Perretta tuona: “Se dovesse morire qualcuno, sappiamo chi è il responsabile”

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Niente piano di salvamento collettivo sulle spiagge di Ladispoli quest’anno. O almeno, non come i bagnanti lo hanno conosciuto la scorsa estate. Dopo le indagini aperte dalla Procura di Civitavecchia sul progetto e che ha visto coinvolte sette persone, e diversi dei protagonisti che hanno lavorato in prima persona alla realizzazione del progetto, Assobalneari ha infatti deciso di non dare la sua disponibilità per il “bis”. E così ora si punta a un piano di “emergenza”. Nei giorni scorsi il vicesindaco e assessore al Demanio Pierpaolo Perretta ha infatti chiesto alla Regione Lazio la possibilità di installare sugli arenili pubblici cinque torrette di salvamento da finanziare tramite proventi pubblicitari. E dalla Pisana non ci sarebbero, almeno al momento, delle preclusioni tali da impedire che il progetto non possa essere portato avanti. Starà tutto nel reperimento delle risorse finanziarie necessarie per il pagamento del servizio. Le spiagge che, qualora il piano dovesse andare in porto, saranno coinvolte sono quella di Marina di Palo, l’arenile a nord della città (nei pressi dell’ultimo stabilimento balneare presente su via Roma) e sarà attivo solo durante i mesi di luglio e agosto. Inoltre per cercare di garantire una copertura, almeno marginale, anche sulle altre spiagge che resterebbero invece senza sorveglianza da parte dei bagnani, il Comune proverà a chiedere agli stabilimenti balneari, e dunque ad Assobalneari, la sottoscrizione di un protocollo d’intesa col quale gli stabilimenti si impegneranno a concedere i propri bagnini per quattro ore al giorno durante i momenti di punta (dalle 10 alle 14 ad esempio). I cartelli di divieto di balneazione per assenza di assistenti bagnanti saranno comunque apposti, data l’assenza di una copertura totale. «È chiaro che una categoria che si mette in gioco per la città, nel momento in cui viene portata davanti ai Tribunali, decida di tirarsi indietro non replicando il progetto. Quello portato avanti lo scorso anno – ha detto Perretta – è stato un intervento di riconoscimento alla città che non è stato apprezzato». E il numero due di palazzo Falcone punta i riflettori contro chi ha dato il via all’indagine con la presentazione dell’esposto. «Chi ha prodotto questo pagherà. Si tratta di un danno importante. Se dovesse morire qualcuno sappiamo chi è il responsabile».

(fonte Civonline)