Avis di Cerveteri, forse c’è una speranza di non chiudere i battenti

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di Giovanni Zucconi

La giornata piovosa non prometteva nulla di buono. C’erano stati molti appelli, da più parti. Anche l’Ortica aveva fatto la sua parte, con diversi articoli di sensibilizzazione. In molti ci avevano chiamato per promettere la loro disponibilità a donare il proprio sangue all’Avis di Cerveteri. Ma naturalmente nulla era scontato. E l’eventualità di una scarsa risposta da parte della popolazione di Cerveteri non era per niente scongiurata. Ma così non è stato, fortunatamente. I Cerveterani hanno capito che quella era forse l’ultima occasione per salvare l’Avis di Cerveteri da una ferale chiusura, e hanno partecipato, non dico in massa, ma in numero sufficiente. Abbiamo incontrato Luigi Mecucci per farci raccontare quale è stato il bilancio della giornata e quali saranno adesso le prospettive per il centro di cui lui è il presidente. Ma già il suo aspetto parlava per lui. Il sabato precedente a malapena riusciva a dire qualcosa. I suoi occhi azzurri erano costantemente bagnati, e la sua voce era rotta dalla rabbia e da un accenno di pianto. L’abbiamo ritrovato molto più sereno. E finalmente sorrideva di nuovo. È ancora presto per dire che la situazione si sia definitivamente risolta. Ma probabilmente il peggio è passato, anche se difficilmente tornerà tutto come prima.

Gigetto, come è andata sabato?

“Molto bene. Abbiamo avuto 31 presenze e 24 sacche di sangue. Era l’obiettivo minimo che mi ero prefissato per continuare a sperare di mantenere aperto il centro Avis di Cerveteri. Io già su Facebook ho ringraziato tutti per la partecipazione, ma approfitto di questa occasione per ringraziare, di cuore, di nuovo tutti. Più di qualche donatore si è anche presentato con qualcosa da offrire dopo il prelievo. Siete stati straordinari. Grazie.”

Sai già quale sarà il destino dell’Avis di Cerveteri?

“Adesso è ancora troppo presto per dirlo. Ci sono ancora molte cose da sistemare, e molto lavoro da fare. E, naturalmente, ancora molte sacche da raccogliere per permetterci di camminare con le nostre gambe. L’unica cosa che posso dire, e che vi prego di pubblicizzare al massimo, è che stiamo organizzando, insieme al San Filippo, un’altra raccolta straordinaria. Ci sarà sabato prossimo, 13 aprile. Dopo il 13 ci risentiamo, e spero di poter essere più preciso su quello che sarà il nostro futuro.”

Quindi non abbassiamo la guardia, e continuiamo a lottare a fianco di Luigi Mecucci per fare in modo che il centro di raccolta dell’Avis di Cerveteri non chiuda. E che continui a essere il fiore all’occhiello della nostra città, come lo è sempre stato. Servono almeno altri 30 nostri concittadini che diano il simbolico cambio di testimone a quelli che, sabato scorso, hanno pazientemente fatto la fila per donare il sangue.

Ho sempre ammonito il mio amico Mecucci, spesso inutilmente, sull’opportunità di sembrare di fare politica quando parla dell’Avis. Quindi spero di non essere frainteso se racconto un aneddoto di sabato scorso. Ma lo trovo esemplare di come avrebbero dovuto reagire tutti i Cerveterani di fronte al pericolo concreto di chiusura del loro centro Avis. A un certo punto, con una busta di biscotti, si è presentato Luca Piergentili. Era lì per donare il sangue. Niente di strano direte voi. Certo, tutti eravamo lì per donare il sangue. Ma per lui era la prima volta, e aveva, visibilmente, una paura fottuta di quello che avrebbe dovuto affrontare. Ago in primis. Mi ha fatto una profonda tenerezza, e l’avrei voluto abbracciare per tranquillizzarlo. Bene. Se lui ha affrontato e vinto le comprensibili paure che tutti abbiamo avuto, possono e devono farcela tutti. Inutile sottolineare che è per una nobile causa. Vi aspettiamo quindi numerosi sabato prossimo, 13 aprile, in via Martiri delle Foibe, 109.