Non mangiate niente che la vostra bisnonna non riconoscerebbe come cibo

0
3623

L’alimentazione ideale è sempre più lowcarb, a misurato livello di proteine e ricca di grassi sani”. E’ quanto afferma il prof. Sergio Chiesa

Non mangiate niente che la vostra bisnonna non riconoscerebbe come cibo. Con queste parole ha concluso il suo intervento il massimo esperto nonché divulgatore di alimentazione Kousmine in Italia, il prof. Sergio Chiesa, al convegno La dieta sana e gustosa che si è svolto a Modena sabato 11 maggio, organizzata dall’associazione Germogli di salute con il patrocinio del comune di Modena.

Don Sergio Chiesa, fondatore dell’Associazione Cibo è Salute, docente di nutrizione Kousmine ai corsi per medici, autore di numerosi libri riguardanti l’alimentazione, tiene corsi per malati e conferenze sulla salute in tutta Italia. La sua vita e la sua storia personale rappresentano una prova tangibile dell’importanza dell’alimentazione nella prevenzione e cura delle malattie. Il prof. Chiesa è oggi un ultra ottantenne in ottima forma ed in piena attività, nonostante 40 anni fa gli fosse stata diagnosticata la sclerosi multipla. “Siamo protagonisti della nostra salute, non siamo vittime di un destino che imperversa su di noi” ha dichiarato una volta in una conferenza.

I punti salienti del discorso di Chiesa al convegno modenese sono stati pubblicati da Barbara Marinelli nei gruppi Fb Medicina evolutiva Naturopatia e detox, e La dieta di Valter Longo: longevità e mima digiuno:

“Il prof. Chiesa ha esordito senza remore, riconoscendo che la documentazione scientifica in tema alimentare è spesso fragile e inquinata – scrive Marinelli – Non fidiamoci dei trials, soprattutto di quelli fatti in passato, i quali non tengono conto di aspetti multifattoriali che incidono sull’insorgenza delle malattie. Teniamo sempre presente che la ricerca scientifica necessita di fondi: le grandi multinazionali hanno tutto l’interesse a sponsorizzare ricerche che enfatizzano la salubrità, guarda caso, dei prodotti da loro venduti.

Una SANA ALIMENTAZIONE è composta da:

  • integralità e naturalità dei cibi, quindi no a cibi raffinati, precotti, preconfezionati. Attenzione agli insaccati che non siano di altissima qualità;
  • no a carne proveniente da allevamenti intensivi
  • no a cotture aggressive
  • recupero delle vecchie varietà;
  • meno prodotti animali;
  • più prodotti vegetali biologici;
  • più prodotti a km zero;
  • scelta di prodotti animali a basso rischio ecologico;
  • scelta di metodi di cottura a risparmio energetico (e a basse temperature);
  • eliminazione degli sprechi.

Il professore ha parlato inoltre del MICROBIOTA, da lui definito come uno degli organi più importanti che abbiamo. La lotta ai batteri ha portato a far scomparire malattie devastanti, ma oggi vi è un’eccessiva ossessione a sterilizzare gli ambienti e sopprimere i batteri. Questi sono, per la maggior parte, benefici e fanno parte del nostro corredo genetico da 6 milioni di anni. Certo, il Microbiota è un equilibrio complesso, diverso da individuo ad individuo.

Cosa possiamo fare per favorire la salute della nostra flora batterica?

  • lasciare aperte il più spesso possibile le finestre;
  • se ci sporchiamo le mani con terra non trattata con pesticidi, evitare di lavarsi ossessivamente;
  • lavare con delicatezza i vegetali da mangiare crudi, senza disinfettare, né sbollentare;
  • seguire una dieta con cibi veri: semi oleosi, olio Evo, pesce, cereali integrali, verdure (più varietà possibili e in tutte le loro parti commestibili);
  • consumare cibi fermentati;
  • fare 1 giorno alla settimana di digiuno con sole verdure, saltando un pasto.Un paio di volte all’anno e in assenza di problemi specifici, è salutare anche una settimana intera di sole verdure, condite con grassi di qualità;
  • affidarci alla bontà della crema Budwig come colazione ideale.

Teniamo sempre presente che il cambiamento della flora intestinale é lento e richiede costanza.

L’alimentazione ideale è sempre di più LOWCARB e a misurato livello di proteine. I rischi maggiori derivano dalla presenza costante nelle nostre tavole di carboidrati ad alto indice glicemico: ad ogni picco glicemico corrisponde un picco insulinico, che costituisce il vero rischio per la nostra salute. Il picco insulinico produce infatti l’IGF-1 un fattore di crescita che, in quanto tale, lo è ANCHE per le cellule cancerose.  L’altra faccia della medaglia è che le diete lowcarb diventano spesso pericolosamente iperproteiche, senza considerare che, un eccesso di proteine, alimenta la neoglucogenesi, cioè la formazione di glucosio. Molto importante è iniziare il pasto con le verdure in insalata, almeno 150gr e proseguire con proteine e una porzione di verdure cotte: rovesciare, quindi, l’ordine tradizionale del pasto.

È stato trattato per ultimo il tema più ‘caldo’ e ‘rivoluzionario’ della conferenza: la RIVALUTAZIONE LIPIDI. È iniziata nel 1959 la demonizzazione dei grassi, ad opera di uno studio assai impreciso ed arbitrario di Ancel Keys, che voleva a tutti i costi dimostrare la bontà della dieta mediterranea. Questo studio, che non ha tenuto in considerazione diverse variabili (si pensi che ha volutamente escluso la Francia dalle statistiche, quando ci si è accorti che, pur avendo un elevato consumo di grassi, era il paese con il più basso livello di infarti in Europa) si é dimostrato fatale per le scelte di consumi futuri.

Esso, infatti, ha dato la possibilità alle grandi multinazionali dello zucchero di attuare una politica aggressiva nei confronti dei lipidi, favorendo in modo preoccupante la presenza dello zucchero negli alimenti, a tutto vantaggio dei loro profitti. In pratica si trovò la giustificazione all’aumento esponenziale dei consumi di carboidrati, scaricando la colpa sui grassi, unici responsabili dell’insorgenza di malattie cardiovascolari.

Oggi sappiamo che non è più così, ma è importante affidarsi ai grassi di buona qualità: olio EVO, semi di lino, semi di chia, noci, olio di cocco, burro chiarificato. Tutti olii saturi a catena corta che agiscono beneficamente su intestino e fegato”.

Non sarà sfuggito che sono stati nominati i cereali integrali e i semi di lino e di chia. A fine conferenza due persone hanno chiesto se il tipo di alimentazione di cui si era parlato, poteva andare bene per chi soffre di colon irritabile. Il professore ha invitato alla cautela: prima è bene risolvere il problema facendosi seguire da un professionista e poi si può accedere a questo tipo di alimentazione. Stessa cosa dicasi per le problematiche endocrinologiche. Quindi, chi per ragioni di salute segue la paleodieta, escluderà i cibi qui citati per sé vietati. Ogni caso necessita di adattamenti e personalizzazioni”. Conclude il report della Marinelli.

Monique Bert – Naturopata

“Come sempre Sergio Chiesa, un mito. Ha rotto gli schemi di chi pensa di saperne di più, dimostrando sulla sua pelle (e con chi ha cambiato radicalmente il suo stato di salute in meglio) di avere ragione. Chi guarisce ha sempre ragione. Chi sta meglio, ha pure ragione. Ad oggi rispecchia la nostra posizione: l’alimentazione corretta è basata sugli studi ma anche considerando le proprie esigenze metaboliche, nelle varie età della vita”  ha commentato la naturopata Monica Bertoletti, Naturalmente sani, alias Monique Bert. “Il Prof. Sergio Chiesa, un uomo che conosco da anni e ammiro profondamente, da cui ho imparato tanto, un uomo che nonostante la sua malattia, ha dedicato e continua a dedicare la sua vita ai malati, con grande Carità e professionalità. Pur non essendo legati come gruppo, all’Associazione Cibo è Salute, (se non per ragioni personali e professionali dei singoli terapeuti), – ha concluso la naturopata – ci tengo a specificare che, per strade e studi differenti, abbiamo comunque una visione che ci accomuna sotto molti aspetti , tra cui uno: riteniamo utile, in molti casi, quando non indispensabile, per la maggior parte delle persone ridurre fortemente i cereali, pur senza eliminare i carboidrati dall’alimentazione, da altre fonti, come si fa nella dieta paleo (necessaria per chi ha problematiche endocrine)”.

                                                                                               di Miriam Alborghetti