Ingresso gratuito per Smoke, il film che inaugura il corso di Storia del cinema presso l’Agorà di Ladispoli all’Open Day del 26 ottobre
di Michele Castiello
“Se stai per morire, cosa è più importante,
un buon libro o una buona fumata?”. Smoke (1995) è un film per la Regia Wayne Wang & Paul Auster “Cinque sconosciuti. Quattro segreti. Tre schemi. Due migliori amici. Ed un angolo del quartiere dove il mondo ha ancora un senso…”
Come docente di storia della cinematografia presso l’UPTER, non potevo far altrimenti che inaugurare il mio corso di Storia del Cinema 2019 con questo grande film “direi un capolavoro, a mio avviso in assoluto il più importante degli anni ’90“. Diretto da Wayne Wang, scritto e co-diretto da Paul Auster e basato su un racconto di quest’ultimo, Il racconto di Natale di Auggie Wren, pubblicato sul New York Times nel 1990. Nello stesso anno è stato realizzato un seguito del film, Blue in the Face, scritto e diretto dal solo Paul Auster.
Ecco, si fuma, ma soprattutto ci si trova bene alla tabaccheria di Auggie. A Brooklyn la vita non è sempre delle migliori, ma nel negozietto all’angolo tra la Settima Avenue e la Terza Strada, le cose sono diverse. Ci si conosce, perché quell’uomo “strano” che fa discorsi più strani di lui e spesso incomprensibili, arriva dentro l’animo e il cuore dei suoi clienti. Senza che loro se ne accorgano. Li mette in contatto con se stessi e coi loro guai, le loro disavventure o, addirittura, ne avvicina i destini. Al Brooklyn Cigar Co. si sta bene.
Un film volutamente sfilacciato ma capace d’imbrigliare l’attenzione del pubblico e che strizza l’occhio a Charles. Dickens. 5 i “capitoli” che hanno il nome dei personaggi principali.
Smoke non racconta una storia, ma sviluppa situazioni il cui epicentro è la tabaccheria nella quale si narrano vicende (e dove si elogiano le delizie del fumo). È un film molto parlato, con personaggi normali ed eccentrici insieme che, se esistessero, meriterebbero l’Oscar quanto a simpatia, recitazione, gran
de interpretazione e mise en scene. La cinepresa di Wayne Wang si pone ad altezza d’uomo e si (s)perde nelle coscienze, facendo la spola fra due livelli intermedi, quello della mente e quello del cuore.
Smoke ha davvero due anime, frutto dei due diversi padri, Wang ed Auster, e funziona perfettamente, come se una madre presa in affitto avesse portato alla luce la gestazione di un racconto breve di Paul Auster. Lo scrittore americano, peraltro molto amato in Italia, riesce col regista a creare una storia o meglio cinque storie che affrontano l’universo esistenziale, errabondo e un pò metropolitano, che batte cinque sentieri narrativi sino a raggiungere quella che è la componente filosofico- esistenziale della vita attraverso il personaggio di Auggie.
”Tutto è arcano, fuor che il nostro dolore…” (G. Leopardi.)
Un’esile, malinconica filosofia esaurisce, nel peso di una nuvola di fumo, tutte le possibilità dell’esistenza, con un abbandono dolce e generoso agli eventi minimi, e fotografa quell’angolo di mondo sempre uguale e sempre diverso da sé. L’elogio della lentezza, di una saggezza insieme minuta e cosmica fa da culla al seme dell’amore e nella parabola del racconto, declinata sul filo dei ricordi, annulla il tempo, la vecchiaia e la giovinezza, e avvicina i padri e i figli.
Ci sono mille motivi per vedere Smoke il 26 ottobre presso l’Agora centro Multimediale di arte e cultura di Ladispoli, e uno in più per iscriversi al corso. Durante il seminario si passeranno in Rassegna, tra gli altri, ”Il Cinema Napoletano (1990-2015), Le isole europee del cinema d’Autore, una Personale su Toni Servillo e un Extra speciale sul grande cineasta colombiano A. Ciro Guerra.
Ingresso gratuito- Open Day 26 ottobre- Agorà, Centro Multimediale di arte e cultura 26 ottobre Ladispoli.