“Caro Pascucci ti scrivo”

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Riceviamo e pubblichiamo da Massimo Saltamerenda.In questo frangente mentre scrivo fervono ancora i lavori di preparazione sul terreno che
hanno quale scopo quello di accogliere l’arrivo della macchina organizzativa del ”
#JovaBeachParty”. Il “Lungomare dei Navigatori Etruschi” e le zone limitrofe che
comprendono un po tutta Campo di Mare oramai sono luogo di un esteso cantiere che si
prepara ad accogliere questo evento di eccezionale portata e che naturalmente
comportava l’esecuzione di cose mai viste in questa nostra “piccola città vecchia
bambina” in cui, parafrasando ancora Guccini, nell’immaginario del Cerveterano medio:
“correva la fantasia tra la – Via Aurelia – e il West”.
Tuttavia dal punto di vista tecnico altro non si tratta dell’arrivo di un enorme circo, ma la
nostra Città di provincia abituata ad accogliere i più modesti tendoni delle arti circensi
tradizionali, quelli che più modestamente vengono annunciati portando a spasso i
cammelli per la viabilità ordinaria oppure quelli dei gioiosi allestimenti dei giostrai delle
“macchinette a scontro” e dei “calci in culo”, non era affatto attrezzata a ricevere questo
tipo di eventi; ora però dopo i solerti lavori fatti eseguire dal Sig. Sindaco che di giostre se
ne intende, lo è eccome e a quanto pare lo sarà anche per il futuro. Premetto, all’inizio
volevo far uscire questo articolo una volta finito lo spettacolo che a me non da fastidio se
non fosse altro che non lo apprezzo perchè in fondo si tratta della solita zuppa neo e iper
liberista un modello visto e rivisto in mille altre occasioni purtroppo ancora egemone altro
che l'”inizio di una nuova era”. Poi però dopo aver fatto un sopralluogo sulla nuova
“Spiaggia Privata ma del Sindaco” quasi in fase di ultimazione la presenza dell’unico
elemento fisico rimasto indenne sul campo dopo i lavori mi ha fatto ricredere.
Pertanto come tutti i protagonisti locali di questa triste storia, come loro e grazie al
“concertone” alla fine dell’articolo in modo forse contraddittorio posso dare il mio modesto
contributo alla riuscita di questo evento così importante per il nostro territorio e non
solo. Un altro motivo per cui ho voluto fare uscire l’articolo prima dello svolgersi dell’evento
è che comunque vada, non mi va di essere annoverato, ne tra coloro che salgono sul
carro del vincitore nel caso in cui le cose dovessero andare come io spero e mi auguro
bene, ma neppure tra gli sciacalli che sicuramente riempiranno le pagine dei social nel
malaugurato caso che qualcosa, in questa possente macchina organizzativa, dovesse
andare storto.
E’ un po di tempo che osservo con occhio critico le mosse politiche del nostro sindaco sia
a livello locale che nazionale. Alessio Pascucci è risaputo non è un politico facilmente
collocabile in un rigido schema destra sinistra e “ha un fiuto eccezionale per il tartufo”.
Prende un po di qua e un po di la a seconda delle convenienze, è uno che lavora sodo,
ma solo per quello che gli interessa, devo dire che se ancora non è riuscito ad essere
un ottimo Sindaco sicuramente è per colpa del suo sfrenato narcisismo, è un suo limite,e
io glielo sempre detto. Certamente la “politica” attuale tutta basata sul personalismo è un
habitat favorevole per quelli come Alessio e se guardiamo cosa è stato Renzi e ora Salvini
mi pare che il Berlusconismo ha generato tanti figli, compreso il nostro Alessio, ma questa
è storia di mille analisi fatte su questi personaggi. Tuttavia il Sindaco di Cerveteri
avallando le modalità assurde attraverso le quali sono stati eseguiti i lavori
sull’entroterra della spiaggia di Campo di Mare a mio avviso e come tenterò di
spiegare, ha passato il segno e quindi con questo definitivo passaggio del
Rubicone tra la sponda sinistra a quella destra fatta in occasione di questo concerto
la mia fiducia politica verso “Giulio Cesare Pascucci anche detto Alessio il Grande”
e la sua coalizione si esaurisce qua. Sia chiaro nella misura in cui non conto niente io
non rinnego neppure nulla, poichè specialmente nel primo mandato questa
Amministrazione ha fatto cose importanti sul piano politico sia in termini materiali che
immateriali. Non va dimenticato che questa compagine è stata della delle persone con cui
al tempo lottammo contro l’orrenda realizzazione del “Centro Commerciale Zambra”,
quella che ha creato le condizioni affinchè i temi dei diritti umani e della persona, ma
anche quelli della Pace e dell’Antifascismo, avessero una forte rilevanza in città e davvero
potrei elencare tanto altro ancora. Quindi non mancherò mai di ringraziare ancora il primo
cittadino e di conseguenza anche la sua sfrenata ambizione di diventare qualcuno a livello
nazionale che ha permesso di ottenere grandi risultati in una città sostanzialmente
dominata dal voto di opinione.
Alessio Pascucci è un civico e di conseguenza non può non essere un abile “mutante
politico”, e di quelli che più di altri sa cogliere il tempo. Quando capisce che è giunta l’ora
di scrollarsi di dosso un certo tipo di elettorato che non possiede più spinta propulsiva per
andare a conquistare nuove fette di consenso più forti ed emergenti purtroppo per lui (è un
limite che prima poi emergerà anche a livello nazionale) diventa solo un cinico
opportunista. Pertanto a leggere i sondaggi cioè le tendenze elettorali un personaggio
politico che oggi volesse avere successo, fama e guadagno, per forza di cosa forse
deve dotare il suo curriculum di un capitolo seppure piccolo dedicato alle ruspe e
così Alessio in occasione del JovaBeachParty ha finalmente compiuto la sua ultima
mutazione culturale verso la Lega di Salvini che poi a guardar bene altri non è che una
grossa lista civica padana travestita da partito nazionale. A mio parere il civismo sia esso
di destra che di sinistra è solo uno scarto fisiologico di un quadro politico che è malato e
se di certo non rappresenta il male assoluto, non è purtroppo neppure una cura, rimane
solo un sintomo di una malattia infettiva che ha colpito il corpo democratico del paese e
per questo non sta purtroppo producendo aberrazioni solo qui a Cerveteri.
Quando parlo con qualcuno che frequenta la sala dove discute la maggioranza di governo
mi dice che Alessio oramai è incontrollabile e che ragiona in modo assai incomprensibile;
io non mi stupisco perché da tempo ho capito che l’ego del Sindaco è in fase di cambio di
paradigma; in questa fase ha intuito che deve avvicinarsi all’elettorato salviniano che più o
meno la pensa così: “c’è la crisi io ho paura e allora non c’è posto per tutto ; cominciamo a
togliere di mezzo ogni tipo di fragilità che restringe e costringe l’espandersi dello spazio
vitale dell’uomo qualunque” e in questo senso non è certo il nostro ad essere fuori luogo
dentro a quella stanza.
Ma parlavamo di dialettica tra ruspe e fragilità; oramai nel “buon” senso comune è
passata l’idea che il potere sia nutribile con le opinioni personali e quindi se una cosa è
definita degrado a livello di massa, che fosse un campo Rom assolutamente da abbattere
come un’insieme di dune di sabbia non importa, l’impronta futurista dell’uomo solo al
comando che ogni tre parole dice “la nostra nazione” piace e per avere successo
personale si vede che deve per forza calpestare qualsiasi cosa gli si frappone davanti: il
copione lo richiede e in scena non c’è spazio per altri attori. Pertanto come dimostra il
“decisionismo” di Alessio in versione “cattivista” la sola opinione che quelle che sono
state abbattute con le ruspe non erano affatto ne “relitti di dune”, e neppure “embrioni di
dune”, ma solo un immondo “serparo” che stava li da quarant’anni prevale egemone e
quindi addio al vecchio mondo! Ora è il tempo di dar vita a una nuova e quindi a una
estesa “Spiaggia privata, ma del Sindaco”.
A sentir parlare Alessio e raccolti un po di commenti in giro tra coloro che gli stanno
intorno, su quella spiaggia solo lui sa quali attività future si andranno a fare e quindi le
cose vecchie come i valori di sinistra-sinistra ancora stancamente ancorati ai principi di
partecipazione popolare e di trasparenza amministrativa per non parlare poi della
pianificazione politica, possono tutte andare a farsi benedire. La politica del capo si nutre
di emergenzialità ed espelle istantanea reazione. Quindi cari componenti della
compagine di maggioranza è chiaro che non c’è bisogno di evocare in giro lo
spettro di Salvini perchè per provocare io dico che a questo punto la Lega già
governa a Cerveteri e quindi si rilassi pure la già inesistente opposizione. Si è vero
in base alla retorica del meno peggio magari si potrà semmai apprezzare che è sempre
meglio avere un Sindaco Salviniano di Sinistra piuttosto di uno che è di destra. Ma
converrete che questo modo di impostare i ragionamenti prima di diventare una questione
politica è ancora una valutazione essenzialmente di gusto personale.
Chiarisco che dal punto di vista del processo decisionale assunto relativo
all’accoglimento in Città di questo Concerto/Circo non è stato fatto nulla di illecito e
infatti se Cerveteri invece del santone Jovanotti avesse ospitato per esempio Papa
Francesco, il Sindaco, unitamente alla Prefettura e agli organi competenti in forza
all’eccezionalità rappresentata dall’evento può assumere poteri straordinari anche per
assicurare il coordinamento in tema di sicurezza quale ufficiale di governo (art. 54 del
T.U.E.L.) Tuttavia è anche lecito supporre invece che sul piano amministrativo su quel
tratto di spiaggia è successo qualcosa di veramente preoccupante sul piano sia materiale
che immateriale e importante sul versante politico.
Anche se devo ammettere, ma per responsabilità dirette dell’amministrazione politica
cittadina che non fornisce informazioni, nonostante io abbia sollecitato il Sindaco a darne
durante l’ultima conferenza stampa, di non essere in possesso di tutte le carte, ma credo
di essere nel giusto quando leggo sull’unico documento in mio possesso che tra le altre mi
è stato recapitato da un luogo fuori regione che alcune cose su come sono stati fatti
quei lavori davvero non tornano.
Nel documento di risposta alla richiesta di “Valutazione d’incidenza” che contrariamente a
quanto sostiene il Sindaco non era affatto facoltativa per il forte impatto acustico e
antropico che potrebbe interessare la zona ZPS limitrofa rappresentata dalla Palude di
Torre Flavia, l’ufficio competente della Regione Lazio, in relazione ai lavori proposti
rilascia parere favorevole per “livellare la sabbia” e a fare “opere di riempimento”, ma
nel modo più assoluto non fa alcun riferimento alla possibilità di procedere l’escavazione
pesante delle “dune” e neppure allo “scoticamento” del terreno sottostante, anzi in quella
lettera si parla di “protezione delle dune” e di successivo ripristino dei luoghi. Mi pare
inoltre sia risaputo che in caso di lavori di un certo livello che comportano la modifica
dell’olografica del terreno in zona vincolata si necessario avere un Nulla Osta ben più
importante di una semplice Valutazione d’Incidenza basata su documenti peraltro come si
legge nella nota che non sono stati nemmeno perfezionati. O non è così? E a questo
punto temo anche che l’escavazione pesante e lo scoticamento del terreno non sia
neppure stato oggetto di discussione durante la conferenza dei servizi e che se ne sia
omesso di parlare. Allora stante il fatto che quelle opere sono state eseguite in un area
sottoposta a vincolo idrogeologico, ambientale e paesistico se non addirittura archeologico
su quei movimenti di terra si è ritenuto opportuno almeno recepire un parere di
competenza da parte dell’Ufficio Tecnico Comunale?. Non è dato sapere. Ma ora che
tutto è stato cancellato dalla scena e che la “Spiaggia privata, ma del Sindaco” è stata
oramai realizzata, io dico, in parte anche in modo molto probabilmente abusivo se
queste mie tesi non verranno subitaneamente smentite concretamente e visto che
non è più possibile tornare indietro, dal punto di vista amministrativo chissà cosa ne
penseranno di tutto questo l’Assessore Alessandri oppure il Consigliere Gino De Paolis
in regione? Chissà che penseranno i consiglieri comunali Anny Costantini o il Presidente
del Consiglio Comunale Carmelo Travaglia? Per non parlare poi di Giuseppe Zito di
Francesca Cennerilli e dei vari delegati alle Aree protette e all’ambiente del Comune di
Cerveteri per non citare tutti gli altri componenti di giunta e di maggioranza politica e di
consiglio comunale? Sono tutti in cerca di capire come si muoverà il Sindaco nella sua
ricerca del solito tartufo, quello del mirabolante escamotage?
Ma ora, che siamo a valle della distruzione di ogni forma di ragionamento e visto che
siamo ai piedi forse di una colossale mistificazione dei fatti e conseguentemente di fronte
a un probabilissimo degrado politico e culturale, siamo comunque dotati di una “Spiaggia
privata, ma del Sindaco” ben ordinata che però è stata fondata sui “relitti di civiltà” di
un paesaggio che a mio avviso meritava altro tipo di sensibilità e attenzione. E oggi
che proprio grazie al “concertone” non vi sarà più nessuna possibilità di “ricostituire” come
raccomandato dal documento regionale “lo stato dei luoghi” e per quanto mi riguarda
neppure niente dal punto di vista politico, mi piacerebbe sapere anche se esiste almeno
un Direttore dei Lavori che possa prendersi la responsabilità professionale di descrivere
tecnicamente ciò che è stato fatto su quell’area e in base a quali propedeutiche
autorizzazioni.
Siamo come nella fase di chiusura dei porti alla esecuzione di scavi in area tutelata
imposta per telefono? E se invece di esservi su quel posto dei “relitti di dune” vi
fosse stato un “rudere di insediamento etrusco” seppure pieno o coperto di
immondizia, ci saremmo comportati così? Avremmo abbattuto tutto senza manco
emettere un’ordinanza sindacale motivata strumentalmente in base all’Art. 54 del
T.U.E.L? E allora se c’è dov’è un ordinanza che motiva quei lavori di modifica del
paesaggio in base alle esigenze di sicurezza che poi tra le altre cose non potevano
essere manco evocate? Ma stiamo giocando?
Si lo so, qualcuno pensa che io stia esagerando, ma restano ancora forse tre anni per
cercare di trovare un’alternativa a questo disastro che prima di essere politico è culturale e
siccome sono estremamente sicuro che non si riuscirà a trovarla in seno all’attuale
maggioranza benché mai nel peggio politico (n. b. non è un giudizio etico sulle persone)
che circola dalle parti della minoranza, nei limiti assai limitati del mio possibile io non
potendone fare a meno per necessaria coscienza politica e di classe mi metto a
disposizione di una qualsiasi cosa che dal lato più radicale d Sinistra possa riuscire
di nuovo e nelle forme ritenute più opportune (anche fuori dai palazzi) a influire e a
far rappresentare una qualche speranza di progresso democratico in questa
paludosa e oramai infetta situazione politica cittadina. Chi, per interesse personale o
per opportunismo ammantato di politica vuole restare contiguo al decisionismo dell'”uomo
solo al comando” e rimanere fedele alla consegna del silenzio, resti pure dove sta.
Inoltre visto che solo io e il Sindaco almeno secondo quanto lui ipotizza senza dire però
cosa, siamo i soli a livello pubblico ad avere un’idea su come dovrebbe essere utilizzato
quel tratto di litorale io la mia la scrivo qua e ce lo sfido anche sopra: Caro Alessio,
smentisci tutto quello che ho scritto e come ultima e definitiva istanza per una
eventuale riconciliazione politica (perchè nel personale mantengo lo stesso
sentimento d’affetto) propongo che sull’area antistante la “Spiaggia del Sindaco”
devastata dagli scoticamenti e dagli scavi da te avallati sia messo a bando europeo (e
quindi non affidato a tecnici di corte) un “PROGETTO DI FATTIBILITÀ IN INGEGNERIA
NATURALISTICA” per opere che possano ricostituire nel tempo un habitat non
antropizzato, ne “antropizzabile” a pezzettini affinchè si abbiano le condizioni per
formare nuovi “embrioni di dune” cioè elementi di ricostruzione di tratti di paesaggio come
esso viene trattato da ampie documentazioni ISPRA disponibili anche sul web. Attendo
quindi di essere smentito nei fatti e non solo per opinioni prevalenti.
Chiudo quindi questo lungo articolo con il contributo che volevo dare per la buona
riuscita del concerto e con l'”elemento materiale” con il quale sono partito all’inizio.
In un momento di pausa prima durante o dopo il concerto invito San Jovanotti con il suo
sciame di lacchè al seguito di recarsi poco dietro al palco. Accanto recinzione dell’ex
stabilimento Ocean Surf, si potrà trovare un luogo di meditazione che è rappresentato da
un menhir rinvenuto li in modo assai mistico. Quell'”Obelisco del Mondo” che trionfa
come unica entità fisica sull’estensione dell’ immensa “Spiaggia privata, ma del
Sindaco”, mi riguarda. Quello è il termine D.M. dove una volta passava la linea
demaniale tra ciò che è vero e ciò che è falso, cioè per l’appunto dove in questa città
“correva la fantasia tra la – Via Aurelia – e il West”.
Prima del mio passaggio come tecnico incaricato ad assistere alle operazioni di
picchettamento e di esproprio degli stabilimenti balneari quel termine non esisteva, o
meglio secondo chi me lo ha fatto trovare li una mattina delle tante spese a fare il mio
servizio, affermò che addirittura quel termine lapideo così logorato dal mare che pure era
distante circa 50 e rotti metri lineari dal luogo del rinvenimento era stato addirittura
interrato nel 1968 e che guarda un po il caso solo in quella circostanza è stato rinvenuto
“miracolosamente” manco fosse il monolite di “2001 Odissea nello Spazio”.
Si proprio una di quelle numerose mattine che ci sono volute quando il sottoscritto,
accompagnato come in ogni occasione in quella vicenda da un’intera compagnia di
Carabinieri in tenuta antisommossa, davanti anche a molti rappresentanti della vita
politica cittadina, mentre altri osteggiavano e ostacolavano le operazioni peritali con
spintoni e ingiurie di ogni tipo, io comunque ho compiuto con onore il mio dovere
nonostante il “provvidenziale” rinvenuto del monolite, mai scoperto prima. Su quel lavoro
che mi è costato avere molte preoccupazioni e ricevere una marea di insulti, intimidazioni,
calunnie, diffamazioni di ogni tipo in città, e velatamente anche sulla stampa locale,
nazionale e persino internazionale solo nel 2017 l’Agenzia del Territorio competente con
documento apposito, ma che non si è voluto rendere pubblico (chissà poi perchè?), ha
finalmente chiarito che la “linea demaniale”, ma quella vera, non passava affatto per
quel termine, ma più precisamente dove invece l’avevo posizionata io.
E allora suggerisco al Sindaco Alessio Pascucci che malgrado la stucchevole retorica
con la quale egli stesso da buon neo liberal/populista ha diviso oramai il popolo tra chi
ama Cerveteri (tramite lui) e chi la odia (tramite chi osa criticarlo) di governare su tutti noi
con dignità ed onore a prescindere da come la pensiamo e se quella “Pietra d’Inciampo”
dovesse costituire davvero un problema per la sicurezza dell’incolumità fisica delle
persone specialmente di notte, in base all’Art. 54 del TUEL e anche per onestà storica,
quel termine lapideo attualmente li dove “è stato” posizionato non serve più a
niente (come le dune) e che tecnicamente può essere tranquillamente rimosso dalla
“sua” spiaggia.
Ma se invece, questa pietra antica recentemente dissacrata e utilizzata come fosse
una normale “Fake New”, se questo “relitto di una civiltà oramai morta”, “questa
lacrima dispersa nella pioggia” si volesse proprio lasciarla al suo posto, che
rimanga pure li almeno per costituire un monumento alla menzogna e all’ipocrisia
che purtroppo abbonda in questa città specie nelle zone di marina. Quel termine
lapideo potrebbe anche rappresentare un emblema silente e triste su come si è
ridotta la politica amministrativa che ci circonda. Potrebbe essere anche una
testimonianza culturale di come in questa “piccola città (anche) bastardo posto” (cit. F.
Guccini), si tenti di soffocare le fragilità anche di opinione come sono state spazzate via
quelle dune dal paesaggio colpevoli solo di essere state riempite d’immondizia portata
dagli esseri umani. E ancor di più, se fossi una persona davvero influente in città arriverei
anche a chiederLe Sig. Sindaco come estremo favore di mettere accanto alla pietra un
cartello con targa commemorativa in ricordo del coraggio del CTU, grazie anche al
quale su questo mare pieno di “fregnacce” un giorno passò come fosse “Bocca di
Rosa” un momento di razionalità. Un elemento che oggi piaccia o no contribuisce a poter
ri-discutere con maggiore chiarezza il destino del nostro lungomare che anche io non vedo
l’ora sia restituito veramente alla sua bellezza popolare e non solo alla mera
spettacolarizzazione di tipo liberista; ma so già di chiedere troppo.
Nell’augurare il buon svolgersi del concerto e il pieno divertimento a tutti esprimo i
miei più fraterni saluti comunisti.
Massimo Saltamerenda