Mai come in questo periodo l’ufficio stampa del comune di Cerveteri è stato prolifico di comunicati.
Anche se sembra essere diventato l’ufficio stampa di Jovanotti visto che, praticamente ogni giorno, arrivano nelle redazioni dei mass media dei comunicati in cui si parla solo del Jova Tour, di cosa accadrà e soprattutto di cosa non accadrà. Avviando una sorta di auto convincimento che tutto andrà bene il 16 luglio a Campo di Mare, l’amministrazione del sindaco Pascucci continua a ribadire che non ci saranno problemi, che la macchina organizzativa è stata ben oliata, che sarà una grande festa di musica e divertimento. Ed è ciò che tutti si augurano. Resta però l’impressione che a Cerveteri siano fortemente preoccupati, che si siano resi conto che il dispetto fatto ai cugini di Ladispoli si sta rivelando un’impresa grande, che forse non sono abituati a gestire eventi di una portata così immensa. A Cerveteri infatti l’evento più affollato che sia mai stato organizzato sono le Sagre dell’uva, ben altra cosa il concerto di Jovanotti che richiamerà a Campo di Mare oltre 40 mila persone in una frazione con pochi ingressi e spazi ridotti. Comprensibile che l’amministrazione sia in ansia visto che si sta giocando la faccia, insieme a quelle associazioni di ecologisti che prima hanno detto una cosa e poi hanno fatto una clamorosa retromarcia quando il concerto è stato spostato nel territorio di Cerveteri.
Ecco il testo dell’ultimo dei tanti comunicati emessi da Cerveteri sul Jova Tour.
“Ci tengo a rispondere e a fare chiarezza in merito ad alcune questioni emerse in questi giorni sul Jova Beach Party. Prima di tutto vorrei ringraziare gli enti e le associazioni che dallo scorso dicembre ci stanno fornendo indicazioni dettagliate per la tutela ambientale e avifaunistica delle aree interessate e in particolare della Palude di Torre Flavia”.
“Riteniamo come Amministrazione – ha proseguito Pascucci – di aver sempre dimostrato la nostra grande sensibilità per la tutela del Monumento naturale e della ZPS, lo testimonia il nostro impegno per l’ottenimento della recinzione di delimitazione e per la bonifica dell’area che in precedenza ospitava una costruzione abusiva che è stata completamente rimossa durante questi anni del mio mandato da Sindaco. In particolare, grazie alla preziosa collaborazione della Città metropolitana di Roma Capitale, della Polizia provinciale e degli organizzatori dell’evento, vigileremo con personale dedicato e con barriere di protezione, non solo l’ingresso della Palude di Torre Flavia dal lato di Cerveteri ma anche quello dal lato di Ladispoli, dopo il rifiuto del Sindaco Grando di ottemperare alle prescrizioni e alla vigilanza richieste dalla Città metropolitana per l’ingresso di Ladispoli”.
“Nel dettaglio l’intera zona ZPS – ha aggiunto Il Sindaco – sarà presidiata e verrà interdetto l’accesso con personale addetto al servizio di controllo, Guardie Ecozoofile, Protezione Civile e Polizia provinciale. È bene specificare che l’ingresso della ZPS si trova in una zona di retropalco ed è totalmente esclusa dal pubblico pagante al concerto che infatti affluirà da Viale Mediterraneo, ben lontano quindi dall’ingresso dell’area protetta. In ogni caso, lunedì 8 luglio, allo scopo di approfondire ulteriormente gli interventi per la tutela della ZPS, mi recherò personalmente in Città metropolitana di Roma Capitale per una riunione con tutti gli enti preposti alla vigilanza e al controllo dell’area. Colgo l’occasione per ringraziare la ViceSindaca Maria Teresa Zotta per aver convocato la riunione e il Dirigente, Arch. Angelo Mari per le preziose indicazioni sulla messa in sicurezza della ZPS fornite in questi mesi”.
“Per ciò che concerne la sistemazione dell’area concerto, in seguito agli incontri con gli enti preposti, la società organizzatrice ha effettuato i lavori in modo da garantire, oltre alla tutela e al rispetto dell’ambiente, anche la sicurezza e le vie di fuga per i partecipanti al concerto. Prima che iniziassero i lavori di bonifica, abbiamo condotto un’indagine, attraverso un tecnico qualificato, in merito alla presenza di dune nell’area che, con una relazione ha certificato testualmente che “tutte le specie presenti nel sito non fanno parte dei sistemi dunali, né delle specie tipiche della macchia mediterranea e non appartengono a sistemi di tutela specifici”. Nelle aree bonificate dalla società che, ricordiamo, sono di proprietà privata e su cui il Comune non poteva intervenire direttamente, sono stati ritrovati ogni genere di rifiuti (reti del letto, bombole del gas, ferraglia varia), tutti correttamente smaltiti secondo le procedure previste dalla legge, a testimonianza del fatto che si trattava di aree compromesse dal punto di vista ambientale”.