Focus sul morbo di Crohn

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Una malattia che interessa tutto l’apparato digerente, dalla bocca all’ano, con numerose complicanze dovute a deficit nutrizionali

Dottor Professor Aldo Ercoli
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino ad eziologia sconosciuta. L’incidenza maggiore si osserva tra i 15 e i 30 anni e tra i 60 e 80 anni, anche se la malattia può esordire a qualunque età. Probabilmente la patogenesi è su base autoimmunitaria dovuta ad un agente sconosciuto (microrganismi, componenti dietetici, batteri o autoantigeni). A differenza della colite ulcerosa, che colpisce solo l’intestino crasso, il morbo di Crohn può interessare tutto l’apparato digerente: dalla bocca all’ano. L’infiammazione riguarda tutta la parete dell’intestino (transmurale) con relativo ispessimento, ulcerazioni lineari e aumento di spessore specie della sottomucosa che conferisce l’aspetto “a ciottolato”. L’interessamento è poi discontinuo con aree malate che si alternano con altre sane. Tutto ciò si può vedere solo con la rettosigmoidoscopia/colonscopia, meno bene con il clisma opaco. Altri aspetti istologici (oltre all’infiammazione transmurale) sono granulomi (spesso assenti), fissurazione e fistole. Come la colite ulcerosa la malattia presenta fasi di remissione (senza sintomi) e di esacerborazione (con sintomi). Qual’ è il quadro clinico del morbo  di Crohn? Nel 30% dei casi esordisce improvvisamente con dolore acuto tipo appendicite o occlusione intestinale. Vi è febbre, malessere, perdita di peso, amenorrea. Nei soggetti più giovani anche ritardo di crescita. Quando interessa la parete terminale dell’ileo vi è anche diarrea, dolorabilità, malassorbimento, presenza talora di una massa nella fossa iliaca destra, oppure segni di ostruzione del tenue (piccolo intestino). Quando invece interessa soprattutto il colon (grosso intestino) oltre al dolore addominale vi è diarrea, sangue e muco dal retto, sensazione di non svuotare completamente l’alvo, tensione addominale. Da non trascurare poi le lesioni  relative all’ano: fistole, ascessi cutanei, incontinenza fecale, fistola tra canale anale e cute. A carico della bocca la mucosa orale si presenta anche essa “a ciottolato”. Ci possono poi essere ulcere con afte, glossiti (lingua rossa e ingrossata), stomatiti. Quello che personalmente ho riscontrato più volte nei soggetti affetti da questa patologia sono le complicanze dovute a deficit nutrizionali. Anemia, ipocalcemia con tetania, deficit di vitamina  A,E K, deficit di vitamine idrosolubili, soprattutto deficit di ioni (potassio, magnesio, zinco), talora anche piedi gonfi da mancanza di proteine plasmatiche. Raramente mi è capitato di vedere fistole entero-enteriche. Il paziente urina più spesso o ha difficoltà ad urinare, talora vi è sangue nell’urina oppure feci dalla vagina e dall’uretra. L’esordio delle malattie è molto più spesso subclinico (70% dei casi)? Vi è un’ infiammazione della mucosa con alterazione dell’assorbimento di acqua, elettroliti (Na, Ca, K, Mg, Cl), sostanze proteiche, vitamine, oligoelementi e sali minerali. Come nella colite ulcerosa anche il morbo di Crohn può avere delle manifestazioni extraintestinali. A carico delle articolazioni vi può essere un artrite periferica con un andamento parallelo all’attività della malattia intestinale. Nella sacroileite e nella spondilite anchilosante l’attività è indipendente invece dalla malattia gastroenterica. Anche la cute (eritema nodoso, ulcera aftose, Crohn cutaneo), l’occhio (episclerite,uveite, irite), il fegato (steatosi, colongite sclerosante intraepatica) e altre ancora (anemia emolitica autoimmune, tireopatia autoimmune ect). Con quali altre malattie deve essere differenziato il morbo di Crohn? Direi soprattutto dall’enterocolite infettiva (Shigella, Salmonella, Yersinia, Pseudomonas etc) ma anche dalla colite ulcerosa (altra malattia infiammatoria dell’intestino in cui il retto è sempre interessato con estensione continua della flogosi, senza aree indenni, diffusa in senso prossimale fino ad un livello variabile) ed il colon irritabile. Non trascurerei però la diverticolosi, altra patologia molto frequente (flogosi dei diverticoli nel colon). Più rare le malattie ischemiche dell’intestino (cardiopatici), la TBC, i linfomi, le neoplasie e la sindrome carcinoide. Nella neoplasie c’è generalmente sanguinamento cosa che non avviene invece nel colon irritabile o nella colite linfocitica o collagenosica in cui vi è una diarrea acquosa cronica. Qual è il primo approccio al paziente con morbo di Crohn? Come al solito l’interrogatorio anamnestico e la visita medica sono i primi “atti da compiere”. Poi solo l’endoscopia digestiva con esame bioptico è in grado di farci fare diagnosi. Talora è necessaria la radiografia con clisma del tenue. Gli aspetti nodulari, la rigidità della parete intestinale, ulcere profonde o longitudinali, soprattutto l’aspetto “a ciottolato”, l’interessamento segmetario con aree indenni, le stenosi e le fistole sono tutti questi degli elementi che ci portano a fare diagnosi di morbo di Crohn. E per questo riguardo la terapia? Direi in modo succinto che ci si avvale di una terapia di supporto (antidiarroici, reidratazione endovenosa, nutrizione parenterale etc), della sulfasalazina e aminosalicilati, dei cortisonici (specie nelle forme gravi o morbo di Crohn ileale o ileo colico), talora anche di farmaci immunosopressori. Ho trovato molto efficace nel Crohn del colon il metronidazolo (flagyl) alla dose 500 mg per bocca due volte al giorno. Anche nelle forme perianali refrattarie è altrettanto utile. Quando vi è febbre faccio ricorso agli antibiotici (soprattutto chinolonici). In ogni caso chiedo sempre una consulenza specialistica gastroenterologia.