Tassare il contante per favorire la moneta elettronica: una misura liberticida che ingrassa l’élite e mazzola i poveri.
L’esecutivo giallo rosso, in una corrispondenza di amorevoli sensi con la Bce, ha riaperto la caccia al contante. Una guerra che parte di lontano e che ha come obbiettivo finale, più volte dichiarato, la soppressione della carta moneta, affermando il dominio artificiale della moneta elettronica ancora meglio se sotto forma di un microchip sottocutaneo. Ve la ricordate l’esternazione della ministra Boschi, non a caso figlia di un banchiere (finito nella bufera giudiziaria del crac di Banca Etruria): “dobbiamo porci il problema di come aggredire il contante che è presente nelle case”?
NON MI INDURRE IN TENTAZIONE
L’assioma, o meglio la panzana, è che il denaro contante sia causa di evasione, corruzione e furti: in sostanza è sterco del diavolo, ti induce in tentazione e come tale va aggredito, perseguito e strappato dalle tue mani per buttarlo nella grande fornace dei circuiti bancari e della finanza in cambio di una carta di debito. Insomma siamo all’alba di una trasformazione evolutiva epocale, quella dell’homo o economicus in homo indebitatus, ossia, dal punto di vista del diritto romano, in uno schiavo.
Perché, badate bene, una volta che il denaro non è più in mano vostra, lo
avete dato via, imprestato. Non ne siete più davvero padroni. Ne sanno qualcosa i risparmiatori truffati dalle banche. E non sarete più padroni di voi stessi con
l’eliminazione totale del contanti. Sarete controllati e controllabili: cosa vi piace, dove state e dove andate, quali interessi avete. E se per caso, a causa delle vostre idee, starete sulle scatole al Sistema dominante, con un click la vostra vita si trasformerà in un inferno. Se per caso avete un contenzioso con lo Stato o con le banche, se per caso la vostra attività fallisce,voi non avrete possibilità di sopravvivere.
LA CROCIATA CONTRO IL CONTANTE: IL FURTO DELLA LIBERTÀ
Ma come giustificare un tale furto di libertà? Come persuadere l’opinione pubblica che non sia una operazione studiata a tavolino dagli “incappucciati” della finanza, ma di una scelta necessaria, a vantaggio del Bene Comune? Semplice: basta ripetere all’infinito una menzogna attraverso i canali mediatici autorevoli fino a farla sembrare vera. Basta convincere il popolo che la guerra al contante sia necessaria per un motivo nobile come quello di “stanare gli evasori fiscali. Far pagare a tutti, per pagare meno”- come ha affermato Conte – con la promessa di un radioso futuro di
benessere crescente, equità, progresso e giustizia sociale.
Secondo il Presidente del Consiglio la piaga che devasta l’Italia sarebbe l’evasione fiscale. “Mi sto convincendo che il problema centrale di tutto il nostro sistema economico sia l’evasione”. Non è la pressione fiscale al 70% che strozza le piccole imprese, non la spesa pubblica che aumenta di anno in anno, non è la disoccupazione, non è il crollo dei consumi. Non sono le aziende che dislocano o le botteghe che chiudono. Bensì l’evasione fiscale. E di chi? Forse dei colossi del web (oltre 20 miliardi evasi)? Forse dell’elite finanziaria? Manco per sogno: è del barista che non ti fa lo scontrino di un euro!
LA LOTTA AL CONTANTE NON TOCCA I GRANDI EVASORI
Eppure i dati ci dicono esattamente il contrario, ossia che il maggior gettito fiscale in Italia è prodotto proprio da loro: dall’esercito di 4 milioni di artigiani, commercianti, agricoltori e lavoratori autonomi. Guarda caso quelli che maggiormente fanno
transazioni con denaro contanti. La tesi che togliere di mezzo il contante elimini l’evasione fiscale non trova riscontro nella realtà. E chi l’ha partorita e la promuove? Banche centrali, imprese di fintech, colossi delle telecomunicazioni, istituzioni finanziarie, grandi commerci ecc.
L’evasione che si toglierebbe eliminando il contanti è solo quella dei poveracci che tirano a campare pagando lavoretti con spiccioli. E’ quella della sopravvivenza. La vera lotta all’evasione, quella che evade miliardi di euro si fa con paradisi fiscali, con
leggi ad hoc per i grandi gruppi industriali, le holding finanziarie e le corporation che versano poco o niente nelle casse degli stati dove operano.
Insomma la crociata contro il contante, poiché non presenta alcun vantaggio reale se non per la Bancocrazia, procede per slogan di forte impatto mediatico, dividendo il mondo in buoni (che usano il denaro elettronico) e cattivi (che usano il denaro contante), secondo una visione ideologica in cui il ruolo dello Stato sarebbe quello di un padre e padrone, che ammaestra e intimorisce i cittadini, che penalizza le libertà individuali ed il dinamismo dell’economia.
LA LIMITAZIONE DEL DENARO CONTANTE ALIMENTA MERCATI NERI
“Questa ignobile misura è un azzardato tentativo di controllo e di condizionamento per i cittadini. Non ci si dimentichi quello che è accaduto in Grecia o, peggio, in paesi come India e Venezuela, dove le limitazioni al contante hanno portato alla creazione
e all’alimentazione di mercati neri ed allo sviluppo di economie alternative. Cosa che è sempre più attuale, considerando anche l’imminente ed incalzante sviluppo delle criptovalute, con le quali si può già effettuare pagamenti di ogni genere” , afferma in un post pubblicato su econopoly.ilsole24ore.com, Costantino Ferrara, presidente Associazione magistrati tributari della Provincia di Frosinone. “L’altro lato della
medaglia è che la presunta lotta all’evasione finisca per alimentare la nascita di un’economia parallela, con conseguenze inimmaginabili”.
Secondo Giulio Tremonti: “Questa lotta al contante è la tipica forma di intervento demagogico e regressivo, perché il contante in Italia è prima di tutto lo strumento dei poveri e degli anziani. Con campagne di questo tipo, se anche non ti importa di perdere i voti, certamente non guadagni gettito perché spingi ancora più sul nero.” ha dichiarato l’ex ministro in una intervista al sole24ore. Ed ha aggiunto: “è sbagliato pensare che ci sia un legame diretto e assoluto per effetto del quale se elimini il contante elimini l’evasione. Un conto è vietare il contante, altro conto è non usarlo: in 11 Paesi in Europa convivono l’assenza di divieti con l’uso del contante comunque volontariamente limitato alle piccole operazioni”.
LA LIBERTÀ MUORE A POCO A POCO
Così la pensano i tedeschi che non hanno mai voluto porre alcun limite al contanti, così la pensa Carl-Ludwig Thiele, membro del CdA della Bundesbank: “Dubito che introdurre un limite all’uso del contante o eliminare i tagli più grandi delle banconote possa realmente prevenire le attività illecite di terroristi e criminali (…). Dovremmo chiederci soprattutto: quale concezione di governo è alla base di queste
proposte? I cittadini non dovrebbero essere oggetto di sospetti generici e generalizzati”. Di fronte alle pressione della Ue contro il denaro contante, Thiele
ha affermato: “Vogliamo che i cittadini siano liberi di pagare come meglio credono. Specialmente in Germania il contante è parte dei mezzi di pagamenti preferiti.” E ha aggiunto: “La libertà muore sempre poco a poco”.
di Miriam Alborghetti