifici (VDRL, RA-test, cellule Le, ANA etc), all’immunoelettroforesi, alle biopsie tessutali ed anche alla sierodiagnosi per HIV.

Gli accer­tamenti diagnostici, e insisto in questo punto, devono però essere “mirati” solo dopo aver in mente un certo orientamento diagnostico e non “sparati a casaccio” (con forte spesa sanitaria sia per lo stato che per il paziente). Vi lascio con un ultima caso che ho trovato recentemente. Una donna di 50 anni, con perdita di peso, pres­sione bassa, grande desiderio di alimenti salati, lipotimia (senso di mancamento). Ho sospettato la Malattia di Addison (ipocorticosurrenalismo) ed ho prescritto l’indagine ormonale ACTH. L’alto valore di questo ormone ipofisario mi ha confermato la diagnosi.