Roma, al Senato un convegno sul ruolo dell’ambiente come fattore scatenante di una malattia tutt’altro che rara.
Grazie al movimento dei giovani che lotta per il cambiamento climatico e per un cambio di rotta necessario a salvare il pianeta Terra, il tema dell’ambiente è più che mai attuale. Se non daremo uno stop alla crisi climatica e al riscaldamento globale, questo provocherà conflitti a livello mondiale. La giovane attivista Greta Thunberg con le sue proteste e le sue iniziative, sta mettendo in crisi capi di stato e parlamentari di tutto il pianeta.
Ed è proprio a ridosso di una data storica, il 15 marzo 2019, quando migliaia di giovani sono chiamati allo sciopero globale “Global Strike For Future” che si inserisce il 13 marzo, su iniziativa della Sen. Anna Maria Bernini, dell’Associazione Amica, dell’Associazione CFU-Italia e del Comitato Oltre la MCS, nella splendida cornice di Palazzo Giustiniani del Senato a Roma, il convegno dal titolo “Sensibilità Chimica Multipla. Il ruolo dell’ambiente e dell’epigenetica”.
Sono intervenuti esperti di salute ambientale e ricercatori italiani con pubblicazioni sull’argomento. Ovviamente si è parlato anche di elettrosensibilità con il Prof Fiorenzo Marinelli, ricercatore dell’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Bologna, che ha introdotto il tema degli effetti biologici ai campi elettromagnetici e con il Prof. Mario Barteri, docente di chimica all’Università La Sapienza, che ha illustrato la sua ricerca sugli effetti a livello enzimatico del Wi-Fi sulla cinetica enzimatica. Un problema spesso sottovalutato è quello dell’inquinamento indoor, come ha illustrato il Dott. Gaetano Settimo dell’ISS per la presenza dei VOC, composti volatici organici, e dei prodotti profumati.
I dati epidemiologici relativi al Centro Malattie Rare della regione Lazio, raccolti dal compianto Prof. G. Genovesi insieme ai suoi collaboratori, sono stati presentati dal dott. Andrea Cormano, mentre il Dott. Marco Alessandrini dell’Università Tor Vergata di Roma ha presentato i risultati della ricerca sugli aspetti neurologici e sensoriali di questa patologia. Il Prof. Maurizio Simmaco dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma, ha mostrato una ricerca affidatagli dal 2015 dal Ministero della Salute, sui protocolli diagnostici e terapeutici per MCS. Fondamentale è anche il lavoro della biologa Prof.ssa Daniela Caccamo dell’Università di Messina che ha identificato dei marcatori dello stress ossidativo, dell’infiammazione cronica e la prevalenza di polimorfismi genetici predisponenti la malattia. Gli interventi sono stati coadiuvati con professionalità e competenza dal Dott. Aldo De Benedetti del Ministero della Salute.
Interessante lo scambio tra il Dott. Comba dell’Istituto Superiore della Sanità e la Dott.ssa M.G. Bruccheri genetista medica di Catania, sulla collaborazione tra le istituzioni e i medici liberi professionisti che visitano pazienti con questa patologia per una raccolta utile dei dati epidemiologici concreti ed effettivi.
E’ proprio per l’alto valore scientifico del convegno, che Roberta Borghese Presidente del Comitato Oltre la MCS , a nome anche del CFU – Italia e di Amica, dopo aver ringraziato tutti i politici intervenuti, i conferenzieri e i partecipanti, ha affermato che i relatori del convegno hanno dato un’ampia panoramica sulla Sensibilità Chimica Multipla e ha espresso l’importanza di far tesoro delle conoscenze che sono state rese pubbliche durante gli interventi affinché si possa arrivare al riconoscimento nazionale della MCS. Inoltre le tre associazioni organizzatrici del convegno, hanno lanciato il seguente appello al Ministero della Salute:
APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI AL MINISTERO DELLA SALUTE PER LA SENSIBILITA’ CHIMICA MULTIPLA (MCS) A margine del convegno “Sensibilità Chimica Multipla: tra ambiente ed epigenetica” Roma, Palazzo Giustiniani, 13 Marzo 2019 Considerato che:
- tra il 2007 e il 2008 la revisione degli studi sulla malattia, condotta dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Consiglio Superiore di Sanità, parlava di un “Consenso IPCS/OMS”, – inesistente, ma – presentato impropriamente come tale da uno studio firmato da Anonimo e fornito da un’associazione di industriali alla rivista portavoce di una fondazione dell’industria chimica e del tabacco, Regulatory Toxicology and Pharmacology e che tale presunto consenso proponeva di ridefinire la malattia come “Intolleranza Ambientale Idiopatica” (per allontanare ovviamente le sostanze chimiche dalla causa delle reazioni);
- in Italia esiste un preciso gruppo di medici “negazionisti”, che rifiutano cioè di prendere atto della letteratura scientifica pubblicata sulla malattia per sostenere che non sia diagnosticabile e che, ancora peggio, sia solo un disagio olfattivo per il quale le sostanze chimiche non svolgono alcun ruolo, ma di contro, ci sono numerosi ricercatori che la riconoscono come patologia ambientale nelle loro pubblicazioni scientifiche peer-reviewed e nella loro pratica clinica;
- la OMS non ha alcuna pozione sulla MCS, anche se alcuni paesi, come Germania, Austria, Spagna, Giappone e altri da molti anni hanno inserito la MCS nella loro versione nazionale della Classificazione Internazionale delle Malattie dell’OMS “ICD-10”;
- è in aumento il numero dei malati di Sensibilità Chimica Multipla (MCS) in tutte le sfere sociali, in tutte le età (anche tra i bambini) e una ricerca recente (Steinemann A, 2018) stima che negli ultimi 10 anni negli Stati Uniti l’incidenza della sensibilità chimica è aumentata di oltre il 200 % e che la diagnosi di MCS è aumentata di oltre il 300 %;
le associazioni firmatarie chiedono al Ministero della Salute che:
- richieda alle commissioni pubbliche incaricate di fare revisioni e valutazioni scientifiche della letteratura di prendere in considerazione anche la fonte del finanziamento delle ricerche e il conflitto di interessi dei loro autori al fine di selezionare, nell’interesse della salute pubblica, solo gli studi indipendenti e che consenta la presenza nelle commissioni di uno o più uditori rappresentanti delle associazioni, per garantire piena trasparenza;
- le agenzie di salute pubblica, come ISS e CSS, non si rivolgano più, per la valutazione della MCS, a medici del lavoro appartenenti al SIMLII, in quanto il Consiglio Direttivo nel 2006 ha approvato un documento di consenso che sollecita i suoi membri ad “astenersi dal formulare la diagnosi di MCS” e, quindi, l’appartenenza al SIMILII rappresenta di per sé una condizione di conflitto di interessi;
- assegni un codice DGR alla Sensibilità Chimica Multipla (MCS) utilizzando lo strumento diagnostico in uso in tutto il mondo ormai da vent’anni ovvero il questionario QEESI;
- apra un tavolo di lavoro sulla Sensibilità Chimica Multipla (MCS) chiamando esclusivamente medici e biologi che abbiano pubblicato studi scientifici sulla malattia;
- predisponga un piano nazionale di accoglienza ospedaliera per MCS, predisponendo un percorso speciale di Pronto Soccorso e di ricovero in almeno un ospedale in ogni provincia, sulla base dei protocolli predisposti da anni negli Stati Uniti (Mercy Medical Center di New York) e peraltro già adottati da ospedali italiani, come l’ospedale Grassi di Ostia a Roma, per il Pronto Soccorso, l’ospedale di Cona (FE) per l’accoglienza ambulatoriale e l’ospedale di Lecce per il ricovero.
Associazione “CFU-Italia”
www.cfuitalia.it, cfuitalia@gmail.com
Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e Ambientale (A.M.I.C.A.)
www.infoamica.it, amica@infoamica.it
Comitato Oltre la MCS
www.oltrelamcs.org, comitato@oltrelamcs.org