Potrà la pioggia spazzare via tutto, come in Australia dopo 120 giorni di fuoco?

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Australia

Gli incendi hanno divorato la terra, ucciso 33 persone, distrutto case devastando 12,6 milioni di ettari di foresta. Poi la pioggia ha siglato la fine.

Per otto mesi, la foresta australiana ha bruciato: «Per la prima volta dall’inizio del luglio 2019, al momento non vi sono incendi boschivi» I pompieri dello stato australiano più colpiti dagli incendi hanno scritto questo Tweet, lunedì 2 marzo. Il messaggio è passato quasi inosservato, riporta il quotidiano Le Monde, in un paese ancora intontito dall’entità del disastro e in cui tutti si rendono conto che ci vorranno molti mesi prima di conoscere l’esatta entità del danno e anni per ripristinare ciò che può essere. Come sarà il futuro?

Una domanda che forse si staranno ponendo in molti e per più motivi in questi mesi. In un clima quasi surreale, dove gli avvenimenti si susseguono talmente veloci da far perdere il conto e, offuscarsi gli uni con gli altri. Senza tregua, senza dare il tempo di essere assimilati. Il patrimonio naturale perduto in Australia, un polmone della Terra andato via sotto gli occhi di tutti, e nell’immobilità di alcuni; le vite senza volti né importanza di milioni di siriani vittime di una guerra senza fine, tanto da divenire quasi, la guerra, una loro peculiarità. Un osservazione che nasce dal fatto che in pochi si chiedono il motivo per cui il conflitto è nato e sopratutto perché non veda una fine. Fiumi di persone, sui gommoni, cavallo di battaglia del politico di turno, e poi lui, il Virus! Che attacca le civiltà più tecnologiche e seconde a nessuno in scoperte scientifiche, inadatte davanti al Covid-19. L’epidemia riporta alla mente la guerra, la carestia, la corsa all’accaparramento dei beni di prima necessità. Come biasimare chi ha svuotato interi scaffali nei supermercati!

Moniti che invocavano alla calma, al mantenere il sangue freddo si sono alternati, nelle ultime settimane, a restrizioni alla libertà individuale. A distanza di poche ore, le stesse voci autoritarie che hanno dichiarato:”è tutto sotto controllo”, da una singola regione hanno paralizzato l’intero Paese, senza una spiegazione a bilanciare, oltre che rassicurante. Il non sapere o il sapere a metà spaventa più della spietata realtà. E ancor di più, la consapevolezza che, a non sapere cosa sia corretto fare, sia sopratutto chi governa. Fa tremare più di un terremoto.

Non è sola l’Italia in questa emergenza sanitaria che, partita in Cina, ha conquistato l’Europa, tutta, al di là di come la notizia venga presentata dai media, ogni Paese sta facendo la conta dei contagi e dei decessi. Quanto per qualunque altra patologia, sottolineano gli esperti, che vedono nell’allarmismo attuale solo uno strumento.

Australia

E quando ci si ferma? Si è perduti davanti allo scenario. “Tout le paysage est comme une allumette”, è il commento di un cronista francese, davanti alla perdita incommensurabile della flora e della fauna australiana – e la popolazione, riporta Christophe Ayad, oscilla tra disperazione e rabbia: più di un miliardo di animali sarebbero morti negli incendi, oltre l’80% della foresta di eucalipti Blue Mountain è scomparsa e l’isola del canguro, rifugio dei koala sani (la specie è indebolita da una malattia che causa la cecità) è per metà distrutta. L’arrivo della pioggia e dell’uragano Damien ha messo fine al disastro.

Siria

In questi giorni di inaspettato tempo libero e isolamento forzato, oltre a lunghe passeggiate nella natura, la lettura del libro “Matrimonio Siriano” può risultare utile, oltre che piacevole. «Sperando di trasmetterti tutto il mio amore per questa popolazione, e il mio strazio per il loro dramma» ha scritto l’autrice, Laura Tangherlini, sulla copia del libro durante l’intervista. Era il 2017 e la giornalista Rai, da anni in prima linea in difesa dei diritti del  popolo siriano, presentava Matrimonio Siriano – il diario di viaggio da un matrimonio e, sopratutto, la raccolta di voci e testimonianze dei tanti profughi incontrati nei campi in Turchia e Libano.

Arriverà la pioggia a spazzare via la paura, che attanaglia gli animi, ostacola il ragionamento e paralizza l’intera Nazione, non solo nell’economia? (BP)